giallo ancora intricato

Sono di Andreea Rabciuc i resti nel casolare: la conferma del Dna spazza via le ultime speranze

Tante le domande senza risposta: il corpo è stato spostato? Il messaggio trovato nel rudere è davvero opera delle 27enne?

Sono di Andreea Rabciuc i resti nel casolare: la conferma del Dna spazza via le ultime speranze
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Gli inquirenti ne erano già certi, nelle scorse ore anche la conferma "regina" del Dna ha spento definitivamente le sempre più flebili speranze di trovare Andreea Rabciuc in vita.

I resti umani trovati nel casolare di Castelplanio, nell'Anconetano, il 20 gennaio 2024, sono della 27enne rumena scomparsa  il 12 marzo di due anni fa, a poche centinaia di metri di distanza da quel rudere che ha svelato il suo scheletro.

Andreea Rabciuc

I resti nel rudere nell'Anconetano sono di Andreea Rabciuc

Il Dna è stato comparato con quello della mamma di Andreea, Georgeta, spazzando via ogni dubbio.

Andreea Rabciuc con la madre

L’esito del test è stato trasmesso alla Procura di Ancona che resta in attesa della relazione definitiva con tutti i risultati degli accertamenti tecnici irripetibili, in arrivo nelle prossime settimane.

Il rudere del ritrovamento

Per risalire al dna dello scheletro è stato estratto materiale da un dente.

Il giallo del corpo spostato

Si attende ora, di capire, se il corpo sia sempre stato lì - ed in qualche modo sfuggito alle perlustrazioni - oppure se sia stato successivamente spostato.

Il rudere

Si attende l’analisi dell'entomologo Stefano Vanin, che dovrebbe essere in grado di stabilire se il corpo sia stato spostato o sia rimasto sempre nel casolare dove lo ha trovato uno dei proprietari, entrato per recuperare della legna in una vecchia cucina dello stabile dove non entrava nessuno da anni perché era una abitazione inagibile su quel lato.

Scientifica al lavoro

I resti di Andreea sono stati trovati per lo più in fondo ad una scalinata che porta ad un piano superiore rispetto alla cucina adibita a legnaia. Il teschio era invece sui gradini in alto. Lo scenario che si è presentato agli inquirenti (l’indagine coordinata dalla pm Irene Bilotta è stata affidata ai carabinieri del nucleo investigativo e della Compagnia di Jesi), aveva fatto pensare ad una caduta dall’alto, non accidentale per come le ossa sono state trovate. Su una trave del soffitto c’era un foulard adibito a corda, legato, come se ci fosse stato appeso il corpo della giovane.

Andreea Rabciuc

La scena tipica di un gesto volontario che però da subito ha fatto nutrire dubbi agli investigatori lasciando aperta la porta della messa in scena per depistare le indagini in caso di un ritrovamento. Su una tavola di legno è stata trovata anche una frase che avrebbe scritto Andreea, con un pennarello (anche questo repertato) in maniera non omogenea, con lettere più grandi e più piccole, scomposta, e che suona come uno sfogo. "Se lui non mi avesse preso il cellulare avrei chiamato mamma" è il parziale contenuto della frase trovata e sulla quale dovrà essere disposta un perizia calligrafica per vedere se è opera o meno di Andreea.

La scomparsa, il messaggio e il fidanzato indagato

"Ti avrei chiamato, mamma, se non mi avesse tolto il cellulare". Questo messaggio che sarebbe stato trovato su un’asse accanto al corpo di Andreea Rabciuc.

A chi si riferisce la ragazza? Ma soprattutto l'ha scritto veramente Andreea?

Il fidanzato 44enne, Simone Gresti, unico indagato per la morte della giovane, si difende:

"Io ad Andreea non ho mai fatto male, mi devo sentire in colpa per le litigate? Lei era difficile da gestire, ma era felice di vivere, a nessuno aveva mai dato segni perché altrimenti le saremmo stati dietro. Io non ci credo a quello che è successo. Non è possibile, non aveva nessun motivo per fuggire da me e nessuno l'ha rincorsa. Io non ce l'avevo con lei, le nostre erano solo discussioni".

Il casolare

Gresti sostiene di aver ricevuto il telefono, la notte della scomparsa dei Andreea, direttamente da lei prima di sparire, dopo una litigata avuta proprio con l'uomo.

"Io non le ho dato il telefono la sera per proteggerla, perché non sapevo con chi e dove volesse andare. Non per controllarla, ma per essere sicuro che andasse a casa. Lei è scappata via, lo giuro".

Andreea Rabciuc e Simone Gresti

Le ore in cui la ragazza è scomparsa, secondo il racconto Gresti, che ha precedenti per reati legati agli stupefacenti, e di due amici, si sarebbe allontanata da un appezzamento di terreno vicino al luogo dove è stato trovato il corpo, dopo una nottata trascorsa insieme in una roulotte. Durante la serata avrebbe avuto un lungo litigio con il fidanzato, avrebbe cercato di mettersi in contatto con altre persone e alla fine si sarebbe allontanata a piedi, lasciando al compagno il suo telefono cellulare. C’è pure un whatsapp inviato alle 4 e 30 da Andreea al padre: “Mi sono messa nei guai”. Da quel momento, il nulla.

Versione che non ha mai convito la madre della giovane che ha sempre chiesto agli altri amici presenti durante le ore in cui la figlia è sparita nel nulla a "dire come sono andate realmente le cose".

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