il giallo dell'adigetto

Pensionato fatto a pezzi e gettato nel fiume, la confessione della moglie: "Ho usato l'accetta in bagno"

Secondo l'accusa sarebbe stata lei a fare a pezzi Shefki Kurti e a sbarazzarsi del corpo abbandonandolo, all'interno di alcuni sacchi neri, nel canale...

Pensionato fatto a pezzi e gettato nel fiume, la confessione della moglie: "Ho usato l'accetta in bagno"
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Ucciso, fatto a pezzi e gettato in un canale. Una fine orribile quella di Shefki Kurti, pensionato 72enne ritrovato in alcuni sacchetti nell'Adigetto a fine luglio. Ci sono nuovi sviluppi nella vicenda: è stata arrestata la moglie. Che ha anche confessato l'orrendo delitto.

Pensionato fatto a pezzi e gettato nel fiume: arrestata la moglie

Come racconta Prima Rovigo, è stata arrestata la moglie di Shefki Kurti, il pensionato ritrovato fatto a pezzi nell'Adigetto a luglio.

Era il 28 luglio 2022 quando il corpo dell'uomo fu ritrovato a pezzi in alcuni sacchetti riemersi dal fiume. Prima era spuntata una gamba, nei pressi della chiusa del canale, poi più a monte altri due sacchetti: uno conteneva la testa, l'altro il busto. Più tardi  anche gli arti superiori e la gamba mancante del 72enne.

Tutti i dubbi sul delitto

Sin dall'inizio la vicenda aveva suscitato parecchi dubbi negli inquirenti. Perché i familiari avevano denunciato la scomparsa dell'uomo soltanto una settimana dopo la sua effettiva sparizione? E perché chi l'ha ucciso e fatto a pezzi aveva gettato i resti in un canale, quando anche i sassi sanno che la siccità sta rendendo a livelli minimi le acque?

Piste sulle quali hanno lavorato gli inquirenti, che ora sembrano essere giunti a una prima conclusione.

L'arresto della moglie

Secondo l'accusa  a uccidere l'uomo e a sbarazzarsi del cadavere mutilato  è stata la moglie Nadire Kurti, che lunedì 29 agosto 2022 è stata quindi arrestata. L'accusa è pesantissima:  omicidio volontario aggravato.

In questi giorni, dal ritrovamento del cadavere a oggi, è stato possibile per gli inquirenti  ricostruire informazioni molto importanti per le indagini. Come, per esempio, da quanto tempo i sacchi fossero in acqua, oppure il tragitto che ha percorso il corpo fatto a pezzi. E anche in che modo il cadavere sia stato smembrato. Elementi, questi, che hanno permesso di formulare questa accusa.

La donna, messa sotto torchio, ha confessato di aver ucciso il consorte con un’accetta all’interno dell'abitazione della coppia, di aver smembrato il corpo in bagno e averlo gettato nell'Adigetto in alcuni sacchetti. Decisive alcune tracce ematiche trovate dai Ris di Parma durante le indagini nella casa della coppia.

La donna ha anche dato agli inquirenti indicazioni per recuperare gli oggetti utilizzati per il delitto.

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