Strage senza fine

In barella al funerale del figlio morto nel suo stesso incidente sul lavoro

Robert Pricopi Cosmin, 20enne di Codigoro, è morto in un incidente sul lavoro mentre era in cantiere con il padre Fanel, che nonostante sia in gravi condizioni non è mancato alle esequie. La foto è un pugno nello stomaco

In barella al funerale del figlio morto nel suo stesso incidente sul lavoro
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Un'immagine straziante, che colpisce dritta al cuore. Perché perdere un figlio per un genitore è la cosa peggiore che possa accadere, e perderlo  nello stesso incidente sul lavoro nel quale il genitore è invece sopravvissuto è ancora più tremendo. E' la storia di Robert Pricopi, morto a vent'anni, e di suo padre Fanel, sopravvissuto allo stesso sinistro, nel quale ha perso la vita anche un collega. Il padre, ancora allettato e in condizioni serie, ha voluto a tutti i costi partecipare al funerale del ragazzo, e per farlo è arrivato sul letto.

(immagine di copertina per gentile concessione di Filippo Rubin, per La Nuova Ferrara)

In barella al funerale del figlio morto nel suo stesso incidente sul lavoro

Di incidenti sul lavoro purtroppo parliamo ogni giorno. Una strage senza fine. Questo si è verificato lo scorso 15 maggio 2023 a Jolanda di Savoia in provincia di Ferrara, nella discarica di via Gran Linea.  Il cestello su cui stavano lavorando Robert Pricopi Cosmin, 20 anni, il padre Fanel e un collega cinquantenne, Ionel Costin,  è improvvisamente precipitato al suolo facendo fare loro un volo di una decina di metri.

Robert dopo essere stato trasportato in elicottero e ricoverato in codice di massima urgenza e gravità all’ospedale Maggiore di Bologna, si è spento nella notte tra martedì 16 e mercoledì 17 maggio 2023. Il collega è deceduto qualche giorno dopo, mentre il padre si è salvato, riportando gravissime ferite alle gambe.

Roberto Pricopi Cosmin

Il padre al funerale del figlio

L'immagine scattata da Filippo Rubin racconta tutto. L'amore di un padre, la disperazione per la perdita di un figlio, il desiderio di stare fino all'ultimo secondo con lui, anche di fronte al dolore. La cerimonia si è tenuta nella chiesa ortodossa di via Carlo Mayr a Ferrara. E Fanel non ha voluto mancare. Nonostante debba essere sottoposto a un delicato intervento per le ferite subite, ha chiesto ai volontari della Croce Blu di essere accompagnato alle esequie. Ed è arrivato allettato, con entrambe le gambe ingessate, per dire addio a suo figlio. In una mano teneva la foto di Robert, con l'altra toccava il feretro, quasi ad accarezzare per l'ultima volta quel ragazzo strappato alla vita troppo presto per qualcosa che - non ci stancheremo mai di dirlo - non dovrebbe succedere mai.

L'immagine di questo padre dovrebbe far riflettere davvero su quanto, al di là delle parole di circostanza, sia necessario fare qualcosa per fermare una strage sul lavoro che causa in media almeno tre morti al giorno in Italia.

Quattro indagati (c'è pure il padre)

La vicenda ha avuto naturalmente anche un aspetto giudiziario. Il pubblico ministero Isabella Cavallari ha indagato quattro persone: oltre al titolare della ditta per cui i tre operai stavano lavorando, anche due tecnici (chi periziò la gru e chi fece manutenzione) e,  pure lo stesso Fanel, in qualità di capocantiere. Quest'ultimo, come si apprende da fonti giudiziarie, sarebbe però semplicemente un atto formalmente dovuto.

Il dolore del sindaco

A raccontare chi era Robert ci ha pensato anche il sindaco di Codigoro Sabina Alice Zanardi in un accorato post sui social.

"La nostra comunità sta attraversando l’ennesimo momento buio, drammatico. Questo cielo ha pianto tutte le sue lacrime per il nostro Robert Pricopi, un ragazzo così speciale, così giovane, così pieno di vita e di sogni.

Ho avuto la fortuna di conoscere quel ragazzo dai modi gentili, con un grande mondo interiore da scoprire ed esprimere, grazie alla sua passione per la musica. Aveva un grandissimo talento e altrettanta ambizione e creatività. Ci sono così tante emozioni che vorrei esprimere adesso, sono addolorata, arrabbiata, incredula, ma so che nessuna di queste potrà riportarlo in vita. Questa tragedia è così ingiusta e non trova spiegazioni, in questa vita che tutto dona e tutto toglie.

Li senti parlare questi giovani uomini del domani, senti tutto il loro entusiasmo, le idee e la speranza che si fanno spazio in ogni angolo di sguardo e di parola e ricominci a vivere e a sperare con loro, e poi, improvvisamente, la fine. Sono tanti gli amici di Robert che lo ricordano con affetto fraterno, distrutti dal dolore; gli stessi amici con cui condivideva le passioni più grandi: l’arte, la musica, il rap e i pomeriggi al Centro Sociale di Codigoro".

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