Risarcimento da 90mila euro "per lo stress" a un naufrago della Concordia
Al passeggero è stato riconosciuto il danno da stress post traumatico in seguito all'incidente.
Sulla vicenda del naufragio della Costa Concordia un nuovo capitolo: risarcimento record a un passeggero per lo stress subìto.
Naufragio Costa Concordia, risarcimento per lo stress: il fatto
La vicenda, purtroppo entrata nelle pagine dei nostri libri di storia, conta da oggi di un nuovo capitolo.
Uno sviluppo giudiziario decisamente inaspettato e che potrebbe rappresentare un precedente che potrebbe fare Giurisprudenza.
Il Tribunale di Genova ha infatti deciso che la Costa Crociere dovrà risarcire con 92.700 euro Ernesto Carusotti, un passeggero che la notte del 13 gennaio 2012 era a bordo della nave Costa Concordia, naufragata di fronte all’isola del Giglio.
Una vicenda ancora davanti nostri occhi
Un evento che ancora milioni di italiani hanno negli occhi anche per il seguito mediatico dei soccorsi legati all'abbandono della nave da parte del suo comandante, Francesco Schettino.
Oggi, come detto, un nuovo capitolo.
La prima sezione civile del tribunale del capoluogo ligure ha riconosciuto sia il danno patrimoniale sia quello non patrimoniale subiti dal passeggero.
Nel primo caso si tratta dei beni che hanno un valore economico, nel secondo si afferisce alla sfera di diritti delle persone, come quello alla salute. In questo caso al passeggero è stato riconosciuto il danno da stress post traumatico subito a causa dell’incidente.
Costa Concordia, un naufragio drammatico
Il naufragio della Costa Concordia avvenne incredibilmente a 500 metri dal porto dell’isola del Giglio, quando la nave urtò (forse avvicinandosi troppo a riva per "salutare" gli isolani) uno scoglio provocando uno squarcio di 70 metri nello scafo. La nave si inclinò sul lato di dritta (a destra) fino ad appoggiarsi sul fondale, ma restando comunque per gran parte emersa.
A bordo, tra passeggeri ed equipaggio, c’erano oltre 4.200 persone: la maggior parte si salvò grazie alle scialuppe, mentre altre furono recuperate da motovedette ed elicotteri.
Il naufragio e i morti
Nel naufragio morirono 32 persone anche per via anche dell'allarme non dato repentinamente dal comandante che, tra l'altro, si era reso protagonista di un clamoroso abbandono della nave.
Celeberrimo il dialogo telefonico tra lo stesso Schettino e Gregorio De Falco, allora capo della sezione operativa della Capitaneria di porto di Livorno (e poi approdato in Parlamento con il M5S).
Il comandante della nave fu condannato in via definitiva a 16 anni per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio e abbandono di nave.