Nel ferrarese

Salta il funerale di due anziani: "morti sospette". Indagato per omicidio un infermiere

Le indagini, che sono state avviate a seguito di una segnalazione dell'Azienda sanitaria locale (Ausl), si concentrano sull’ipotesi che la morte dei pazienti possa essere legata alla somministrazione di farmaci pericolosi

Salta il funerale di due anziani: "morti sospette". Indagato per omicidio un infermiere
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Un’indagine complessa e delicata è in corso all'ospedale Mazzolani Vandini di Argenta, in provincia di Ferrara, dove un infermiere è indagato per omicidio volontario in relazione a due decessi sospetti di anziani, avvenuti nel reparto di Lungodegenza nel settembre 2024.

Il riserbo è massimo. Le indagini, che potrebbero estendersi anche ad altri casi, sono in corso.

Ospedale Mazzolani Vandini di Argenta

Morte sospetta di due anziani in ospedale: infermiere indagato

La Procura di Ferrara, rappresentata dal pubblico ministero Barbara Cavallo, ha incaricato due consulenti, il medico legale Giambattista Gioè e il tossicologo Enrico Gerace, di eseguire gli accertamenti autoptici e tossicologici sulle salme dei due pazienti deceduti. Anche la difesa dell’indagato ha nominato il proprio consulente, il medico legale Giovanni Martinelli.

Le indagini, che sono state avviate a seguito di una segnalazione dell'Azienda sanitaria locale (Ausl), si concentrano sull’ipotesi che la morte dei pazienti possa essere legata alla somministrazione di farmaci pericolosi o altre sostanze non appartenenti alla normale dotazione dell’ospedale.

L'infermiere, fino alla giornata di lunedì 14 ottobre 2024, sarebbe stato regolarmente in servizio nel nosocomio. Segno che, pur esistendo elementi di sospetto, questi non sarebbero ancora sufficienti per giustificare provvedimenti restrittivi. La Procura mantiene il massimo riserbo, mentre le parti offese, ossia i familiari dei defunti e la stessa Ausl, attendono l’esito delle indagini.

I funerali sospesi

L’inchiesta ha preso una svolta significativa lo scorso 27 settembre, quando la Procura ha disposto la sospensione di due funerali previsti per quel giorno nel Duomo di Argenta. Le salme di Floriana Veronesi, 90 anni, e Antonio Rivola, 83 anni, sono state sequestrate per eseguire ulteriori verifiche dopo che l'Ausl aveva rilevato possibili anomalie nei decessi, inizialmente non ritenuti sospetti.

Nelle scorse ore, i consulenti del pubblico ministero hanno ricevuto l’incarico di rispondere, entro 90 giorni, ai quesiti posti dalla Procura. Questi accertamenti puntano a stabilire la causa dei decessi e a verificare la possibile presenza di sostanze estranee. Inoltre, i carabinieri hanno acquisito cartelle cliniche e altro materiale dal reparto interessato. L’Ausl ha espresso la sua piena collaborazione con gli inquirenti, riservandosi ogni possibile azione a tutela della propria posizione.

In paese - ma queste sono soltanto voci di alcuni cittadini (al momento) - si mormora che l'indagine possa allargarsi ad altre morti sospette.

La coppia diabolica di Saronno

Rammentando che, per il caso ferrarese, le indagini per appurare reali e certe responsabilità sono ancora in corso, la cronaca però restituisce - fortunatamente pochi - spaccati da brividi accaduti in corsia.

Nel febbraio 2023, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dagli avvocati di Laura Taroni, l'infermiera condannata a 30 anni per le morti del marito Massimo Guerra e della madre Maria Rita Clerici emerse con le indagini sulle morti in corsia all'ospedale di Saronno.

Le vittime sono entrambe morte per via dei farmaci somministrati dall'infermiera senza alcuna ragione medica, sulla base di falsi referti medici redatti dall'amante e complice Leonardo Cazzaniga, all'epoca viceprimario del Pronto Soccorso di Saronno.

Cazzaniga e Taroni

In aula, il medico, aveva dichiarato, nel tentativo di alleggerire la propria posizione:

“Ero profondamente innamorato di Laura. Mi aveva raccontato di violenze sessuali, di rapporti ai quali era sottoposta da parte del marito e che per questo tendeva a prendere farmaci per addormentarsi prima possibile. Mi disse che il marito in caso di divorzio la minacciava di uccidere tutti, anche i figli. Mi disse che per renderlo innocuo metteva l’Entumin (un ansiolitico) nella pasta al pesto”.

Leonardo Cazzaniga, è stato invece condannato a due ergastoli. Le sue vittime, secondo la Giustizia, sarebbero nove. Il medico è sempre difeso in aula sostenendo di essere stato spinto a gesti così estremi per alleviare le sofferenze dei suoi pazienti, l’accusa, invece, li ha bollati come puri deliri di onnipotenza.

Infermiera killer a Livorno

Prima l'ergastolo, poi l'assoluzione, ora nuovamente l'ergastolo. E' una vicenda paradossale per molti versi, quella di Fausta Bonino, infermiera in Rianimazione all'ospedale di Piombino, in provincia di Livorno, Toscana, negli ultimi anni al centro di un controverso caso giudiziario.

Nel 2024, la Cassazione ha confermato che la 68enne ha ucciso almeno 4 pazienti ricoverati nel suo reparto tra il 2014 e il 2015, somministrando dosi massicce di eparina. Ma quel che in tre gradi di giudizio non s'è mai capito è perché l'avrebbe fatto.

Fausta Bonino

La donna si dichiara innocente.

Sonya Caleffi: morte e dolore in ospedale

Fra i diversi i casi analoghi, il più eclatante è stato quello di Sonya Caleffi, la cosiddetta "infermiera killer di Lecco". Come più volte raccontato anche da Prima Lecco, 48 anni, originaria di Tavernerio, Caleffi ha seminato morte e dolore all'ospedale Manzoni di Lecco dove lavorava-

Venne arrestata nel dicembre 2004, quando l'Ospedale si era preoccupato per l'improvviso aumento della mortalità in corsia e qualche parente aveva iniziato a puntare il dito contro di lei. L'infermiera aveva subito confessato gli omicidi e i tentati omicidi perpetrati nella corsie del reparto di Medicina nell'autunno 2004 sostenendo di aver agito "per farsi notare e sentirsi valorizzata da colleghi e superiori", intervenendo prontamente di fronte alle embolie che lei stessa causava con le iniezioni. Di fatto però non era mai intervenuta, non aveva mai salvato nessuno, ma aveva ammazzato persone anziane che contavano su di lei per guarire.

Sonya Caleffi

Condannata a 20 anni per l’omicidio di 5 persone (e il tentato omicidio di altre 2) Sonya Caleffi è uscita dal carcere nell'ottobre del 2018. Avrebbe dovuto scontare la condanna fino al 2024, ma ha usufruito di tre anni di indulto e un anno di riduzione della pena ogni quattro di buona condotta.

Lucy Letby: killer di neonati

Passiamo a un caso che ha stravolto la Gran Bretagna. Lucy Letby è stata condannata all'ergastolo per la cosiddetta "strage di bambini" avvenuta nel 2015-2016 al Countess of Chester Hospital. La giovane è stata riconosciuta colpevole di aver ucciso in tutto sette bambini e di aver provato ad ammazzarne almeno altri sette, nella clinica dove operava.

L'infermiera dal viso d'angelo: quand'era di turno la mortalità nel reparto di maternità schizzava. Infatti...
Lucy Letby

Negli ultimi mesi sui media inglesi sono emersi dubbi di colpevolezza legati ai numerosi casi di malasanità di cui è stato accusato il reparto maternità dell'ospedale. Letby vuole tentare un nuovo appello.

Una delle madri che ha visto i propri bimbi morire dopo essere passati "dalle mani" di Letby ha raccontato che ha sorpreso la donna "operare" sul neonato che si mostrava sanguinante dalla bocca. La neomamma si è sentita dire: "fidati di me, sono un'infermiera". Poche ore dopo il piccolo è deceduto in seguito a una violenta emorragia.

Nel suo diario, la donna avrebbe annotato tutti i suoi crimini, definendosi "il male".

"Non ci sono parole – scriveva nell'agenda -. Sono una persona orribile e pago ogni giorno per questo. Non riesco a respirare e concentrarmi. Non avrò mai figli e non saprò mai com'è avere una famiglia".

Nonostante ciò si è sempre dichiarata innocente.

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kamici

aggressioni in corsia... ... anzi no omicidi plurimi

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