Si intascava i soldi della parente a cui avrebbe dovuto fare da tutore: imprenditore condannato
Fra i reati accertati figura anche la sottrazione di 350 mila euro dall’eredità di sua sorella e di 84 mila euro direttamente dal conto della donna
Sulla carta era il tutore di una parente incapace di prendersi cura di sé, nella pratica abusava del suo ruolo e si intascava i soldi della poveretta.
Il Tribunale di Belluno ha condannato a tre anni di reclusione un imprenditore 78enne della provincia, ritenuto colpevole di peculato. La sentenza arriva al termine di un’indagine condotta dai finanzieri del Comando Provinciale, che ha portato alla luce una serie di gravi illeciti finanziari commessi dall’uomo mentre ricopriva il ruolo di tutore legale di una parente interdetta.
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Si intascava i soldi della parente a cui avrebbe dovuto fare da tutore
L’uomo, approfittando della sua posizione di responsabilità, avrebbe gestito in maniera fraudolenta il patrimonio della donna. Secondo quanto emerso dalle indagini, il 78enne si sarebbe appropriato di somme rilevanti e avrebbe venduto beni di proprietà della tutelata senza mai destinare a lei il ricavato.
Le irregolarità sono state scoperte nel 2019, quando la Procura della Repubblica ha disposto un decreto di sequestro preventivo per un totale di circa 300 mila euro, mirato a recuperare quanto sottratto. Su esecuzione delle Fiamme Gialle, inizialmente sono stati sequestrati circa 5.000 euro dai conti bancari dell’imprenditore, seguiti dalla confisca di sette immobili situati tra le province di Belluno e Treviso.
Fra i reati accertati figura anche la sottrazione di 350 mila euro dall’eredità di sua sorella e di 84 mila euro direttamente dal conto della donna di cui era tutore.
Risarcimenti
Nonostante la gravità delle azioni, l’uomo ha risarcito i danni arrecati sia allo Stato che agli altri coeredi. Tuttavia, la condanna a tre anni di reclusione rappresenta una chiara sanzione per aver abusato della fiducia e delle responsabilità affidategli in qualità di tutore legale.