Strage alla riunione di condominio. L'arma rubata al poligono e lo zaino con 6.000 euro in contanti
Tre donne sono state uccise. L'aggressore, Claudio Campiti, è stato disarmato dagli altri condomini.
Una riunione di condominio finita nel sangue: è di tre morti e almeno quattro feriti il bilancio della sparatoria avvenuta nella mattinata di domenica 11 dicembre 2022 a Roma, a Fidene. (foto copertina da Twitter)
Roma, riunione di condominio finisce nel sangue: tre morti
La tragedia si è consumata fuori da un bar di via Monte Gilberto, nel quartiere Fidene, a Nord Est di Roma. Qui, attorno alle 9.30, un uomo, Claudio Campiti, ha iniziato a sparare durante la riunione di condominio, uccidendo tre donne.
Secondo un prima ricostruzione la lite sarebbe iniziata nel condomino del civico 43 e poi degenerata nel bar al civico 21 dove l’uomo ha cominciato a sparare contro i vicini di casa e altri clienti del locale.
Secondo quanto si apprende, a un certo punto l'uomo - che sarebbe stato in passato denunciato per minacce - ha estratto l'arma da fuoco e iniziato a sparare contro le donne, che in quel momento stavano tenendo la riunione di condominio. In tutto sarebbero stati esplosi 7-8 colpi, prima che gli altri condomini riuscissero a disarmarlo e a trattenerlo sino all'arrivo dei Carabinieri. Pare che a favorire l'intervento dei condomini sia stato un improvviso inceppamento dell'arma.
Anche quattro feriti
Oltre alle tre donne che hanno perso la vita, ci sarebbero anche quattro feriti, di cui due in gravi condizioni. Sono state ricoverati all'ospedale Agostino Gemelli, all'ospedale Sandro Pertini, al Sant’Andrea e all'ospedale Umberto I di Roma.
Il post di Giorgia Meloni
Una delle vittime era Nicoletta Golisano, commercialista 50enne, amica della premier Giorgia Meloni, che ha postato una foto insieme, ricordandola con parole commosse:
"Nicoletta era una mamma protettiva, un’amica sincera e discreta, una donna forte e fragile allo stesso tempo. Ma era soprattutto una professionista con un senso del dovere fuori dal comune. È stato quel senso del dovere a portarla lì, di domenica mattina, dove un uomo la aspettava per ucciderla a colpi d'arma da fuoco, insieme ad altre due donne, durante una riunione di condominio a Roma.
Nicoletta era mia amica. Lascia il marito Giovanni e uno splendido bambino di dieci anni, Lorenzo. Con la sua, altre famiglie, alle quali esprimo tutta la mia vicinanza, sono state distrutte.
L'uomo che ha ucciso queste tre donne innocenti, e ha ferito altre tre persone, è stato fermato e spero la giustizia faccia quanto prima il suo corso. Il poligono dal quale aveva sottratto la pistola (il porto d'armi gli era stato rifiutato) è sotto sequestro.
Eppure la parola "giustizia" non potrà mai essere accostata a questa vicenda. Perché non è giusto morire così.
Nicoletta era felice, e bellissima, nel vestito rosso che aveva comprato per la festa del suo cinquantesimo compleanno, qualche settimana fa. Per me sarà sempre bella e felice così.A Dio Nico. Ti voglio bene".
Le altre due donne che hanno perso la vita sono Sabina Sperandio, 71 anni, ed Elisabetta Silenzi, 55 anni.
L'arma rubata al poligono
La "gestazione" della tragedia ha del clamoroso. Campiti in mattinata si era recato al poligono del Tiro a segno nazionale di Tor di Quinto, dove è iscritto. Ha pagato la quota per accedere alla linea di tiro e si è fatto consegnare una pistola, una Glock calibro 9. Poi ha acquistato le munizioni, ma anziché andare alla linea di tiro è uscito e si è diretto alla riunione di condominio. Il poligono è al momento stato posto sotto sequestro dagli inquirenti.
Intanto emergono altri dati: Campiti, che già da tempo aveva minacciato il Consiglio di amministrazione che gestisce il complesso sul lago di Turano dove anche lui ha un appartamento, aveva con sé circa 170 proiettili e un caricatore. Inoltre, nello zaino aveva il passaporto, alcuni vestiti e seimila euro in contanti. Aveva intenzione di fuggire? Solo le indagini potranno chiarirlo.