Atto meschino e incivile

Rubate due falangi di un dinosauro di 100 milioni di anni: e adesso che se ne fanno?

La mostra evento “Lost hangar, dinosauri rivelati” alla sua prima mondiale a Padova rappresenta la più grande collezione di fossili di dinosauri in Italia riunita assieme per la prima volta in una mostra itinerante

Rubate due falangi di un dinosauro di 100 milioni di anni: e adesso che se ne fanno?
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Un furto meschino e decisamente incomprensibile. Nel primo pomeriggio di   mercoledì 4 gennaio 2023, i Carabinieri  sono stati chiamati perché erano spariti di due artigli fossili alla mostra “Lost Hangar, dinosauri rivelati” aperta da un mese nell'area fieristica di Padova. La domanda sorge inevitabile: e adesso, chi ha trafugato i reperti, cosa pensa di farsene?

Il reperto mutilato

Rubate due falangi di dinosauro

Il furto si sarebbe verificato 4 giorni fa, i responsabili dell'esposizione sono riservati di sporgere denuncia. A uno scheletro di dinosauro esposto alla mostra padovana mancano gli artigli, sono stati trafugati.

Ma la domanda più inquietante è per quale motivo portarsi a casa come souvenir le falangi superiori di un Psittacosaurus, tradotto letteralmente ‘pappagallo rettile’, vissuto circa 100 milioni di anni fa.

Come spiega Prima Padova, l'ammanco è stato notato dal personale interno della mostra durante l'ispezione finale poco prima dell'orario di chiusura di qualche giorno fa. Alcune falangi delle due dita dell'arto superiore destro del dinosauro, presente nell'imponente allestimento di oltre 5500 mq, sono state amputate dall'arto, sganciate ed asportate dall'installazione metallica che sostiene l'intero scheletro fossile dell'animale vissuto nel Cretacico inferiore.

“Un furto che ha sorpreso tutti” commenta lo staff di sala alla reception della mostra scientifica curata dal museografo Ilario de Biase per Venice Exhibition Srl “anche perché è avvenuto in pieno orario di apertura della mostra, nonostante i tendiflex a protezione del reperto e per tutto il tempo ci fossero guide e steward a monitorare i flussi di visitatori, notare movimenti sospetti e tenere d'occhio costantemente gli allestimenti”.

“Purtroppo gli artigli asportati” analizza la direzione dell'evento culturale “per le loro esigue dimensioni erano facilmente occultabili all’uscita e chi ha compiuto materialmente l'asporto dall'installazione avrebbe anche potuto essere coperto dalla vista altrui durante l'azione grazie alla presenza di uno o più complici”.

Una bassezza

“È il rischio che si corre quando si offre l'opportunità unica ai visitatori di avere un incontro ravvicinato” spiega de Biase “con le tracce di vita di un tempo così profondo come l'era dei dinosauri. Alzeremo la guardia ma non priveremo di questa esperienza le nuove generazioni di visitatori che stanno accorrendo. Solo prendendo familiarità dal vivo con questi resti fossili, si potrà educare al rispetto di questa storia oltre a instillare e innescare il sentimento verso queste tracce di un bene comune di tutta l'umanità”.

L'amarezza è palpabile, si tratta infatti di un gesto di grande bassezza:

“Non è proprio un bel modo di iniziare il 2023” interviene anche l'Ad di Venice Exhibition Srl, Mauro Rigoni “le falangi dello Psittacosaurus erano di un reperto originale e quindi di un certo valore che preferiamo non specificare. Questo per noi rappresenta davvero un brutto gesto, che arriva proprio quando la mostra sta riscuotendo un grande successo di pubblico, non solo famiglie, ma anche giovani, coppie, oltre a visitatori specialisti del settore, come paleontologi, geologi ed archeologi, e a studenti universitari. Nonostante il dispiacere del furto abbiamo la soddisfazione del pubblico che sta facendo registrare un indice gradimento del 100%, non proprio scontato per una mostra di questo livello. Ora aumenteremo i controlli e la videosorveglianza”.

Falangi trafugate

La mostra

La mostra evento “Lost hangar, dinosauri rivelati” alla sua prima mondiale a Padova rappresenta la più grande collezione di fossili di dinosauri in Italia riunita assieme per la prima volta in una mostra itinerante. Espone oltre 500 reperti originali di paleontologia, etnografia, archeologia, zoologia ed astronomia, descrivendo tutto l'arco di esistenza di questi enormi animali fino alle ipotesi più accreditate sulla loro estinzione alla fine del Mesozoico segnando il passaggio al Cenozoico, l'era dei mammiferi.

La mostra internazionale presenta in anteprima mondiale alcuni scheletri fossili completi provenienti da Asia, Africa e America, fra cui spiccano i resti di un esemplare originale di Tazoudasaurus naimi della lunghezza di circa 9 metri, sauropode estinto quando i continenti erano uniti nella Pangea oltre 180 milioni di anni fa, e lo scheletro fossile ribattezzato Henry, un esemplare di Hypacrosaurus vissuto 75 milioni di anni fa.

Code alla mostra evento padovana

Conosciamo meglio il Psittacosaurus

Anche se l'occasione è spiacevole, ci offre un assist per conoscere meglio il Psittacosaurus, ovvero l'esemplare che ha subito l'amputazione.

Dinosauro vissuto nel Cretacico inferiore (145-99 milioni di anni fa) popolando le aree geografiche della Cina, della Mongolia e della Russia. Considerato uno dei primi rappresentanti del gruppo dei ceratopsidi che vedrà fra le sue fila il Triceratops, Psittacosaurus aveva una postura quadrupede da giovane e bipede da adulto, mantenuta soprattutto nella corsa.

Riconoscibile dalla testa rotonda e per l’inconfondibile becco simile a quello di un pappagallo che utilizzava per recidere la vegetazione mentre con i denti situati nella parte posteriore della bocca, triturava il cibo. Le varie specie di Psittacosaurus differiscono e variano tra loro per dimensioni e per le caratteristiche anatomiche di cranio e scheletro, anche se condividono la forma generale del corpo.

Psittacosaurus

La specie più nota, P. mongoliensis, poteva raggiungere anche i 2 metri di lunghezza. Il peso massimo di un animale adulto probabilmente si aggirava sui 20 kg. Alcune specie come P. lujiatunensis, P. neimongoliensis e P. xinjiangensis avevano dimensioni simili, altre invece come P. sinensis e P. meileyingensis erano di dimensioni inferiori. La specie P. ordosensis, in particolare, era la più piccola di tutte, circa il 30% in meno di P. mongoliensis. Le specie più grandi erano invece P. lujiatunensis e P. sibiricus. Si muoveva in foreste dal fitto sottobosco camuffandosi grazie a setole filiformi simili a penne che gli facevano assumere l'apparenza delle ombre per confonderlo con il suo habitat.

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