Notte di paura e violenza per un quindicenne con disabilità, vittima di un sequestro e di ripetute torture da parte di tre coetanei, due ragazzi e una ragazza, tutti minorenni. L’incubo si è consumato la notte di Halloween, tra il 31 ottobre e il 1° novembre, tra Moncalieri e Torino.
Secondo quanto denunciato dalla madre e confermato dai primi accertamenti dei carabinieri, il ragazzo sarebbe stato attirato con l’inganno a una festa da quelli che credeva amici, rinunciando a passare la serata con il nonno. Giunto all’appartamento, i tre lo avrebbero segregato, picchiato, rasato e bruciato con una sigaretta, prima di costringerlo a uscire di casa e a subire ulteriori umiliazioni.
Il sequestro e le violenze
Una volta entrato nell’abitazione, il quindicenne sarebbe stato privato del cellulare, chiuso in bagno per circa due ore e sottoposto a insulti e percosse. Quando è stato fatto uscire, gli aggressori gli avrebbero rasato i capelli e le sopracciglia con una lametta, procurandogli anche tagli alla palpebra, e gli avrebbero spento una sigaretta sulla caviglia.
Le violenze, tuttavia, non si sarebbero fermate tra le mura domestiche. Sotto la minaccia di un coltello e di un cacciavite, il gruppo avrebbe costretto la vittima a uscire a torso nudo, a mettersi sotto una fontanella tra sputi e offese, e poi a immergersi nel fiume Po. Il ragazzo è stato infine abbandonato nei pressi della stazione di Porta Nuova, dove gli è stato restituito il telefono.
Solo in quel momento è riuscito a contattare i genitori. La madre, che aveva creduto che il figlio fosse a dormire dal nonno, ha raccontato l’accaduto in un post pubblicato su Facebook nel gruppo “Sei di Moncalieri se (official)”, poi rimosso dopo poche ore. “Io ringrazio Dio che mio figlio è vivo, voglio solo giustizia”, ha scritto la donna, definendo i responsabili “mostri”.
Le indagini dei carabinieri
I carabinieri della compagnia di Moncalieri hanno confermato la denuncia e avviato un’indagine per ricostruire nel dettaglio la dinamica dei fatti. Sono in corso verifiche sui filmati delle telecamere di sorveglianza, sulle celle telefoniche e sulle testimonianze di chi potrebbe aver assistito alle fasi successive del sequestro.
Al momento, tra le ipotesi di reato figurano sequestro di persona e lesioni aggravate, ma non si escludono ulteriori contestazioni. I minorenni coinvolti sarebbero già noti alle forze dell’ordine e sono stati segnalati alle autorità giudiziarie competenti.
Il sindaco Montagna: “Storia agghiacciante”
La vicenda ha sconvolto la comunità di Moncalieri e di Torino.
“È una storia dai contorni agghiaccianti, su cui auspico che le forze dell’ordine facciano presto piena luce”, ha dichiarato il sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna, che ha espresso solidarietà alla famiglia. “Qualunque sia l’esito delle indagini, questa vicenda lascerà una ferita indelebile sulla vita di un ragazzo e della sua famiglia.”

Anche il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha definito l’episodio “gravissimo”, aggiungendo:
“Violenza, sopraffazione e mancanza di rispetto verso il prossimo sono segnali di un disagio profondo che non può lasciarci indifferenti. Serve un impegno corale delle istituzioni, della scuola e delle famiglie per restituire ai più giovani i valori dell’educazione e del rispetto.”
La notizia ha suscitato indignazione e sgomento tra i cittadini. Scuole, associazioni e istituzioni locali stanno valutando iniziative di sensibilizzazione contro il bullismo e la violenza giovanile. In città si parla di rafforzare gli sportelli di ascolto psicologico per intercettare precocemente situazioni di disagio.
Intanto, il quindicenne – medicato all’ospedale Santa Croce di Moncalieri – si sta riprendendo dalle ferite fisiche, ma resta sotto osservazione per il forte trauma psicologico subito.
I recenti e più gravi episodi di bullismo in Italia
L’episodio di Moncalieri non è purtroppo un caso isolato. Negli ultimi mesi, diversi episodi di bullismo e violenza tra adolescenti hanno scosso l’opinione pubblica italiana.

A settembre 20205, Paolo Mendico, appena 14enne, si tolse la vita nella sua cameretta alla vigilia del rientro a scuola. Il ragazzo, residente a Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina, è stato logorato dalle vessazioni subite per lungo tempo da coetanei: insulti, prese in giro, scherzi continui per il suo carattere sensibile e per i buoni risultati scolastici. Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo per istigazione al bullismo.

La scomparsa di Paolo Mendico, ha presto ricordato il simile e altrettanto tragico caso di Leonardo Calcina – appena 15 anni – trovato morto suicida nelle campagne di Senigallia la notte del 13 ottobre 2024. Il ragazzo si tolse la vita utilizzando la pistola del padre, un vigile urbano. Secondo quanto raccontato dai genitori, poco prima avrebbe tentato un confronto con alcuni compagni, accusati di bullismo e di continue vessazioni, ma senza ottenere una soluzione. Negli ultimi mesi, infatti, il giovane aveva confidato un forte disagio, manifestando il desiderio di lasciare la scuola e arruolarsi nell’esercito pur di sfuggire a insulti, minacce e prese in giro che subiva quotidianamente, persino in classe.