Il racconto shock del canoista

Terrore in Puglia, attaccati da uno squalo toro sul kayak: "Siamo vivi per miracolo"

Giuseppe Lorusso e il collega Dino Di Trani, mentre erano in kayak a largo della costa di Castellaneta Marina, sono stati improvvisamente presi di mira da un grosso "mostro marino".

Terrore in Puglia, attaccati da uno squalo toro sul kayak: "Siamo vivi per miracolo"
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"Sono rimasto in stato di shock per due giorni e tutt’ora ho ancora gli incubi".

Con queste parole il canoista Giuseppe Lorusso, due giorni dopo la  spaventosa disavventura vissuta con un amico, ha voluto raccontare sui social, a mente fredda, il terrificante pericolo scampato: mentre si trovava in Puglia a largo della costa di Castellaneta Marina (Taranto), a bordo del suo kayak, insieme al compagno Dino Di Trani, un gigantesco squalo toro ha cominciato a nuotare sotto di loro, tentando poi di azzannare una delle loro piccole imbarcazioni a remi.

Terrore in Puglia: "Lo squalo toro ci ha attaccato, vivi per miracolo"

Una vicenda scioccante ha scosso due canoisti a largo della costa di Castellaneta Marina, in provincia di Taranto. Nel corso della giornata di domenica 1° maggio 2022, Giuseppe Lorusso e il collega Dino Di Trani, mentre si trovavano sui loro kayak in mare aperto, hanno avuto un incontro ravvicinato con uno terrificante squalo toro. Il grosso pescecane, nuotando sotto le loro imbarcazioni, all'improvviso ha tentato di azzannarne una. Il canoista Giuseppe Lorusso, due giorni dopo la sua paurosa disavventura, ha voluto raccontare per filo e per segno quanto accaduto sul suo profilo Facebook.

Il racconto

Qui le sue parole:

"Sono tornato amici e sono ancora qua parafrasando il buon vecchio Vasco. Sono mancato da domenica perché mi è successo ciò che non avrei mai potuto immaginare nemmeno con la più fervida immaginazione. In questi due giorni non ho più avuto il mio cellulare e tutti i profili social sono saltati.

Domenica mattina mentre con il mio compagno di Kayak Dino eravamo in mare e da Ginosa Marina ci stavamo dirigendo verso Castellaneta Marina, è successo quello che nessun amante degli sport di mare vorrebbe che gli succedesse: l’incubo peggiore. Arrivati ai primi lidi di Castellaneta Marina a circa 70 metri dalla costa(4 metri di profondità)a circa 10 metri di fronte a noi abbiamo intravisto una grossa sagoma immobile che galleggiava. Andavamo a velocità moderata con il mezzo e mentre ci avvicinavamo sempre più, ci siamo accorti che era un grosso squalo. La bestia non ci ha dato il tempo di riflettere e ci ha attaccato con tutto il suo impeto e la sua ferocia cercando di addentare lateralmente sulla sinistra lo scafo del mio kayak (ci sono ancora i graffi dei suoi denti sulla fiancata del mio mezzo). In quel frangente il mio amico terrorizzato da dietro ha visto tutta la scena.

Io con lucidità e freddezza ho contrastato vigorosamente con la mia pagaia l’attacco dello squalo che ha tentato un paio di volte di farmi cadere dal mezzo, prima lateralmente e poi passando di sotto e scuotendo il kayak. A questo punto vi lascio immaginare il fragore dell’assalto e la violenza dell’impatto. In questo marasma di schiuma e rumore è volato il mio cellulare in acqua dalla staffa a causa di una mia botta forte con la pagaia. Una bestia incazzata di oltre 3 metri e 150 kg di peso. Il mostro marino, dopo aver preso diverse pagaiate in testa dal sottoscritto ha desistito e dapprima ha girato intorno e poi si è inabissato. Lo squalo in questione è senza ombra di dubbio uno squalo toro, tra gli squali italiani più grossi e più aggressivi. È uno squalo che solitamente non attacca l’uomo ma se provocato ed affamato non disdegna affatto.

Premetto che io in quanto umano non sono una preda ambita degli squali ed in generale rispetto tutti gli animali e gli ecosistemi in generale. Mi considero un ospite in mare e non farei mai del male agli squali che sono all’apice della catena alimentare e quindi come tali fondamentali per la salute dei mari. Il mio non vuole tantomeno essere un post sensazionalistico, tutt’altro. È un invito alla prudenza e soprattutto a non sottovalutare mai gli ecosistemi complessi. Il mare è come una foresta con le sue bellezze e i suoi feroci predatori, prima di entrarvi bisogna essere consapevoli che possa accedere l’imponderabile. Come è successo domenica a me. Sono rimasto in stato di shock per due giorni e tutt’ora ho ancora gli incubi.

Il mare ti dà tutto e ti toglie tutto. Chi lo vive tutto l’anno come me ne è consapevole. Dell’attacco con lo squalo mi porterò sempre con me la mia irrefrenabile voglia di vivere, la mia lucidità nel combatterlo e soprattutto gli occhi di quel feroce predatore che prima di lasciarmi inabissandosi nel blu mi ha guardato. Ci siamo guardati come due lottatori entrambi illesi e questo è tutto. Qualche amico a cui gli ho raccontato il fatto mi ha chiesto se avessi intenzione di continuare a fare kayak. Gli ho risposto di sì. Ho fatto una segnalazione alla capitaneria di porto di Taranto ed al comune di Castellaneta. Buona vita e buon vento. Il vostro amico Giuseppe".

Sempre sul suo profilo Facebook, Giuseppe ha anche condiviso un video di "The Pet Collective" nel quale mostra le dimensioni di uno squalo toro e il tipo di attacco che lui e il suo collega canoista hanno subito al largo della costa di Taranto.

IL POST:

Chi è lo squalo toro

Lo squalo toro (Carcharias taurus) è  un grosso predatore abitante delle acque costali di tutto il mondo con nomi diversi a seconda del luogo in cui abita. A discapito del suo aspetto è relativamente placido e si muove lentamente, nonostante sia un ottimo nuotatore. È a rischio d'estinzione.

Il corpo è massiccio, con due larghe pinne dorsali, la coda è allungata con un lungo lobo superiore. Cresce fino alla lunghezza di 320 centimetri. Il maschio raggiunge la maturità quando è grande 220 centimetri e la femmina 210.

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