INDAGINE

Spettro femminicidio nel Comasco: "Si è uccisa", ma gli inquirenti non credono al marito

La 39enne Ramona Rinaldi è stata trovata senza vita nel box doccia della sua abitazione. A lanciare l'allarme era stato lo stesso coniuge

Spettro femminicidio nel Comasco: "Si è uccisa", ma gli inquirenti non credono al marito
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Ramona Rinaldi, la 39enne trovata morta nel box doccia della sua abitazione di Veniano (Como) lo scorso 21 febbraio 2025, non si sarebbe tolta la vita. La Procura di Como ha infatti iscritto nel registro degli indagati il marito della vittima, Daniele Re, 34 anni, accusandolo di omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia.

La ricostruzione del 21 febbraio

La mattina del 21 febbraio era stato proprio il coniuge a chiamare i soccorsi, raccontando che la moglie si era chiusa a chiave in bagno e non rispondeva più. A sfondare i soccorsi sono stati i soccorsi, i quali l'hanno trovata impiccata nella doccia, già senza vita. Inizialmente, la tragedia era stata classificata come un possibile suicidio, ma l'autopsia non ha chiarito le cause del decesso, spingendo gli inquirenti ad approfondire le indagini, ed ora incombe lo spettro femminicidio.

Una versione peraltro, quella del suicidio, alla quale familiari e amici non hanno creduto un solo istante. Nessuno crede che la madre, legatissima alla figlia di 6 anni, l'avrebbe lasciata così. Ramona non ha poi lasciato alcun messaggio e nessuno aveva avvertito particolari segnali di allarme. Così come lo stesso Daniele Re, il quale ha affermato di non sapersi spiegare il gesto della moglie.

Interrogativi aperti: nuovo sopralluogo del Rio

Due i principali interrogativi che rimangono aperti: le modalità dell'ipotetico delitto, considerato che la donna è stata trovata impiccata nel box doccia, e la porta del bagno, che secondo la versione del marito era chiusa dall'interno. Gli esiti degli accertamenti del Ris saranno fondamentali per determinare il prosieguo dell'inchiesta.

Ramona Rinaldi

Proprio nei giorni scorsi, i carabinieri del Ris di Parma sono tornati nella casa della coppia per effettuare nuovi rilievi scientifici. Gli investigatori hanno inoltre sequestrato telefoni, un computer e le immagini di una telecamera di sorveglianza collocata all'esterno di un ristorante vicino all'abitazione.

Presente al sopralluogo anche il sostituto procuratore Antonia Pavan, mentre il marito della vittima, assistito dal legale milanese Davide Montani, ha deciso di non partecipare e di non nominare alcun consulente. Si era diffusa la voce che l'indagato avesse fatto perdere le proprie tracce, ma in realtà Re si era solo temporaneamente assentato, non avendo alcun obbligo di presenza durante i sopralluoghi nella sua abitazione.

Daniele Re nega ogni responsabilità

Al momento non risulta alcun elemento a carico di Daniele Re, né sono stati emessi provvedimenti restrittivi nei suoi confronti. Il riserbo della procura di Como è massimo mentre l'indagato, difeso dall'avvocato Davide Montani, ha già respinto ogni accusa. "Ha chiarito e negato ogni responsabilità nella morte della moglie", ha dichiarato il legale.

Ramona Rinaldi lavorava in un supermercato di Olgiate Comasco e viveva a Veniano con il marito e la loro bambina di sei anni. L'abitazione nel comasco è ancora sotto sequestro e nel frattempo Daniele Re si è trasferito presso l'abitazione dei genitori.

Nel frattempo è stato già celebrato il funerale di Ramona Rinaldi nella parrocchia di Veniano a cui ha partecipato anche il marito stesso, accompagnato dai carabinieri. La famiglia ora ha deciso di mantenere il più stretto riserbo soprattutto per tutelare la figlia di appena 6 anni. Una situazione delicata per la quale ci si affida ora pienamente alla giustizia per conoscere la verità.

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