Secondo base jumper morto in quattro giorni sulle Dolomiti: venivano dalla stessa provincia
Raian Kamel aveva 36 anni, Ludovico Vanoli ne aveva 41: un identico fatale destino sulle vette in Provincia di Belluno
Una coincidenza fatale quanto incredibile. Due base jumper sono morti a distanza di quattro giorni sulle Dolomiti in provincia di Belluno, Veneto: venivano dalla stessa provincia, quella di Brescia, in Lombardia.
Prima Raian Kamel, 36 anni, vittima di un tragico incidente martedì 6 agosto 2024 a seguito di un lancio con la tuta alare dal Col dal Lech. Poi è toccato a Ludovico Vanoli (41 anni) ieri, venerdì 9 agosto, dopo un lancio dal Castello delle Nevere, alle spalle della Moiazza.
I due base jumper venivano dalla stessa provincia
Due performer estremi, entrambi bresciani: Kamel originario di Breno (ma abitava a Madonna di Campiglio con la moglie e due figli), Vanoli invece di Montichiari.
La tragedia di ieri si è verificata sul comprensorio del Monte Civetta, in Valcorpassa, sotto le pendici del Civetta.
Come racconta il nostro Prima Brescia, Vanoli si trovava in vacanza con alcuni amici, nel territorio di Taibon Agordino.
E come racconta Prima Belluno, insieme erano saliti fino al Castello delle Nevere, una cima di quasi 3mila metri che si erge dietro al Moiazza. Si sono lanciati, ma il bresciano non è atterrato nel punto prestabilito a Capanna Trieste, destando la preoccupazione di altri sportivi, ed è stato visto cadere nella Val Corpassa.
Solo nel pomeriggio dopo ore di ricerche, i soccorritori dell'Air Service Center, sorvolando l'area e seguendo la probabile rotta del base jumper, sono riusciti a individuare il corpo.
Vanoli era molto conosciuto anche a livello nazionale per la sua passione per lo sport estremo. E' stato uno dei fondatori del wakeparadise di Dello ma viveva a Madonna di Campiglio, dove insegnava anche sci.
Invece aveva 36 anni Raian Kamel. Il suo corpo è stato ritrovato in un canalone ghiacciato a 2.400 metri di altezza.
Una passione, quella per gli sport estremi, che documentava sui suoi canali social dove risulta particolarmente seguito. Solo su Instagram si contano oltre 5mila follower. Del resto i suoi post sono mozzafiato.
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Spettacolari immagini ma che non devono far dimenticare il rischio che si cela dietro qualsiasi sport estremo.
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"È tutto una questione di viaggio 😌 7 anni fa ho visto per la prima volta un video su YouTube sul basejump con tuta alare. Qualcosa dentro di me ha fatto clic, ero agganciato, non riuscivo a pensare ad altro per tutto il giorno in quel periodo. È diventato il mio sogno più grande, quindi ho deciso di perseguire il mio sogno. Ho fatto le mie ricerche, ho impostato il mio piano e mi sono avvicinato al mio sogno, iniziando a fare paracadutismo nel 2017 con l'obiettivo di poter un giorno lanciarmi da una montagna con una tuta alare. Nel 2019 ho avuto il mio primo assaggio di volo, facendo il mio primo paracadutismo con tuta alare. L'anno successivo (2020) è iniziato il mio viaggio nel base jumping e finalmente nel 2021 il mio sogno è diventato realtà quando mi sono lanciato da una montagna con una tuta alare. Da allora è stato un ottovolante di momenti ed esperienze incredibili, tutto il tempo, gli sforzi, i soldi, i dolci e le lacrime per raggiungere il mio obiettivo, ma ne è valsa la pena. Niente nella vita è così gratificante e appagante che stabilire un obiettivo e raggiungerlo. Vai a inseguire i tuoi sogni!"