scettici i difensori

Prof "impallinata" a Rovigo: il processo rischia di saltare, ma lei vuole "andare fino in fondo"

Con la riforma Cartabia vi è la possibilità di un accordo fra le parti, evitando quindi il processo per i minorenni

Prof "impallinata" a Rovigo: il processo rischia di saltare, ma lei vuole "andare fino in fondo"
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Tutti ricordano l’increscioso episodio: la professoressa Maria Cristina Finatti, durante l’ora di lezione in una prima classe dell’Itis Viola di Rovigo, l’1 ottobre 2022, era stata colpita da alcuni alunni che, con una pistola ad aria, le hanno riversato addosso dei pallini di gomma. Non paghi, i ragazzini, hanno anche filmato la scena per poi consegnarla al web.

Ora, la riforma Cartabia entra in gioco nella vicenda penale, al momento sotto l’egida del tribunale dei Minori di Venezia con tre minori sotto procedimento, quattordicenni all’epoca degli spari. Si profila infatti l’ipotesi di un accordo fra le parti, evitando il processo.

Maria Cristina Finatti

Ipotesi mediazione per la prof "impallinata"

La docente, tramite i suoi avvocati Tosca Sambinello e Nicola Rubiero, aveva inoltre denunciato l’intera classe ovvero 24 alunni, tutti - a detta dell’insegnante - consapevoli e corresponsabili sia degli spari alla docente, che alla successiva divulgazione di video che riprendevano la scena di violenza e denigrazione nei suoi confronti.

Il pubblico ministero del tribunale di minori di Venezia, con una lettera inviata alla docente, la invita a voler prendere contatti con l’ufficio di mediazione penale, una nuova figura anche per gli addetti ai lavori, che prevede un accordo tra le parti.

I legali della professoressa Finatti, Sambinello e Rubiero, hanno fatto sapere che prenderanno contatti con l’ente mediatore ma difficilmente arriveranno a un accordo sul procedimento penale in atto, perché la docente intende andare fino in fondo e non intende rinunciare all’azione intentata.

Promossi con 9 in condotta: l'intervento di Valditara

La vicenda era tornata in auge quando, al termine dell’anno scolastico, nel giugno 2023, due dei ragazzini rei di aver “impallinato” la docente erano stati promossi con tanto di nove in condotta. La decisione, naturalmente, ha fatto il giro d'Italia e scatenato un po' ovunque indignazione. Tanto che è intervenuto anche il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara con tanto di revisione del voto in condotta, passato a “6” e “7”. Confermata, invece, la promozione.

Ministro Valditara

“Secondo me quegli studenti non hanno ancora capito. Anche gli altri docenti non mi hanno prestato alcuna solidarietà: vedete l’esito di quel consiglio di classe”, aveva commentato laconica la professoressa vittima delle violenze.

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