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Promettevano falsi Green pass, poi ricattavano chi cascava nella truffa

Stavolta a rimanere fregati sono stati proprio i furbetti che hanno pagato per un finto Green Pass fino a 350 euro.

Promettevano falsi Green pass, poi ricattavano chi cascava nella truffa
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In estrema sintesi un truffa per i furbetti che volevano truffare lo Stato. Parliamo del ‘Fake Pass’ ovvero un falso Green pass Covid-19 venduto online e sponsorizzato tramite canali Telegram. Prima l'acquisto del documento fasullo, poi le minacce di denuncia alla polizia nei confronti di chi li aveva comprati (in copertina, l'ultimo meme sull'argomento che circola sul Web).

Il Fake Pass: doppia truffa

Prima promettevano di fornire un green pass illegale dietro lauto pagamento, poi minacciavano coloro che avevano abboccato di denunciarli alle forze dell'ordine. La truffa è stata intercettata dalla Polizia di Stato che sta eseguendo una vasta operazione, denominata appunto Fake Pass. Gli utenti venivano attratti con un messaggio:

"Ciao, ti spiego brevemente come funziona: attraverso i dati che ci fornisci (nome e cognome, residenza, codice fiscale e data di nascita) una dottoressa nostra collaboratrice compila un certificato vaccinale e (quindi sì, risulti realmente vaccinato per lo Stato) e da lì il Green pass".

Quello che deve essere parso il paradiso per i no vax si è presto rivelato un incubo.

32 canali Telegram coinvolti

Gli investigatori del Servizio Polizia postale e delle comunicazioni di Roma, Milano e Bari, con il coordinamento delle procure della Repubblica presso i tribunali di Roma, Milano e dei minorenni di Bari, stanno eseguendo perquisizioni e sequestri nei confronti degli amministratori di 32 canali Telegram responsabili della vendita di Green pass falsi in cambio di somme che variavano dai 150 ai 350 euro. Alcuni di questi canali contavano migliaia di iscritti. Un mercato decisamente florido, non c'è che dire. La promessa era quella di fornire falsi documenti millantando l'appoggio di dottori o di ospedali.

Ed è così successo che proprio coloro che volevano fare i furbi sono stati fregati; a fronte delle lamentele degli internauti caduti nella rete, uno dei due truffatori ha minacciato pubblicamente i contestatori chiedendo a questi una somma pari a 350 euro, da pagare in Bitcoin, per cancellare e non diffondere online i loro documenti d’identità e i dati sensibili, che i clienti stessi avevano fornito per ottenere il falso documento.

La maxi indagine

Ed è così che si è attivata la Polizia di Stato, che sta indagando e smantellando la rete. Le autorità ricordano:

"Qualsiasi certificato green pass originale non può essere falsificato o manomesso poiché ogni certificazione viene prodotta digitalmente con una chiave privata del ministero della Salute che ne assicura l’autenticità".

Insomma, la bugia sarebbe comunque crollata al primo controllo.

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