Prenota una villa a Gallipoli, ma le danno una topaia: turista truffata. Ma un albergatore le offre la vacanza
Dopo aver denunciato l'accaduto, un imprenditore alberghiero gallipolino è venuto in suo soccorso: "Le offro una vacanza nella nostra struttura".
Vacanze da incubo per una turista milanese che voleva godersi un rilassante soggiorno nello spettacolare scenario marittimo di Gallipoli. Dopo aver prenotato online una villa nella celebre Baia Verde, giunta sul posto si è ritrovata di fronte una vera e propria bettola, nonostante avesse sborsato la modica cifra di 1.359 euro. Una volta denunciato l'accaduto, è arrivato l'aiuto che non ti aspetti: un albergatore del posto le ha offerto una vacanza gratuita per far fronte alla sua delusione.
Prenota una villa a Gallipoli, ma le danno una bettola
Aveva sborsato 1.359 euro in anticipo per prenotare una villa nella Baia Verde di Gallipoli, ma una volta giunta in loco, ha dovuto rifare subito i bagagli e tronarsene a casa perché la struttura era a dir poco fatiscente. "Ci siamo beccati una bettola" aveva denunciato Maria Gabriella Scrimieri, la turista milanese truffata, in una lettera a La Gazzetta del Mezzogiorno.
LEGGI ANCHE: Cosa sappiamo del misterioso virus che colpisce i giovani a Gallipoli
La donna, originaria di Taranto, ma residente a Milano da anni e sposata con un comasco, aveva deciso quest'anno di godersi un soggiorno in Puglia per far vedere la sua Regione natale al marito. Cercando online aveva trovato un alloggio sul mare a Gallipoli dal 23 al 30 luglio. Arrivati a destinazione, tuttavia, i due sono stati condotti in un appartamento completamente diverso rispetto a quello che avevano visto nelle foto dell'annuncio.
"Un signore ci ha accompagnato in un alloggio lontano dal mare - afferma Maria a La Gazzetta del Mezzogiorno - di cui condizioni igieniche erano davvero scadenti. Insomma un’abitazione diroccata ed in stato di abbandono. Nulla di ciò che avevamo richiesto era garantito. Alloggio con scarsa manutenzione, sedie rotte, tavoli divelti e sporchi, specchi distrutti, ecc….la porta di ingresso non si chiudeva. L’albero che affacciava sul balcone conteneva nelle foglie fazzoletti e slip maschili".
Risultato finale, quindi, niente vacanza e ritorno in Lombardia:
"Morale della favola abbiamo deciso di tornarcene a Milano pagandoci anche l'albergo per poter riposare e ripartire il giorno seguente - conclude Maria - Siamo convinti che siano state inventate scuse e che la nostra casa sia stata consegnata ad altri con un prezzo più alto, nonostante avessimo sborsato con largo anticipo 1.359 euro. Insomma una truffa bella e buona, ora le mie vacanze e quelle di mio marito sono rovinate del tutto".
L'aiuto che non ti aspetti: un albergatore le offre una vacanza
Dopo aver letto della sua disavventura, Fernando Nazaro, imprenditore alberghiero di Gallipoli e vice-presidente della sezione Turismo di Confindustria Lecce, ha deciso subito di correre in aiuto di Maria e di suo marito. La turista milanese, di recente, si è quindi trovata nella casella di posta elettronica questa e-mail:
"Gentile signora, apprendo la sua disavventura e me ne dispiace. L'aspetto in una delle mie strutture per una vacanza che sarò lieto di offrirle, certo di poter cancellare la vostra delusione".
Alloggio diverso dalle foto sull'annuncio: fa causa all'hotel e la vince
La vicenda di Maria ricorda molto da vicino una storia simile che vi avevamo raccontato poco tempo fa quando il giudice di pace, Alexia Dulcetta, ha deciso di sentenziare a favore di un turista 44enne milanese che aveva fatto causa ad un hotel di Vieste (Puglia) poiché l'alloggio e i servizi dell'albergo erano completamente diversi rispetto alle foto sull'annuncio quando aveva prenotato.
Una causa che risale al 2018, ma che ha avuto l'esito solo qualche giorno fa. Il 44enne dopo aver cercato su "Booking.com" un alloggio per una vacanza in Puglia aveva prenotato dieci giorni in un hotel di Vieste, nel Foggiano, sborsando in anticipo la modica cifra di 2.250 euro. Una volta giunto in loco, tuttavia, si è accorto che alcuni servizi fossero veramente fatiscenti (soprattutto la palestra e la piscina).
Dopo aver fatto sapere al titolare dell'hotel la sua volontà di sloggiare chiedendo indietro i suoi soldi, quest'ultimo, gli aveva risposto che avrebbe potuto cambiare aria, perdendo però la cifra già pagata. Il rimborso, infatti, sarebbe avvenuto solo in caso di una nuova prenotazione della sua camera. Dopo tre giorni, il turista esasperato decide di fare i bagagli e andarsene. A quel punto è partita la causa legale.