Perché le borseggiatrici di Milano (e non solo) non vengono quasi mai arrestate
Ecco perché si tratta quasi sempre di donne incinte o con bimbi piccolissimi con sè
Tiene ormai banco la vicenda che riguarda il caso delle borseggiatrici pizzicate sulla metro milanese a ripulire dei passeggeri. Accortisi del maltolto alcuni cittadini le fermano, in attesa dell'arrivo delle forze dell'ordine.
Tutto ciò viene, ovviamente, filmato e rimbalza sui social a partire dal noto profilo Instagram Milanobelladadio. Oltre alla polemiche circa l'opportunità o meno di diffondere quelle immagini, in molti si chiedono, come è emerso per stessa ammissione delle borseggiatrici, perché non si proceda all'arresto in caso di furti reiterati.
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Perché le borseggiatrici non vengono quasi mai arrestate?
A farsi carico del caso meneghino anche il celebre programma Mediaset "Striscia la Notizia", con Valerio Staffelli in prima linea, che ha commentato:
"Con la legge Cartabia le borseggiatrici a Milano sembrano essersi moltiplicate, perché di fatto il reato di furto e borseggio non è più perseguibile tramite denuncia d'ufficio, bensì saranno le vittime a dover querelare le lestofanti e portarle in tribunale. E questo ovviamente accade in rarissimi casi".
Già perché la domanda che in molti si pongono è come sia possibile che, impunemente, si possa reiterare un reato, con quotidianità di "un lavoro normale", come ammette candidamente una delle giovani donne colte sul fatto.
Conoscono bene gli escamotages
Le borseggiatrici che operano quasi tutti i giorni nei contesti urbani riescono a sottrarsi alle maglie della giustizia grazie alla loro notevole conoscenza del codice penale. A fronte di ciò mettono in campo una serie di escamotages che permette loro di farla (quasi sempre) franca.
Non sarà sfuggito ai più che, al di là di questo specifico caso di cronaca, si tratta quasi sempre di donne: spesso incinte o con bambini piccoli appresso. Questi tre fattori consentono loro di sottrarsi alla pena detentiva che spetterebbe.
Lo spiega l’articolo 146 del codice penale:
"L’esecuzione di una pena che non sia pecuniaria è differita: 1) se deve aver luogo nei confronti di donna incinta; 2) se deve aver luogo nei confronti di madre di infante di età inferiore ad anni uno".
Ciò non vuol dire donne incinte o madri di bambini molto piccoli non possano essere condannate a pene detentive. Tuttavia, queste non si possono applicare finché le condizioni non cambiano.
Inoltre, recita l’articolo 275 del codice di procedura penale:
"Non può essere disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di una donna incinta o madre con figli di età non superiore ai 6 anni".
Il carcere preventivo può essere previsto in casi di eccezionale rilevanza. Nel frattempo le pene inflitte si cumulano nel tempo, e verranno eseguite nel momento in cui le borseggiatrici non avranno più diritto al differimento. La domanda successiva diventa: riusciranno a prenderle a quel punto?