UN TORMENTONE

Reddito di cittadinanza: dichiarava di avere otto figli, ma ne aveva solo due

E a Torino un'operatrice truffaldina del Caf aveva dato il sostegno a 314 stranieri nemmeno residenti in Italia, per quasi 1 milione e mezzo di euro rubati allo Stato.

Reddito di cittadinanza: dichiarava di avere otto figli, ma ne aveva solo due
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Reddito di cittadinanza e furbetti, un tormentone continuo. Come quello di un cittadino che dichiarava di avere otto figli, ma in realtà... ne aveva solo due.

Caccia ai furbetti, c'è chi si "inventa" figli

Come racconta Prima Treviglio non c'è ormai più limite all'inventiva dei furbetti del reddito di cittadinanza tanto che c'è addirittura chi "irrobustisce" il proprio nucleo di ben sei figli quando invece ne ha messi al mondo solo due.

Una vicenda paradossale, emblematica, di uno strumento di sostegno nato sotto i migliori propositi (anche alla luce di alcune positive esperienze europee), ma che invece si sta rivelando molto spesso occasione di truffe e raggiri.

Come appunto a Treviglio, un comune di 30mila abitanti in provincia di Bergamo, dove l'Amministrazione comunale attraverso una sorta di 007 dei Servizi sociali ha fatto partire una serie di controlli serrati per stanare appunto situazioni anomale: ben 22 quelle scoperte in poco tempo in questo 2022.

Aveva otto figli, ma solo per raggirare il Comune

Tra i casi che più hanno fatto scalpore, c'è quello di un cittadino che per ottenere il Reddito di cittadinanza aveva dichiarato di avere 8 figli: in realtà ne aveva soltanto due.

Un caso clamoroso che ha provocato anche la reazione indignata da parte dell'Amministrazione comunale:

"Per colpa di questi furbetti, pagano le conseguenze le persone che hanno bisogno davvero".

Reddito di cittadinanza, i controlli a tappeto

Del resto, già nel 2021 il Comune aveva già provveduto a segnalare 49 casi di difformità di cui 29 casi di dichiarazioni mendaci ai quali è stato revocato il beneficio.

Da gennaio a luglio, in seguito a ulteriori controlli, ad altre 22 persone è stato revocato con diverse motivazioni diverse: il mancato requisito della residenza in Italia da almeno 10 anni (di cui gli ultimi due in modo continuativo), la mancata sottoscrizione di immediata disponibilità al lavoro e così via.

In totale il beneficio è stato revocato a 51 cittadini precettori di reddito di cittadinanza trevigliesi su 771.

Da Treviglio a Torino, truffa milionaria

Da Treviglio a Torino, il passo è breve. E ancora si parla di reddito di cittadinanza e raggiri.

Come racconta Prima Torino, nel capoluogo piemontese la Guardia di Finanza ha concluso un’articolata indagine di polizia giudiziaria in materia di indebita percezione del reddito di cittadinanza e di emergenza, che ha portato all’emissione di cinque provvedimenti cautelari personali.

Le indagini e gli accertamento del caso hanno consentito di scoprire che alcune persone (prevalentemente cittadini romeni) possano aver falsamente dichiarato, nella domanda di accesso al beneficio, di risiedere presso il capoluogo piemontese.

Come agivano i "furbetti"

Secondo quanto emerso i "furbetti del reddito" hanno potuto contare sulla complicità di una dipendente del patronato Enasc che agiva con il marito.

Le indagini, esperite tramite attività tecniche, acquisizioni documentali, analisi forense di supporti informatici nonché sequestri di documentazione presso il citato Patronato, hanno permesso di acquisire elementi per ritenere, allo stato, non sussistenti i requisiti normativamente previsti per l’elargizione dell’emolumento nei confronti di 314 beneficiari, stranieri nemmeno residenti in Italia.

La dipendente avrebbe predisposto e trasmesso, utilizzando documenti e dichiarazioni ritenute in ipotesi di accusa false, le istanze finalizzate all’erogazione del reddito di cittadinanza, pur in assenza del previsto requisito della residenza per almeno 10 anni sul territorio nazionale (di cui gli ultimi 2 anni in modo continuativo).

Reddito di cittadinanza, truffa da quasi 1 milione e mezzo

Alla dipendente del patronato è stato disposto il sequestro di una somma di quasi 8mila euro, mentre la stima della truffa ai danni dello Stato per l'erogazione dei redditi di cittadinanza ammonterebbe a quasi 1 milione e mezzo di euro.

L'indagine, tra persone denunciate e ai domiciliari riguarda 9 persone e i beneficiari finiti nel mirino della Gdf sarebbero circa 3mila.

La nota dell'UNSIC nazionale

L’UNSIC nazionale, il CAF UNSIC nazionale ed il Patronato ENASC evidenziano la loro assoluta estraneità a fatti e condotte contestati dalla Guardia di Finanza di Torino ad operatori di una locale struttura sindacale per irregolarità nell’elaborazione di richieste per reddito di cittadinanza.

L’UNSIC nazionale annovera migliaia di sedi ed operatori su tutto il territorio italiano, che negli oltre vent’anni di attività della nostra organizzazione hanno sempre operato con attenzione e professionalità, subendo – tra l’altro - ingiusto nocumento dalle notizie odierne, che per noi risultano caso sporadico.

Nell’immediato, al personale interessato dalle indagini, da parte dell’UNSIC sono state revocate le credenziali d’accesso ai portali istituzionali al fine di permettere agli inquirenti ogni dovuta serenità nella conduzione delle indagini.

Laddove le accuse dovessero trovare fondamento, l’UNSIC si costituirà parte civile nell’eventuale processo penale per la tutela della propria immagine e degli interessi degli iscritti in tutta Italia.

Ufficio legale UNSIC

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