Picchiata in carcere Alessia Pifferi, aveva lasciato morire di stenti la sua bimba
L'occasione si è presentata quando la 37enne ha lasciato l'isolamento per un colloquio con una suora.
Alessia Pifferi, la madre 37enne che ha lasciato la sua bimba di un anno e mezzo sola in casa per sei giorni, facendola morire di stenti, è stata picchiata nel carcere di San Vittore, dove si trova rinchiusa. E' la rivelazione fatta dagli avvocati della donna, al centro delle cronache dall'ultima estate, da quando la vicenda della piccola Diana aveva sconvolto l'Italia.
Alessia Pifferi picchiata in carcere
La donna, arrestata per omicidio volontario aggravato, si sarebbe dimostrata consapevole, pronta a iniziare un percorso di elaborazione ma c'è un elemento che potrebbe rendere tutto molto complesso: la convivenza con le altre detenute. Proprio nell'unico momento in cui Alessia Pifferi è uscita per concedersi il sostegno psicologico attraverso il colloqui con una suora, infatti, sarebbe stata aggredita e malmenata. La 37enne è stata posta in regime di isolamento proprio per proteggerla dalla furia delle altre detenute, ma non appena si è presentata l'occasione sarebbe accaduto il peggio.
Condannata dall'opinione pubblica
C'è molta rabbia, anche fra i cittadini, nei riguardi di questa madre che ha lasciato la figlia Diana, data alla luce solo 18 mesi prima, senza acqua e cibo. In piena estate. Il motivo era quello di cercare di consolidare la relazione con il compagno che, non appena è venuto a conoscenza dell'orrore che si consumava nell'appartamento milanese della fidanzata mentre loro passavano una settimana insieme, non ha più voluto saperne nulla di lei. La versione che Pifferi gli aveva raccontato era che la piccola fosse accudita da baby sitter e parenti.
Alla medesima stregua anche la nonna della piccola Diana, ha definito Alessia, sua figlia, "un mostro", prendendo le distanze.
Negata la consulenza neuroscientifica
Nel frattempo il gip Fabrizio Filice ha negato, per la seconda volta, la consulenza neuroscientifica con la seguente motivazione:
"Alessia Pifferi si è sempre dimostrata consapevole, orientata e adeguata, nonché in grado di iniziare un percorso, nei colloqui psicologici periodici di monitoraggio, di narrazione ed elaborazione del proprio vissuto affettivo ed emotivo".
Specificando anche che Pifferi non ha alcuna storia di disagio psichico nel suo passato.