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Si tuffano in acqua per sfuggire al caldo: altri tre giovani affogati tra Lombardia ed Emilia Romagna

Due casi di annegamento tra Milano e Lecco dove sono morti un 20enne e un 18enne. A Piacenza rivenuto un altro cadavere nel fiume Trebbia

Si tuffano in acqua per sfuggire al caldo: altri tre giovani affogati tra Lombardia ed Emilia Romagna
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Dopo le tre tragiche vicende di persone morte o disperse nelle acque di fiumi o laghi, avvenute tutte nel corso della scorsa domenica, 16 luglio 2023, a distanza di pochissimi giorni si aggiorna la drammatica conta di chi purtroppo ha perso la vita per annegamento. Questa settimana, infatti, altri tre casi di giovani morti affogati si sono verificati tra la Lombardia e l'Emilia Romagna, tutti accaduti per il motivo di voler trovare un po' di refrigerio contro il gran caldo che si sta abbattendo con forza sulla nostra Penisola: a Lecco un ragazzo di 18 anni ha perso la vita dopo essersi tuffato nel lago; di due anni più grande, quindi 20, è il giovane trovato cadavere nel bacino di un parco di Milano. A Piacenza, infine, i vigili del fuoco hanno recuperato il corpo senza vita di un 34enne dalle acque del fiume Trebbia.

Lecco, 18enne annega nel lago davanti agli occhi degli amici

La tragedia più recente, e con molta probabilità con il più alto livello di drammaticità, è quella che si è verificata nel pomeriggio di ieri, mercoledì 19 luglio 2023. Come raccontato da Prima Lecco, infatti, un ragazzo di 18 anni ha perso la vita dopo essersi tuffato nelle acque del lago.

L'allarme è stato lanciato intorno alle 15,30. Il giovane, originario del Gambia, si trovava con una comitiva di amici nella zona della Malpensata quando ha deciso, probabilmente a causa del gran caldo di ieri, di lanciarsi nel lago, in un punto però dove, per motivi di sicurezza, vige il divieto di balneazione.

E' stato poco tempo dopo il tuffo che si è consumata la tragedia: il 18enne, davanti agli occhi sbigottiti degli amici, è stato letteralmente inghiottito dalle acque del lago. Il tutto è avvenuto anche alla vista di altri bagnanti increduli che si trovavano su una spiaggetta lì vicino. Immediata è stata la chiamata ai soccorritori, ai vigili del fuoco e alle forze dell'Ordine. La spiaggia è stata immediatamente fatta sgomberare dagli agenti del comando di Polizia Municipale, così come la zona della Malpensata.

Sul posto sono intervenuti subito i Vigili del fuoco della squadra nautica a bordo della pilotina. In acqua sono scesi i sommozzatori per scandagliare lo specchio di lago poco distante dalla statua di san Nicolò. Anche l'elicottero ha sorvolato la zona alla ricerca del corpo del giovane.

Purtroppo intorno alle 17 il peggiore degli esiti. Il corpo è stato individuato dai sommozzatori a una quindicina di metri di profondità. La salma del ragazzo, una volta recuperata, è stata ricomposta sulla riva, sotto la passeggiata del lungolago di Lecco.

Negli istanti successivi alla tragedia sono emersi alcuni dettagli circa la sua storia: il 18enne era giunto da pochi giorni in Italia dopo un viaggio della speranza che dall'Africa lo aveva portato a Lampedusa. Attualmente era ospite della casa della Carità di Lecco.

Proprio per questo motivo, il nostro portale Prima Lecco ha voluto pubblicare un intervento congiunto da parte di Alessandro Bario e Paolo Trezzi, i quali, con una lettera inviata direttamente al sindaco Mauro Gattinoni, hanno avanzato la richiesta di un lutto cittadino di fronte ad un ragazzo che ha rischiato la sua vita attraversando il mediterraneo solo per sperare di viverla dignitosamente quella vita.

"Dunque noi ora immaginiamoci questa vita - recita un passaggio della lettera - passare il deserto, arrivare nei lager libici, attraversare il Mediterraneo su delle carrette, e per fare questo, che è costato tanto, racimolare il denaro da grandi clan famigliari che su di noi hanno puntato tutto. Sogni e speranze. Di vita.

Il Lario è bellissimo - prosegue - E fa molto caldo. Hai 18 anni e sei con tanti amici che per arrivarci hanno subíto di tutto come te. Nel Lario ti ci butti dentro. Ti ci tuffi. Nuoti, giochi e ridi. E mentre lo fai senti tutto attorno un mondo nuovo. Guardi la Vita. Poi tutto finisce lì. È una morte ingiusta - conclude la lettera - Alessandro Bario coinvolgendomi ha pensato che questo fatto sia e diventi una riflessione cittadina. Che questa morte non la si releghi solo a titolo di cronaca ma che diventi un pubblico dolore. Per questo chiediamo ufficialmente  al sindaco Mauro Gattinoni che sia dato il lutto cittadino. Speriamo in un sostegno di voi tutti".

Milano, cadavere trovato nel bacino del parco delle Cave: è di un 20enne

Sempre in Lombardia, a poche ore di distanza dalla tragedia di Lecco, anche a Milano è stato rinvenuto il corpo di un giovane ragazzo di 20 anni morto annegato. Il ritrovamento, come raccontato da Prima Milano, è avvenuto martedì 18 luglio nel bacino Cava Ongari, al Parco delle Cave di Milano, vicino a via Caldera.

A notare il cadavere immerso nell’acqua della cava (lago artificiale molto profondo e non balneabile) è stato un passante della zona che ha chiamato il 112 per segnalarlo e chiedere aiuto. Immediato l’intervento di un’ambulanza e un’automedica: per il giovane, tuttavia, fin da subito non c'è stato nulla da fare. Sul posto sono sopraggiunti anche i carabinieri, i quali hanno dato avvio alle indagini sia per capire l'identità della vittima, sia per comprendere le cause del decesso.

Ma poche ore dopo il tragico ritrovamento, nella serata dello stesso martedì, un uomo peruviano di 32 anni ha contattato il 112 per riferire delle circostanze relative alla morte di Luis Alberto Ochoa Duenas, suo nipote 20enne che era stato segnalato come disperso il 14 luglio 2023 presso la Stazione Carabinieri Milano Moscova.

Luis Alberto Ochoa Duenas, 20enne peruviano trovato senza vita nel bacino della Cava Ongari

Lo zio 32enne ha raccontato ai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Porta Magenta che martedì 11 luglio 2023, a causa delle elevate temperature, si era recato insieme al giovane parente in un lago che corrisponde alle descrizioni del Parco delle Cave, dove il 20enne, che non sapeva nuotare, sarebbe annegato.

L'uomo, scosso dall'accaduto e preoccupato per la reazione dei familiari, aveva tenuto nascosto l'incidente fino a martedì, quando ha deciso di informare il 112 nella tarda serata.

"Avevo paura di dire ai genitori che Luis era annegato, non sapevo come fare" le parole dello zio ai carabinieri riportate dal Corriere della Sera.

Inizialmente, infatti, aveva raccontato una versione completamente differente dell'accaduto, tenendo così in apprensione tutta la comunità sudamericana.

Lo zio, come specifica il Corriere della Sera, da tempo a Milano pur non avendo una fissa dimora. Per Luis rappresentava l'unico riferimento familiare considerando il fatto che i suoi genitori siano in Perù.

Piacenza, un altro corpo recuperato dalle acque del fiume Trebbia

Sempre nel pomeriggio di ieri, mercoledì 19 luglio 2023, a Piacenza (Emilia Romagna), Mohamed Toure, un 34enne di origini ivoriane, è morto affogato nelle acque del fiume Trebbia, non molto distante dal ponte Barberino.

E' successo nel corso del pomeriggio. Il 34enne, stando alla ricostruzione dei fatti, era giunto nella zona per passare qualche ora in compagnia con il fratello e amici nel tentativo di trovare un po' di refrigerio dal grande caldo di questi ultimi giorni. La comitiva, quindi, appena giunta lungo il Trebbia, si è tuffata in acqua.

Il 34enne, però, sarebbe finito in un punto insidioso dove l'acqua è profonda più di quattro metri e la corrente è molto forte: in pochissimi secondi è stato, di fatto, inghiottito dai mulinelli. Ad accorgersi per primi della situazione sono stati due piacentini: si sono gettati in acqua dalla riva per salvarlo, ma non hanno fatto in tempo. Loro e gli amici hanno allertato i soccorsi.

Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco che a bordo di un gommone hanno recuperato il suo cadavere non lontano dal punto in cui era sparito. Sul posto anche l'eliambulanza del 118.

Il personale medico del 118 non ho potuto far altro che constatare il decesso. Si tratta della quarta vittima in due mesi, quinta se si conta anche il malore fatale che ha colpito qualche giorno un operaio 66enne al lavoro in un cantiere della Statale 45 e trovato riverso in acqua.

Pavia, ancora in corso le ricerche di un 51enne disperso nel Po

Ancora senza esito, come raccontato da Prima Pavia, le ricerche lungo il corso del fiume Po di Mauro Mangiarotti, 51 anni.

L'uomo è scomparso domenica scorsa dopo essersi tuffato nel grande fiume intorno alle 18, dopo una grigliata con gli amici. La scomparsa è avvenuta a Corana in località Cassero Alto.

Mangiarotti era molto familiare con il fiume Po, era infatti cresciuto a Silvano Pietra, a pochi chilometri dal luogo dell'incidente. Nonostante questo però, dopo il tuffo, non è più riemerso. Le operazioni di ricerca hanno coinvolto il reparto volo dei vigili del fuoco di stanza all'aeroporto di Malpensa, ma finora ogni tentativo di trovarlo è risultato vano.

Durante le operazioni di ricerca, è stato ispezionato nuovamente un lungo tratto del fiume Po, dalla lanca di Corana fino alla zona a valle. Tuttavia, Mauro Mangiarotti, che era uscito di prigione solo un anno prima dopo aver scontato una condanna per l'omicidio del padre avvenuto nel 2014, rimane ancora introvabile.

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