IN SARDEGNA

Su Facebook scrive professione "latitante": era vero (e i Carabinieri lo rintracciano)

Aveva pure aggiunto un'informazione aggiuntiva, "Soprannome Totò Riina"...

Su Facebook scrive professione "latitante": era vero (e i Carabinieri lo rintracciano)
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E abbiamo anche oggi il genio del giorno. The winner is... un giovane pregiudicato della provincia di Sassari, Sardegna, oggi 24enne, che ne ha combinate di tutti i colori dentro e fuori dal carcere minorile fin da quando di anni ne aveva solo 17.

Su Facebook scrive professione "latitante": era vero

Il fatto è che, siamo in Italia, la Giustizia ci ha messo il suo tempo ad emettere una condanna definitiva per le sue malefatte e quando è scattata una condanna a 4 anni e 9 mesi, lui è diventato uccel di bosco.

Peccato però che ha continuato a usare i social e i Carabinieri hanno strabuzzato gli occhi quando si sono imbattuti nel suo profilo Facebook e hanno letto che il ragazzo nel campo professione aveva messo "latitante".

Nessuno scherzo... era proprio vero! Una spacconata (con tanto di emoticon con sorrisetti di sfida) che gli è costata cara: seguendo le sue tracce sul Web, i militari hanno beccato il 24enne di Ozieri a Olbia e lo hanno arrestato.

Ma non è finita, perché lo spavaldo latitante su Facebook aveva pure aggiunto un'informazione aggiuntiva: "Soprannome Totò Riina", giusto per rincarare la dose con un bel carico da novanta.

I Carabinieri stroncano la fuga per evitare il carcere

Ma cos'aveva combinato G.F. in pratica? Beh, un curriculum niente male il suo: era rinchiuso in un carcere minorile quando nel 2016 aveva seviziato e picchiato con altri detenuti un compagno di cella (aveva pure cercato di evadere e incendiato materassi e mobili). Non si sa perché fosse finito inizialmente dietro le sbarre, ma è per quell'episodio che è stato condannato poche settimane fa e ora arrestato.

Durante la breve latitanza ha pensato bene di tenersi alla larga dal suo paese natale, Ozieri, si spostava fra varie località della Sardegna, alla fine grazie alle celle telefoniche gli uomini dell'Arma lo hanno individuato a Olbia. Quando è uscito di casa per andare nella centralissima via Vittorio Veneto, è stato seguito da un’auto civetta e una pattuglia in borghese: il maresciallo comandante la stazione dei carabinieri di Ozieri lo ha chiamato per nome, lui si è girato e non ha potuto che porgere i polsi alle manette.

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