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Stupro sul treno: arrestati e incarcerati per oltre un anno. Ora si scopre che non sono stati loro (e i colpevoli sono liberi)

Anthony Gregory Fusi Mantegazza e Elayar Hamza, arrestati a dicembre 2021, sono stati assolti dal giudice

Stupro sul treno: arrestati e incarcerati per oltre un anno. Ora si scopre che non sono stati loro (e i colpevoli sono liberi)
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Per oltre un anno sono stati additati come due stupratori e  sono stati detenuti in carcere. Ora, però, viene fuori che loro su quel treno non c'erano neppure, e i veri colpevoli sono ancora a piede libero. Anthony Gregory Fusi Mantegazza e Elayar Hamza erano infatti stati ritenuti in un primo momento colpevoli della violenza sessuale commessa su una ragazza il 5 dicembre  2021 su un treno in direzione di Varese e di un'altra tentata all'altezza di Venegono Inferiore.

Stupro sul treno: finiscono in carcere, ma sono innocenti

La decisione del giudice Cesare Tacconi del Tribunale di Varese ha ribaltato decisamente la situazione. La scorsa settimana, a conclusione dell'iter processuale, il pubblico ministero aveva chiesto 8 anni e un mese per il 23enne Fusi Mantegazza e 9 anni e 2 mesi per Hamza, 28 anni. 

I fatti si verificarono  il 5 dicembre 2021 quando una ragazza fu violentata sul treno e un'altra riuscì a sfuggire alla stessa sorte alla stazione di Venegono Inferiore. Fusi Mantegazza e Hamza furono arrestati due giorni dopo, ma si dichiararono sin dal primo momento innocenti.

Il processo

Durante l'iter processuale i legali della difesa, Monica Andreetti (per Mantegazza) e Fabio Bascialla, Cristina Miccoli e Maurizio Punturieri (per Hamza) hanno sempre sostenuto l'innocenza dei loro assistiti. E in aula non c'è stato il riconoscimento esatto da parte delle vittime. Anzi, lo stupro sarebbe imputabile a un ragazzo che portava una bicicletta a mano e un altro che si muoveva con una stampella: sono loro i responsabili. E da allora sono a piede libero (e oggi irreperibili).

Il pianto liberatorio

I due imputati hanno accolto la decisione pronunciata dal presidente del collegio Cesare Tacconi scoppiando in un pianto liberatorio.

E anche i rispettivi legali hanno commentato con soddisfazione ai microfoni del nostro portale locale Prima Saronno l'esito del procedimento. Anche se rimangono la sofferenza per una carcerazione ingiusta e la necessità di riabilitare l'immagine di due ragazzi, accusati ingiustamente di un orribile reato.

Le parole dell'avvocato Monica Andreetti:

Il commento del legale Fabio Bascialla:

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