Per un "vizio" potrebbero essere scarcerati mandante (l'ex marito) ed esecutori del delitto di Margherita Ceschin
Sollevati vizi procedurali riguardo ai decreti autorizzativi delle schiaccianti intercettazioni telefoniche e ambientali: potrebbero essere inutilizzabili
Colpo di scena nel delitto di Margherita Ceschin, la 72enne uccisa nel suo appartamento a Conegliano, in provincia di Treviso, Veneto, il 23 giugno 2023.
All'inizio si pensava a una rapina finita male, invece gli inquirenti sono convinti che l'ex marito Enzo Lorenzon, imprenditore agricolo di 79 anni, con l'aiuto della sua badante 32enne dominicana Dileysi Lorenzo Guzman, abbia messo insieme, per commettere il delitto, una banda di connazionali della donna formata da Sergio Antonio Luciano Lorenzo, 38 anni, cugino della Dileysi, il fratello di Sergio detto Joel, 29 anni, più un altro cugino della Dileysi, Juan Maria Guzman, 41 anni, e un’altra donna al momento latitante (E.R.L.) .
Delitto Ceschin: mandante e sicari verso la scarcerazione
Al momento sono tutti in carcere a Treviso, tranne Joel, arrestato in Spagna e in attesa di estradizione. Ma a breve per Enzo Lorenzon, Sergio Lorenzo e Juan Maria Guzman (nella foto di copertina) potrebbero riaprirsi le porte della casa circondariale.
Questo perché la Cassazione ha accolto un ricorso presentato dai legali degli indagati che chiedevano l'annullamento della custodia cautelare in carcere e quindi ora toccherà al Tribunale del riesame decidere il da farsi.
Ma in cosa consisteva il ricorso? In un elemento non da poco: sono stati sollevati vizi procedurali, in particolare riguardo ai decreti autorizzativi delle intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno portato a incastrare la "banda".
Il che significa che potrebbero essere considerate inutilizzabili!
Ma non solo, se quelle prove sinora considerate schiaccianti dovessero non esser più "valide", a quel punto non vi sarebbero indizi sufficienti a carico degli indagati.
E quindi infine: l'ex marito mandante e i due sicari potrebbero non solo essere a giorni scarcerati, ma senza prove è inevitabile mettere in dubbio anche tutto il processo all'orizzonte per la morte di Margherita Ceschin.
Le indagini e gli indizi raccolti
Ma vediamo ancora una volta la ricostruzione del delitto del 23 giugno 2023 fatta dagli inquirenti.
Sergio Antonio Luciano Lorenzo, e suo fratello Joel entrano in azione pochi minuti prima delle 23: scavalcano la recinzione, salgono sul balcone, e un'ora dopo escono ripercorrendo lo stesso tragitto a ritroso.
Quello che è successo nell'appartamento verrà scoperto il giorno dopo.
Per le Forze dell'ordine i tasselli sono chiari, e il mosaico che si compone è quello di un delitto commissionato con l'ausilio di complici ed esecutori.
Una delle complici è proprio l'amante-badante Dileysi Guzman Lorenzo, 32enne dominicana.
"Dobbiamo fare attenzione, e ripulire la macchina".
Questa è solo una delle intercettazioni fra i membri dell'improvvisata accolita criminale che gli inquirenti hanno registrato.
Poi altri molteplici e convergenti riscontri raccolti durante l'indagine: mentre la Procura faceva finta di credere alla tesi della rapina finita male, sin da subito stava scavando fra i rapporti famigliari della povera Ceschin, mettendo telefoni sotto controllo e disponendo intercettazioni ambientali (le più rilevanti si sono rivelate quelle fra Dileysi Lorenzo Guzman e la moglie di Sergio Antonio Luciano Lorenzo).
I Ris sul luogo del delitto
La telecamera communale puntata sul condominio
Tutto è partito dalle telecamere di sorveglianza del Comune, che la sera dell'omicidio hanno ripreso due uomini in bicicletta, vestiti con pantaloni e maglietta neri, entrambi con un cappellino da baseball in testa, aggirarsi vicino al condominio. Si vede anche che si incontrano con una terza persona che poi sparisce dai video, e alle 22.57 entrano in azione, scavalcando la recinzione del palazzo e salendo sul balcone della vittima grazie alla sua utilitaria bianca parcheggiata sotto casa usata come scala. Quasi un'ora dopo, alle 23.50 quando, vengono filmati mentre fanno lo stesso percorso a ritroso.
Non solo, la banda si sarebbe aggirata più volte in via 28 Aprile nelle settimane precedenti al delitto per diversi sopralluoghi.
Il movente
Il movente, per gli inquirenti sarebbe piuttosto chiaro: l'imprenditore agricolo Lorenzon, separatosi 4 anni fa dalla Ceschin dopo una vita insieme anche sul lavoro, aveva ormai una relazione con la sua badante 32enne dominicana e si era stufato di versare alla ex l'assegno di mantenimento di ben 10mila euro al mese. Oltre al fatto che nella causa di divorzio i due avrebbero dovuto dividersi un patrimonio milionario fatto di terreni e immobili.