Finisce nell'impastatrice del cemento e muore, gli mancavano pochi mesi alla pensione
Raffaele Boemio aveva 62 anni. E' morto in cantiere giovedì 16 maggio 2024
Non si ferma la piaga degli incidenti sul lavoro. L'ennesimo morto è un lavoratore esperto, a cui mancavano pochi mesi alla pensione. Raffaele Boemio, 62 anni, è morto a Cancello ed Arnone (Caserta) giovedì 16 maggio 2024, dopo essere finito in una impastatrice per il cemento.
Finisce nell'impastatrice del cemento e muore
La tragedia è avvenuta nel pomeriggio in un cantiere per l'installazione della fibra ottica. Per cause ancora da chiarire Boemio è finito nell'impastatrice per il cemento e non ha avuto scampo.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco che sono riusciti a liberarlo, ma oramai per lui era troppo tardi. Gli operatori dell'ambulanza hanno solo potuto constatarne il decesso.
Sulla salma è stata disposta l'autopsia per chiarire la dinamica e la causa effettiva della morte. Della vicenda si stanno occupando i Carabinieri.
Chi era Raffaele Boemio
Raffaele Boemio era un operaio esperto. Originario di Afragola, aveva 62 anni, era dipendente della ditta Dap di Nola e tra pochi mesi sarebbe andato finalmente in pensione. Un traguardo che purtroppo non potrà mai raggiungere a causa dell'ennesimo incidente mortale sul lavoro (solo in Campania da inizio anno sono stati 18).
La rabbia dei sindacati
Sulla tragedia è intervenuta la Cgil provinciale.
"Chi per vivere ha bisogno di lavorare non può perdere la vita mentre lavora, è inaccettabile - ha dichiarato Sonia Oliviero, segretaria generale della Cgil Caserta -. È da sempre che chiediamo il rispetto della normativa sulla salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, un modello di impresa che non pensi solo al profitto ma che anteponga la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori e, soprattutto, il rispetto della normativa e delle regole".
"Sono necessarie politiche attive del lavoro, per assumere ispettori e potenziare i controlli, è necessario investire sulla prevenzione e sulla cultura della sicurezza. Ma soprattutto è necessario intervenire sulle leggi che generano insicurezza e morte, perché le lacrime e la costernazione non riportano in vita gli operai e, soprattutto, non servono a prevenire gli incidenti mortali. Aspettiamo le indagini che accerteranno la dinamica dell'incidente, convinti che a questa mattanza bisogna mettere la parola fine, intervenendo seriamente e contrastando tutte le leggi che questo governo ha posto in essere e che hanno generato precarietà, insicurezza e fragilità".