Lutto nel giornalismo

Si è spento a 84 anni il giornalista torinese Gianni Minà

A causa di una malattia cardiaca se n'è andato una delle penne sportive più originali della nostra Penisola

Si è spento a 84 anni il giornalista torinese Gianni Minà
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Un galantuomo di ironia e grande sensibilità. Gianni Minà grande monumento del giornalismo italiano, se n'è andato a 84 anni, dopo una breve malattia cardiaca. Perdiamo un giornalista originale, attento, mai banale che amava la cultura.

L'annuncio della sua morte è stato dato dalla sua pagina ufficiale:

"Gianni Miná ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari.

Un ringraziamento speciale va al Prof. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità".


Minà era un riferimento per chi fa questo lavoro. Aveva cominciato prestissimo, poco più che ventenne a "Tutto Sport", per poi debuttare in Rai, collaborando alla realizzazione dei servizi sportivi sui giochi olimpici di Roma ma anche attraverso numerosi reportage e documentari.

Lo sport, proprio lui: la sua passione più grande segnalerà la sua carriera da top player. Minà ha seguito 8 mondiali di calcio e 7 olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli storici all'epoca di Muhammad Alì con cui aveva un vero e proprio rapporto d'amicizia. Tra i suoi capolavori, un'intervista agli inizi degli anni 2000, dove Diego Armando Maradona si racconta senza nascondersi con la forza delle sue fragilità.

E' approdato a Sprint, rotocalco sportivo a partire dal '65, si occupa di documentari e inchieste per numerosi programmi, per poi fondare l'Altra Domenica con Renzo Arbore e Maurizio Barendson. Nel 76 viene assunto al Tg2 diretto da Andrea Barbato, nell'81, il presidente Pertini gli ha consegnato il premio Saint-Vincent come miglior giornalista televisivo. Dopo aver collaborato con Giovanni Minoli a Mixer, debutta come conduttore di Blitz, programma di Rai 2 di cui è anche autore che accoglie ospiti come Eduardo De Filippo, Federico Fellini, Enzo Ferrari, Gabriel Garcia Marquez.

Di Gianni Minà, infatti, si ricorderanno soprattutto le interviste ai grandi personaggi. Nell'87, firma a quella Fidel Castro; per 16 ore, il Presidente cubano si racconta in un documentario diventato poi storico. Ma è solo l'esordio: dal suo microfono, passeranno gli uomini e le donne che hanno fatto la storia: dal subcomandante Marcos, al Dalai Lama, da Jane Fonda a Robert de Niro, fino ai grandi interpreti della musica e della cultura napoletana con Massimo Troisi e Pino Daniele. E' stato un profico scrittore con il "racconto di Fidel" dell'88 e "Non sarò mai un uomo comune" del 2021. Nel 2007, ha ricevuto il Premio Camera della Berlinale per la carriera: il premio più prestigioso al mondo per documentaristi.

La vita

Giannì Minà era nato a Torino il 17 marzo del 1938, da una famiglia con origine siciliane. E' stato tifoso del Torino Football Club, fin dai tempi del Grande Torino. Proprio all'ombra della Mole incominciò la carriera giornalistica  in ambito sportivo, come detto, nel 1959, a Tuttosport, di cui fu poi direttore dal 1996 al 1998.

"Con Gianni Minà ci lascia un gigante del giornalismo"

Tifosissimo del Torino Calcio, Ginni Minà è stato ricordato proprio in queste ore anche da Urbano Cairo, presidente della società calcistica torinese:

"Il Presidente Urbano Cairo e il Torino Football Club - Consiglieri, dirigenti, dipendenti, collaboratori, allenatori, calciatori e tutto il Settore giovanile – commossi per la triste notizia, si stringono con affetto alla famiglia Minà nel ricordo di Gianni Minà, da sempre fedele innamorato del Toro. Con Gianni Minà ci lascia un gigante del giornalismo, uno straordinario professionista che, in televisione e poi nei suoi scritti, con la stessa classe ha saputo toccare le vette più alte della cultura così come narrare le più belle favole dello sport. Mancherà a tanti. Alla moglie, signora Loredana, alle figlie e alle loro famiglie, ai parenti e a tutti gli amici di una vita il profondo cordoglio e l’abbraccio del Torino Football Club e del mondo granata".

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