INCREDIBILE

Sgomberata a forza curva dell'Inter per omaggiare capo ultrà pregiudicato morto

Il 69enne Vittorio Boiocchi freddato durante un agguato sotto casa, nella periferia milanese.

Sgomberata a forza curva dell'Inter per omaggiare capo ultrà pregiudicato morto
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Un omicidio su cui ancora aleggia il mistero, ma che è giunto all'attenzione dell'opinione pubblica nazionale soprattutto per quanto sarebbe accaduto durante la partita di Serie A tra Inter e Sampdoria, disputata a San Siro nella serata di sabato 29 ottobre 2022. Chiunque fosse stato presente nel maestoso stadio milanese, a fine primo tempo, ha assistito allo svuotamento della caldissima Curva Nord interista, rimasta quindi desolata fino al termine del match. Motivo di tale iniziativa ha riguardato il cordoglio che tutti gli ultras hanno voluto concedere a Vittorio Boiocchi, storico capo del tifo neroazzurro, ucciso qualche ora prima in una sparatoria sotto casa.

Omicidio Vittorio Boiocchi: capo ultras dell'Inter assassinato sotto casa

Cinque colpi di pistola, esplosi intorno alle 19,45 dello scorso sabato, 29 ottobre 2022, che lo avrebbero raggiunto al collo e al torace. Così è stato ucciso Vittorio Boiocchi, 69 anni, storico capo ultras dell'Inter.

Vittorio Boiocchi

Un agguato, realizzato nei suoi confronti, sul quale ora gli inquirenti stanno cercando di fare chiarezza e comprendere chi possano essere stati i responsabili. La sparatoria si sarebbe verificata nel quartiere Figino, periferia Ovest di Milano, e più precisamente in via Fratelli Zanzottera, proprio sotto casa di Boiocchi.

Sul posto, pochi minuti dopo gli spari, oltre alla squadra Mobile della questura guidata da Marco Calì, sono sopraggiunti i sanitari del 118 con un elicottero e due ambulanze. Il 69enne capo ultras interista era in arresto cardiaco: subito è stato trasportato in codice rosso all'ospedale San Carlo di Milano, ma le sue condizioni erano già critiche. Vittorio Boiocchi, infatti, è spirato poco dopo.

Hanno sparato due uomini in moto

Stando ai primissimi riscontri della squadra mobile di Milano, a sparare a Vittorio Boiocchi sarebbero stati due uomini arrivati in via Fratelli Zanzottera in sella ad una moto. Sul caso è stato aperto un fascicolo da parte del pm Paolo Storari che, a riguardo, ha ricevuto delle primissime prove: si tratta di cinque bossoli calibro 9 per 21 di marca straniera, esplosi con una pistola vera e non una scacciacani modificata, con tempi e modi precisi da parte di sicari addestrati.

Vestiti di nero, caschi sul volto, sono scappati via su una grossa moto scura. Forse già consapevoli, anche se le certezze non ci sono, dell'assenza di telecamere che puntino sul cancello del condominio dove Boiocchi stava rientrando, dopo la solita riunione pre-partita al Baretto sotto la Curva Nord, per preparare striscioni e cori da esibire e cantare durante Inter-Sampdoria. I pochi testimoni oculari di via Fratelli Zanzottera hanno assistito a qualche sequenza di fuga.

Chi era Vittorio Boiocchi

Vittorio Boiocchi non era conosciuto solamente come storico capo ultras della Curva Nord interista. Il suo nome, infatti, era molto noto alle Forze dell'Ordine fin dal 1974, anno in cui sono cominciati i suoi problemi con la giustizia con una serie di rapine a mano armata.

In totale aveva "collezionato" dieci condanne definitive per reati di associazione a delinquere, per traffico internazionale di stupefacenti, ricettazione, porto e detenzione illegale di armi, sequestro di persona e furto, tanto che Boiocchi aveva trascorso 26 anni e tre mesi in carcere, nel periodo che va dal 1992 al 2018.

Tra tutti i capi di imputazione a suo carico anche quello per essere stato, tra il 1996 e il 1997, il responsabile delle operazioni finanziarie di un gruppo che importava cocaina dalla Colombia ed eroina dalla Turchia, di cui facevano parte anche i fratelli Giuseppe e Stefano Fidanzati. Un sodalizio che lo aveva portato a contatti con esponenti di Cosa Nostra, in particolare con la cosca Mannino e con esponenti della cosiddetta Mafia del Brenta.

L'ultimo suo arresto era avvenuto a marzo 2021, fermato a bordo di un'auto rubata con all'interno finte pettorine della Guardia di Finanza, una pistola senza matricola con caricatore e sette cartucce, uno storditore elettrico, un coltello da cucina di grosse dimensioni, due manette in acciaio. Gli inquirenti avevano scoperto poi durante le indagini che era stato incaricato di una maxi estorsione da due milioni di euro nei confronti dell'imprenditore milanese Enzo Costa.

La Curva Nord si svuota durante Inter-Sampdoria

Come affermato in precedenza, la notizia degli spari a Vittorio Boiocchi è subito arrivata agli altri capi ultras della Curva Nord dell'Inter, già pronti sugli spalti per cantare e incitare i loro beniamini impegnati nella partita del sabato sera contro la Sampdoria.

Sapendo del trasporto in ospedale di Boiocchi, subito gli ultras neroazzurri hanno deciso di non proferire neanche un coro in rispetto dello storico capo del tifo interista. Qualche minuto più tardi, in coincidenza della fine del primo tempo, la notizia della morte. A quel punto l'iniziativa collettiva: la Curva Nord dell'Inter si è svuotata in modo graduale, rimanendo completamente desolata fino al termine del match, conclusosi col risultato di 3-0 per i padroni di casa.

La Curva Nord si svuota dopo la morte di Vittorio Boiocchi

Monta la polemica per episodi di violenza

Lo svuotamento della Curva Nord dell'Inter dopo la morte di Vittorio Boiocchi, tuttavia, ha generato fortissime polemiche. Sui social media, infatti, negli istanti di fine primo tempo, si sono moltiplicate testimonianze che parlano di modi poco ortodossi e addirittura violenti da parte dei capi ultras nell'obbligare tutti i tifosi a lasciare il secondo anello verde.

"Violenza non ne ho vista francamente - ci racconta un testimone diretto presente in Curva Nord - Ho visto che urlavano in modo concitato di uscire. Tieni anche presente che sono uscito con un gruppo di ultras tra i primi. Conoscendoli non penso abbiano messo le mani addosso a qualcuno ma penso che li abbiano obbligati, urlando, ad uscire".

Dal lato opposto, invece, sono state decine le segnalazioni di altri tifosi nerazzurri, non appartenenti al tifo organizzato, che hanno denunciato pressioni, aggressioni e minacce. Questi alcune dichiarazioni pubblicate su Twitter:

"Ci stanno costringendo con le minacce ad uscire, un padre picchiato con la bambina, gente che ha fatto 600 chilometri costretta a tornare a casa".

"È stata una roba vergognosa. Hanno spinto uno che è caduto giù per 3/4 file. Situazione al limite".

Anche il giornalista neroazzurro Fabrizio Biasin ha raccolto sui suoi canali social alcune testimonianze della violenza avvenuta in Curva Nord.

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