mattanza senza precedenti

Strage di oltre 1.500 delfini alle Isole Faroe: trascinati a riva e accoltellati

Anche la popolazione locale avrebbe manifestato smarrimento a causa del numero impressionante di mammiferi uccisi.

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Uno spettacolo raccapricciante alle Isole Faroe dove domenica scorsa, 12 settembre 2021, sono stati massacrati oltre 1.500 delfini durante la tradizionale caccia che da secoli si svolge nel Paese scandinavo. I cadaveri dei mammiferi abbandonati sulla battigia di Skalabotnur a Eysturoy, e il mare color rosso sangue, hanno fatto il giro del mondo attraverso i social media scatenando l'ira degli ambientalisti, nonché di comuni cittadini.

Mattanza di oltre 1.500 delfini alle Isole Faroe

La pratica tradizionale al centro delle polemiche, che prende il nome di Grindadrap, consiste nel trascinare i mammiferi, soprattutto balene, a riva e poi massacrarli con dei coltelli. Stando ai dati della Bbc, ogni anno vengono sgozzati circa 600 balene e 35-40 delfini. Il massacro di domenica è senza precedenti.

Fra i primi ad ammettere l'errore anche il presidente dell'Associazione balenieri delle isole, Olavur Sjurdarberg.
Anche la popolazione locale avrebbe manifestato stati di smarrimento e shock a causa del numero impressionante di delfini uccisi. Un sondaggio effettuato dalla tv pubblica Kringvarp Foroya ha rivelato che mentre il 50% delle persone è contraria alla caccia dei delfini, l'80% è favorevole a quella delle balene.

L'impegno delle associazioni

Da decenni gli attivisti dell’associazione Sea Shepherd cercano di fermare il massacro di animali. Quest’anno i numeri della strage sono altissimi. Secondo Rob Read, capo operazioni di Sea Shepherd questa è

"La più grande caccia singola di delfini o globicefali nella storia delle Isole Faroe, la seconda più grande è stata di 1.200 globicefali nel 1940 ed è forse la più grande caccia ai cetacei mai registrata in tutto il mondo".

 

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La petizione online

Le immagini shock hanno fatto il giro del mondo suscitando indignazione un po' ovunque. Anche nel nostro Paese, dove è partita nelle scorse ore una petizione online sulla piattaforma Change.org. A lanciarla la scultrice e psicoanalista Francesca Cesaroni, che si è rivolta direttamente alle massime autorità danesi.

Vostra Maestà,

Gentile Primo Ministro,

Vorrei rivolgere alle Vostre autorevoli cariche istituzionali e alle vostre coscienze, un appello, dopo aver visto le immagini shock nei video che stanno facendo il giro del mondo, sul massacro dei 1500 delfini uccisi, con feroce crudeltà, sulle spiagge delle isole Faroe.
Sì, mi appello alle vostre coscienze, perché ho ancora fiducia che il senso di Umanità possa prevalere nelle nostre Comunità, impedendo all’indifferenza e alla voracità di prendersi tutto lo spazio.
L’orrenda, documentata mattanza, che si ripete annualmente, è stato uno spettacolo particolarmente odioso e di gravità inaudita, in un anno che ci ha mostrato le conseguenze sulle nostre vite di un degrado costante e ormai poco controllabile della nostra realtà ambientale globale.
Perché? Perché un Paese, la Danimarca, il cui alto grado di civiltà è riconosciuto dalla comunità globale, permette di offrire questo spettacolo efferato ed inquietante agli occhi del mondo?
Come possono coesistere un alto grado di civiltà, intesa come cultura, rispetto, giustizia e libertà e un simile rituale di barbarie perpetrato sulla Natura che sembra non tenere conto di cosa stia accadendo a livello globale e di quanto sia importante che ogni comunità sappia dare un esempio virtuoso per invertire il processo di degrado ambientale?
Mi auguro con tutto il cuore che la Vostra giurisdizione possa mettere fine a questo scempio e che la vostra immagine di Paese possa tornare ad essere un modello per le Comunità.

 

 

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