Una vicenda incredibile

Nella bara del padre c'è un altro uomo: per 33 anni ha pregato sulla tomba di uno sconosciuto

Succede a Pineto (Teramo): la donna non saprà mai dove è sepolto il papà. Lo scambio avvenne probabilmente nel 1986.

Nella bara del padre c'è un altro uomo: per 33 anni ha pregato sulla tomba di uno sconosciuto
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Per trentatré anni, quando è andata a pregare sulla tomba del padre, lo ha fatto su quella di un perfetto sconosciuto. Una scoperta shock fatta da una 61enne di Pineto (Teramo). Quando è stata aperta la bara del papà, infatti, si è scoperto che all'interno c'era il corpo di un altro uomo. E la questione è finita in Tribunale.

Apre la bara del padre e scopre che c'è un altro morto

La vicenda è divenuta di attualità ora per la richiesta di risarcimento da parte della donna, una 61enne originaria di Piacenza. L'episodio chiave risale al 1986, quando il papà della donna muore e viene seppellito al cimitero comunale di Pineto. Tutto normale, con la lapide con il nome e la foto dell'uomo, su cui la figlia va a pregare.

Nella primavera del 2017, però, il Comune ha grave carenza di spazi e ha bisogno di liberare terreno per nuove sepolture. E così stila - come prassi - un elenco di salme destinate a essere trasferite nell'ossario. Tra cui quella dell'uomo. La figlia a quel punto contatta gli uffici comunali per acquistare un nuovo loculo e fissa l'appuntamento per l'estumulazione del padre, a cui vuole assistere. A settembre, però, trova la tomba distrutta: l'operazione è già avvenuta a sua insaputa. 

L'addetto del consorzio le comunica che le spoglie del padre non sono ancora mineralizzate e dunque per il trasferimento all'ossario c'è tempo. Per accelerare la cosa si è deciso di usare un acido con cui trattare la salma, riposta poi nella tomba. A quel punto la donna, furiosa per l'accaduto, dà mandato ai suoi legali di seguire la vicenda.

La scoperta shock

La questione diventa vilipendio di cadavere, e gli avvocati sostengono che l'acido usato non sia consentito dalla legge. Il pm Enrica Medori - che segue la vicenda - nomina dei periti che eseguono gli accertamenti del caso. E scoprono che l'acido era perfettamente legale, ma che il morto non è il padre della signora, ma un uomo più giovane cui erano state impiantate protesi dentarie che il papà della donna non aveva mai avuto.

 Non saprà mai dove è sepolto il padre

Sulla bara, però, non c'è nessun nome: impossibile dunque sapere chi sia. E impossibile risalire, dunque, a un possibile scambio di salme al momento della sepoltura.

L’inchiesta nel frattempo  è stata archiviata: il pm ha presunto che lo scambio di salma sia avvenuto tra la sepoltura e l’apposizione della lapide definitiva, nel 1986. Impossibile anche trovare un responsabile: il custode del cimitero, sentito ai tempi, nel frattempo è deceduto.

Insomma, la 61enne non saprà mai dove è sepolto il padre.

La causa civile

Alla donna, quindi, non è rimasto altro da fare che intentare causa civile e chiedere un risarcimento da  centinaia di migliaia di euro. Richiesta avanzata martedì 27 settembre 2022 dai suoi legali davanti al giudice Mariangela Mastro, che ha concesso un mese di tempo per arrivare a un accordo tra le parti. In caso contrario, la prossima udienza è già stata fissata per il 30 novembre 2022.

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