Rapito dal papà e portato in Romania, bimbo di 5 anni ritrovato su un treno
Il piccolo era stato strappato dalle mani della mamma a Padova martedì. Rintracciato con il padre su un treno al confine tra Ungheria e Romania.
Il padre lo aveva rapito prelevandolo da scuola a Padova e stava cercando di portarlo all'estero. Un piano molto articolato tanto da riuscire a eludere tutte le telecamere di sicurezza e ad arrivare sino al confine tra l'Ungheria e la Romania. Come racconta Prima Padova, è stato ritrovato nella notte tra giovedì 7 e venerdì 8 ottobre 2021 il bambino di cinque anni letteralmente strappato dalle braccia della madre dal papà Bogdan con l'aiuto di tre complici. Il padre e il figlio sono stati sono stati rintracciati dalla polizia di frontiera rumena a bordo di un treno tra Ungheria e Romania, in località Curtici (importante nodo ferroviario di transito dei treni internazionali che collegano proprio Romania e Ungheria).
Rapito dal papà e portato in Romania: ritrovato su un treno
La vicenda aveva avuto inizio martedì 5 ottobre 2021 quando negli uffici della Stazione dei Carabinieri di Padova si è presentata Alexandra Moraru, 26enne mamma del piccolo. La donna ha denunciato di essere stata aggredita mentre accompagnava alla scuola materna il figlioletto da tre uomini, tra cui l'ex convivente 31enne, Bogdan Hristache padre del bambino e residente in Romania. L'uomo aveva caricato il piccolo a bordo di un automezzo con cui si il gruppo si era dato alla fuga a folle velocità.
Immediatamente sono partite le indagini dei Carabinieri, che sono partiti dal tentativo di ricostruire gli spostamenti del furgone, anche nei giorni precedenti al sequestro.
Un piano articolato, ma...
Il blitz però era stato premeditato e studiato nei minimi dettagli dal padre. Per rapire il piccolo l'uomo non ha lasciato nulla al caso. In particolare per guadagnarsi una fuga rapida e al riparo da occhi (elettronici) indiscreti. Sapeva bene che - una volta scattato l'allarme - per lui sarebbe molto difficile sparire nel nulla con il figlio appena sequestrato, strappandolo alle braccia di mamma Alexandra, a bordo del furgone nero con targa straniera utilizzato per il blitz. Ecco perché il rapimento del piccolo è stato studiato a tavolino, ampiamente premeditato, a cominciare dall'osservazione dei movimenti della madre, che ha riferito di aver notato una donna, nei giorni precedenti al blitz, che la seguiva. Individuato il luogo e il momento più adatto, il commando è entrato in azione prelevando David. E' successo tutto in pochi attimi.
Poi la fuga, con un percorso studiato ad hoc per evitare le telecamere di sorveglianza. Evitato accuratamente anche il passaggio in autostrada, punto sensibile dove, da subito, si sono concentrati i controlli delle Forze dell'ordine.
... è rimasta una traccia
Come in ogni giallo che si rispetti, però, il colpevole ha lasciato una piccola traccia. Il furgone nero è stato infatti ripreso in transito da uno dei varchi comunali di Padova - quello di Plebiscito/Vigodarzere/Tangenziale - alle 8.34 di martedì. Poco dopo il rapimento del piccolo.
Il ritrovamento del furgone
Il mezzo è stato poi ritrovato dai Carabinieri alle 22.30 di mercoledì 6 ottobre a Limena, sempre in provincia di Padova. Il furgone era stato lasciato nei pressi di un'officina meccanica. Recuperato il veicolo, è stato trasportato in area protetta per l'esecuzione dei rilievi tecnici.
Le foto sul treno
Gli accertamenti delle Forze dell'ordine sono poi ulteriormente proseguiti, puntando verso Est. I militari hanno infatti ipotizzato - a ragione - che il padre volesse riportare il figlioletto in Romania. Un'intuizione vincente, confermata anche da alcune foto pubblicate sui social network da Hristache, che ritraevano il figlio a bordo di un treno. Il bambino nelle immagini e in un video, appariva comunque tranquillo e sereno, e giocava con il papà.
Il padre e il figlio sono stati sono stati rintracciati dalla polizia di frontiera rumena a Curtici, al confine con l'Ungheria. Il piccolo, preso in consegna dalla Polizia, è stato ora messo sotto protezione del giudice minorile, mentre il padre, in attesa di provvedimenti, è a disposizione dell'autorità giudiziaria.