Pornostar fatta a pezzi, l'assassino: "Un gioco erotico, poi non ho capito più niente"
Davide Fontana ha tenuto il cadavere in freezer per 2 mesi, intanto usava la sua auto e il suo telefonino.
"E' stato un gioco erotico, poi non ho capito più niente". Il delitto di Carlo Maltesi, 26enne attrice porno nota nell'ambiente con il nome di Charlotte Angie, si arricchisce di nuovi agghiaccianti particolari. A fornirli è la confessione di Davide Fontana, il 43enne di Rescaldina (Milano) che ha confessato ai Carabinieri di Brescia l'omicidio.
Pornostar fatta a pezzi, l'assassino: "Un gioco erotico"
Ci sarebbe un gioco erotico finito in tragedia dietro la morte della 26enne originaria di Sesto Calende. Fontana agli inquirenti ha spiegato che i due stavano girando delle scene di sesso. Dopo aver girato una prima scena, l'obiettivo era di interpretarne un'altra più violenta. E così i due sono saliti in camera da letto "dove ho legato i suoi polsi al palo da lap dance e le ho messo un sacchetto di plastica nero sulla testa".
Nei verbali la ricostruzione di quei momenti tragici, nei quali il 43enne milanese ha letteralmente perso il senno. Secondo la ricostruzione fornita agli inquirenti la ragazza era strada a terra nuda, con i piedi legati. Fontana le avrebbe legato i piedi e messo un sacchetto in testa. Dopodiché avrebbe cominciato a colpirla con un martello, sempre più forte, arrivando sino alla testa. Poi, quando le ha tolto il sacchetto dal volto avrebbe visto che perdeva molto sangue. Vedendola agonizzare avrebbe poi preso un coltello da cucina e le avrebbe tagliato la gola.
Secondo Fontana si sarebbe trattato di un "atto di pietà" per non farla più soffrire. Poi, dopo essersene andato, l'uomo è tornato nell'appartamento e ha cominciato a smembrare il corpo della vittima, nascondendone i pezzi in cinque sacchi neri, quelli ritrovati a Borno. Ha poi acquistato un congelatore a pozzetto e lì ha custodito i resti della ragazza.
L'omicidio sarebbe avvenuto a gennaio, dopodiché l'uomo avrebbe tenuto il corpo in un congelatore sino a marzo, quando poi lo ha portato a Borno e se ne è sbarazzato.
Chi è la vittima
Carol Maltesi, di professione era una commessa. Durante il lockdown era iniziata la sua "avventura" nel porno: filmava situazioni quotidiane di sesso che caricava sulla piattaforma Onlyfans. Poi è entrata a far parte del mondo hard, senza farlo sapere alla famiglia.
Le cose giravano bene, a livello economico, e Charlotte aveva iniziato a esibirsi anche in alcuni locali. Avrebbe dovuto essere sul palco anche a Milano, dall’11 al 13 marzo, per un evento nel cuore della città, ma non si era mai presentata.
L'INTERVISTA ALLA ZANZARA:
Chi è l'assassino
"Nato a Milano in aprile, ariete atipico, calmo e razionale ma testardo e determinato a raggiungere gli obiettivi prefissati": si descrive così, sul sito di cucina e ristorazione con cui collabora, Davide Fontana.
Fontana però aveva anche un profilo Instagram dedicato alla fotografia, sul quale postava foto di ragazze e sul quale lo scorso 13 marzo aveva pubblicato anche quella della vittima, oramai deceduta da settimane.
Come si è arrivati a Fontana
Com'è noto, i sacchi sono stati poi rinvenuti lungo la strada della frazione di Borno da un passante e sono subito scattate le indagini, rese particolarmente difficili per lo stato in cui era ridotto il cadavere. Fontana, infatti, aveva tentato di "eliminare" anche i diversi tatuaggi sul corpo di Maltesi, che gli esperti sono però riusciti a ricostruire almeno in parte. E proprio la descrizione di quei tatuaggi è stata diffusa nella speranza che qualcuno potesse dare un nome alla vittima. In poco tempo, le segnalazioni sono state diverse. Una addirittura al noto programma radiofonico La Zanzara di Radio24. Un'altra, invece, al portale BsNews, che ha iniziato a indagare sulla vicenda.
Proprio durante l'inchiesta di un giornalista di BsNews i sospetti su Fontana si sono fatti più forti. Un giornalista era riuscito ad avere il numero di telefono di Maltesi e le aveva scritto un messaggio. Fontana, dopo l'omicidio, per tentare di depistare le indagini non aveva solo pagato l'affitto di casa della giovane, ma era rimasto in possesso del suo telefono e fingeva di essere lei.
"Mi hanno già detto diverse persone di quella ragazza. Io sto bene fortunatamente", aveva scritto quando gli era stato chiesto dei tatuaggi, ma non aveva inviato il messaggio vocale richiesto dalla redazione.
Nessuno, in due mesi, l'ha mai cercata
Nell'interrogatorio, Fontana ha anche detto di non aver dovuto fingersi molte altre volte, al telefono, la vittima. Lo smartphone non avrebbe mai squillato (neppure a metà marzo, quando Maltesi avrebbe dovuto partecipare a un evento hard in un locale milanese) ed erano arrivati solo pochi messaggi da parte dell'ex compagno della donna con cui aveva un figlio e da parte della madre.
Diverse colleghe e amiche di Maltesi avrebbero invece smentito Fontana, dicendo che nelle ultime settimane era lui a rispondere sia alle chiamate che sui social, dicendo però che la 26enne aveva deciso di lasciare il mondo dell'hard e di non volerci più avere niente a che fare. In ogni caso, pare che nessuno, in questi due mesi, sia andato davvero a fondo sulla scomparsa della giovane. Un'ulteriore nota di tristezza in una vicenda tragica e atroce.