Incredibile a Caltanissetta

Prete guardone beccato a spiare le pallavoliste sotto la doccia

Il sacerdote, un quarantenne, si era appostato con una sedia nel piazzale e spiava le ragazze dalle finestre.

Prete guardone beccato a spiare le pallavoliste sotto la doccia
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Spiava le atlete di una squadra di pallavolo femminile. Un comportamento deplorevole, e a fare ulteriore scalpore è che il guardone è... un prete. Una vicenda incredibile avvenuta a Caltanissetta.

Il prete guardone che spiava le pallavoliste sotto la doccia

E' accaduto nella serata di mercoledì 9 novembre 2022: le ragazze della squadra dell'Albaverde avevano appena terminato la seduta di allenamento al Palacannizzaro e si stavano cambiando negli spogliatoi. All'esterno, però, occhi indiscreti le spiavano. Un passante ha infatti notato un uomo che su una sedia spiava dalle finestre.

A quel punto lo ha bloccato e ha chiamato la Polizia. Al loro arrivo gli agenti hanno identificato il guardone e con grande sorpresa hanno scoperto che si trattava di un prete. Lui, in evidente imbarazzo, si è giustificato così:

"E' stato un attimo di debolezza, chiedo scusa".

La Polizia ha comunque informato dei fatti la Procura, ma nei confronti del religioso quarantenne non è stata (al momento) formalizzata alcuna ipotesi di reato.

La presidente: "Disgustati"

La vicenda, proprio per la sua particolarità, ha fatto immediatamente il giro della Rete. E la società ha emesso una nota ufficiale a nome della presidente Oriana Mannella (che è anche consigliere comunale a Caltanissetta):

La presidente Oriana Mannella

“Sono profondamente dispiaciuta che il nome dell’Albaverde o comunque di una società di pallavolo femminile di Caltanissetta sia rimbalzato sui social per vicende extra sportive. Al di là delle speculazioni che si possano fare sul ruolo rivestito dall’individuo di cui non conosciamo il nome  resta la gravità del fatto per una vicenda che ha contorni osé al di là delle giustificazioni, sicuramente risibili, che ha fornito di primo acchito il protagonista".

"Siamo disgustati  e condanniamo qualsiasi forma di violenza a tutti i livelli. Non potendo averle ancora incontrate personalmente in quanto fuori Sicilia per motivi lavorativi, mi sento in dovere di manifestare la mia vicinanza alle mie giocatrici soprattutto le minorenni in quanto, come donna, mi immedesimo in quello che stanno provando, anche perché qualcuna di loro si è posta la domanda circa la possibilità che da tempo potevano essere osservate.”

“Come società  stiamo seguendo con attenzione la vicenda cercando di evitare facili strumentalizzazioni ma al contempo per capire se e come dovremo intervenire nel caso in cui la vicenda dovesse avere risvolti di tipo giudiziario".

I precedenti

Non si tratta, peraltro, di un episodio unico. Sono purtroppo numerosi i precedenti in merito. E anche se nella mente ci riportano alle commedie sexy degli anni Settanta con Alvaro Vitali ed Edwige Fenech, non c'è assolutamente nulla da ridere.

Qualche tempo fa avevano fatto scalpore due episodi "fotocopia" verificatisi a Empoli e Cuneo. In Toscana a maggio un'infermiera mentre faceva la doccia in ospedale si era accorta  della presenza di un piccolo oggetto nero incastonato dentro la struttura della cabina, una specie di cerchietto sotto il miscelatore dell'acqua di cui pareva insolita la presenza e misteriosa la funzione.

Sfilandolo, ha poi visto come si trattasse di una microcamera collegata a un cavo di rete presente nel muro. Da lì sono partite le indagini  che hanno portato i carabinieri a trovare e sequestrare un monitor, trovato all'altro capo della telecamera nascosta.

Sarebbero più di cento le infermiere spiate, e tre persone sono finite sotto indagine.

Poche settimane prima era accaduto qualcosa di simile all'ospedale di Mondovì, nel Cuneese, dove un addetto di una ditta esterna  aveva piazzato una penna-telecamera nello spogliatoio delle infermiere: beccato, era stato poi denunciato.

A smascherarlo un’infermiera che, presa la penna, si è subito accorta che qualcosa non andava: non scriveva. La vicenda ha già avuto un epilogo giudiziario: il 50enne dovrà rispondere dei reati di violenza privata e interferenza illecita nella vita privata.

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