vacanze da incubo

Prenotano in 500 una stanza, ma l'hotel è sold out: turisti truffati a Rimini

La rabbia di chi ha prenotato all'Hotel Gobbi e si è trovato senza un posto per dormire corre sui social.

Prenotano in 500 una stanza, ma l'hotel è sold out: turisti truffati a Rimini
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La settimana di Ferragosto? Ovvio, a Rimini. In tantissimi, non solo dall'Italia, hanno scelto di passare i giorni clou dell'estate nella "capitale" della Riviera Romagnola. Ma per alcuni di costoro c'è stata una bruttissima sorpresa: sono infatti circa 500 i turisti che avevano prenotato una stanza all'Hotel Gobbi e che sono stati truffati. L'albergo era sold out. E sui social si moltiplicano le denunce.

Cinquecento turisti truffati a Rimini

Secondo quanto hanno raccontato i turisti fregati sui social, l'albergo avrebbe una disponibilità di una quarantina di stanze, ma coloro che hanno prenotato sarebbero almeno cinquecento. Tra questi, alcuni pensavano di aver acquistato un trattamento di pensione completa (dunque con i pasti compresi)  e invece, pur riuscendo comunque a pernottare, si sono ritrovati con la cucina chiusa, dovendosi dunque arrangiare per pranzare e cenare.

Situazione che va avanti da giorni

La situazione va avanti da giorni, con decine di turisti che arrivano furibondi di fronte all'hotel. E che puntualmente scrivono o commentano sui social la situazione.  Arrivano un po' da ovunque: da Arezzo, da Milano, dal Sud Italia, alcuni anche dall'estero. Di Torino sono invece i titolari dell'hotel, che stando sempre alle recensioni su vari siti di prenotazione e sui social, non sarebbero al momento reperibili. Ci sono invece i dipendenti, che devono fare fronte alla rabbia delle persone raggirate.

Le testimonianze

Numerosi truffati hanno raccontato la loro esperienza su un apposito gruppo Facebook. C'è chi ha perso 700 euro e chi aveva prenotato per tre giorni per il compleanno del marito:

"Per fortuna non mi hanno scalato i soldi, ma il compleanno è rovinato".

Altri, invece, raccontano di essersi insospettiti per l'entità della caparra richiesta (che in alcuni casi si avvicinava al totale della cifra spesa per soggiornare) e soprattutto perché il bonifico da effettuare recava un Iban estero, e di aver dunque cambiato destinazione.

L'hotel e gli "omonimi"

Dopo l'esplosione della "bomba", quantomeno sul sito dell'hotel le camere non risultano più disponibili. L'albergo risulta al momento ancora aperto perché, come hanno spiegato dall'Associazione albergatori Rimini, senza una pec e con i titolari residenti altrove, il provvedimento non sarebbe stato ancora notificato. 

Ma c'è anche un altro aspetto della vicenda. In zona ci sono altri alberghi che si chiamano Gobbi, che stanno patendo le conseguenze dell'accaduto e che stanno spiegando - non senza qualche difficoltà - che nulla hanno a che vedere con l'hotel in questione.

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