Piazzano una bomba per uccidere i migranti, danneggiano le case degli italiani
Gli attentatori sono stati presi: sono tre giovanissimi italiani residenti in provincia di Rovigo
Un agguato razzista in piena regola, con una bomba che avrebbe potuto uccidere qualcuno. Ma gli attentatori hanno decisamente "sbagliato mira" e a pagarne le conseguenze sono stata alcune famiglie italiane, residenti a Cavanella Po, in provincia di Rovigo.
Vogliono uccidere migranti con una bomba
La vicenda risale allo scorso 31 marzo 2023, quando all'improvviso la tranquillità della piccola frazione è stata spezzata dal deflagrare di una bomba carta. Erano circa le 22 quando un ordigno è stato lanciato contro una palazzina di via Dogana a Cavanella Po, una palazzina che in parte era occupata dai profughi ospiti della coop che accoglie stranieri a Borgo Fiorito.
Un gesto violento, più che un atto intimidatorio, alimentato dal razzismo, che ha colpito non solo gli “obiettivi”, ma anche i vicini di casa. Vicini che si sono trovati, in pochi minuti in un vero e proprio inferno.
La deflagrazione dell’ordigno provocò la distruzione del portone d’ingresso, e furono colpiti ben sei appartamenti tra il primo e il secondo piano.
Solo per un caso fortunato non ci sono state vittime, ma lo spavento è stato fortissimo, così come importanti sono stati i danni provocati dall'esplosione.
Gli attentatori: giovanissimi, italiani e razzisti
Ora la vicenda torna di attualità perché a seguito di mesi di indagini sono stati individuati i responsabili dell'agguato. Si tratta di tre giovanissimi italiani di 21, 22 e 23 anni, tutti residenti tra Porto Viro, Taglio di Po e Loreo. Le accuse a loro carico sono pesantissime: delitto contro la pubblica incolumità mediante violenza con il movente xenofobo e razzista. Ora si trovano ai domiciliari e sono a piede libero altre due persone, ma indagati.
Pochi residenti, tanti profughi
La situazione di Cavanella Po è di certo delicata, con un’altissima presenza di profughi a fronte di una limitata popolazione di residenti, una cinquantina in totale. In media per ogni abitante ci sono tre immigrati, alcuni dei quali irregolari e senza documenti.
"Il senso di insicurezza si sente eccome", raccontano alcuni residenti, esasperati da una situazione che giorno dopo giorno - anche alla luce di quanto accaduto - si fa sempre più complicata.
Il sindaco di Adria, Massimo Barbujani, ha rassicurato che gli sforzi della Giunta sono tutti convergenti su un drastico aumento di sicurezza della zona.