ADUNATA NELLA BUFERA

Raduno Alpini a Rimini: putiferio ormai irrefrenabile, c'è la prima denuncia per molestie

L'associazione "Non Una di Meno" accusa. L'Ana si difende e chiede di "non generalizzare". Il ministro Guerini: "Episodi gravissimi".

Raduno Alpini a Rimini: putiferio ormai irrefrenabile, c'è la prima denuncia per molestie
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In soli quattro giorni sono state oltre 150 le donne che hanno raccontato - sulla pagina Instagram e Facebook di "Non una di meno" - di aver subito molestie, verbali o fisiche. E c'è un comune denominatore: i soprusi sarebbero avvenuti a Rimini lo scorso fine settimana, quando è andata in scena la novantatreesima adunata degli Alpini. Tante, tantissime testimonianze, e in queste ore sono arrivate anche le prime denunce.

Pioggia di testimonianze di donne che accusano gli Alpini di molestie

L'associazione femminista "Non Una di meno" ha invitato le persone che hanno subito molestie a raccontare la propria esperienza e in molte, soprattutto lavoratrici nel settore del turismo, lo hanno fatto.

Già perché l'adunata degli Alpini a Rimini ha prodotto un indotto importante: 400mila arrivi turistici e bar, ristoranti e alberghi costretti agli straordinari per un ricavo stimato in ben 150 milioni di euro.  Una folla tra cui sarebbe successo un po' di tutto.

Le prime denunce

Ora, come detto, sono arrivate anche le prime denunce. A dare il la una 26enne che si è presentata dai Carabinieri con il suo avvocato e ha raccontato di essere stata strattonata e insultata tra la folla da tre Alpini.  Ma le associazioni che stanno seguendo la vicenda hanno annunciato di aver raccolto anche altro materiale che presenteranno a breve alle Forze dell'ordine.

"Ci stiamo attivando tramite i nostri avvocati per accompagnare in questura chiunque ne faccia richiesta. Chiediamo che queste adunate non si ripetano mai più in nessuna città".

Gli episodi sarebbero tantissimi: fischi, volgarità mimate e pronunciate, minacce e vere e proprie molestie che avrebbero colpito diverse persone colpevoli solo di voler vivere la propria città. E quando - del tutto legittimamente - alcune donne finite del mirino avrebbero tentato di difendersi, gli artefici delle molestie avrebbero tentato di sminuire la gravità dei loro gesti, classificandoli come goliardia. 

Le testimonianze

I racconti, come anticipato, sono moltissimi. C'è Adriana, 27 anni, che sabato pomeriggio era a Rimini a spasso con un'amica, che racconta che nell'arco di qualche minuto si è ritrovata in mezzo a un cerchio di 8-10 uomini, tutti over 50, con la "divisa". La mettono davanti a un signore con i capelli canuti, lui le scosta il giubbino di pelle dalla spalla, glielo apre sul seno, glielo sfiora. L'amico, un altro signore di mezza età, le dice "sai, lui è un chirurgo plastico, se vuoi ti dà una sistemata".

La ragazza racconta di aver gridato, l'unica a intervenire però sarebbe stata la sua amica. Gli altri ridevano: solidarietà maschile?

E poi c'è la donna che lavora in un hotel, che sostiene di essere stata spinta in un angolo da un gruppo di 12 alpini ubriachi, fin dietro il bancone. Le chiedono di andare a fare la doccia con loro, fortunatamente c'è un collega che prontamente interviene. Il giorno dopo ancora, un gruppetto la intercetta e uno di loro le stampa due baci in faccia a tradimento.

Lasciano interdetti anche i racconti di Amina, 27 anni, che lavora in un'enoteca del cento di Rimini. La giovane racconta di essere stata molestata verbalmente dalle Penne Nere durante tutto il suo servizio, con frasi del tenore: "Che sport fai per avere questo bel culo?" e aggiunge:

"Ma visto che sono mezza nera mi hanno dedicato un saluto fascista".

Anche Francesca, barista di 24 anni, ha detto:

"Mentre servivo all'esterno un signore sui 70 anni mi ha tirato a sé con una tale forza da farmi atterrare sulle sue ginocchia. Non ho detto nulla perché il bar era così pieno che non volevo creare problemi. Ma mi ha fatto schifo e non è stato neppure l'unico episodio".

Come un altro avventore che avrebbe approfittato di un momento con la mascherina abbassata per provare a baciarla.

Sono solo alcune fra le tantissime testimonianze. Episodi in cui nessuno sarebbe intervenuto a interrompere le molestie, salvo colleghi e amici delle vittime. Tre anni fa a Milano, sempre durante un ritrovo degli Alpini, decine di ragazze e donne raccontarono, alla medesima stregua, di essere state toccate e abusate verbalmente.

E' vero che sotto accusa non è una categoria, ma il comportamento di singole persone. Ma è pur vero, non prendiamoci per i fondelli, che a quelle singole persone non sarebbe venuto in mente di oltrepassare il limite al di fuori di un contesto come quello dell'adunata: la goliardia alimentata dall'atmosfera di gruppo in una sorta di reazione a catena, complice magari anche qualche bicchiere di troppo, è trascesa in modo incontrollabile. Non si può neppure escludere nemmeno che ad incidere siano stati anche i due anni di stop forzato, con un'euforia per una ritrovata libertà deragliata oltre i binari della continenza, ma soprattutto del rispetto.

La difesa degli Alpini

Il putiferio montato a livello nazionale è ormai irrefrenabile e Ana, l’associazione nazionale degli Alpini che ha di fatto organizzato l’evento si difende e parla di infiltrati:

"Prendiamo le distanze e stigmatizziamo i comportamenti incivili segnalati che non appartengono a tradizioni e valori che da sempre custodiamo. Ci sono centinaia, se non migliaia, di giovani che pur non essendo alpini, approfittano della situazione: a costoro, per mescolarsi alla grande festa, basta infatti comperare un cappello alpino, per quanto non originale, su qualunque bancarella. Un occhio esperto riconosce subito un cappello “taroccato”, ma la tendenza è nella maggior parte dei casi a generalizzare. La grandissima maggioranza dei soci dell’Ana, poi, a causa della sospensione della leva nel 2004, oggi ha almeno 38 anni: quindi persone molto più giovani difficilmente sono autentici alpini".

In realtà tutto quadrerebbe...perché nei racconti delle presunte molestie si parla sempre di uomini over 50. Per una volta, insomma, non si può dare la colpa alle nuove generazioni.

Il ministro Guerini: "Episodi gravissimi"

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, presente domenica all'Adunata nazionale:

"I comportamenti raccontati da alcune donne  sono gravissimi. Episodi che certamente andranno accertati dagli organi competenti, ma che non possono e non devono essere sottovalutati. Episodi, voglio ribadirlo con forza, che sarebbero all'opposto dei valori degli Alpini e di una manifestazione che è celebrazione di solidarietà, principi e bellissime tradizioni. È sbagliato fare generalizzazioni, ma allo stesso tempo non ci deve essere nessuna tolleranza: le molestie e le violenze non devono mai e in nessun caso trovare alcuna giustificazione e vanno condannate senza esitazioni".

Lo scontro politico

La vicenda si è poi spostata sul fronte politico. Matteo Salvini, leader della Lega, è sceso subito in campo in "difesa" delle Penne Nere:

"Viva gli alpini più forti di tutto e tutti".

Una frase che ha scatenato una ridda di polemiche, con la risposta quasi sarcastica di Laura Boldrini:

"Ma verso gli stupratori e i molestatori (immigrati), non bisognava avere #tolleranzazero?".

Anche Giorgia Meloni ha invitato a far luce sulla questione ma a non generalizzare.

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