un giallo insoluto

Pensionato fatto a pezzi nel canale (in secca): perché la denuncia di scomparsa una settimana dopo?

I dubbi degli inquirenti sulla morte di un 72enne a Badia Polesine.

Pensionato fatto a pezzi nel canale (in secca): perché la denuncia di scomparsa una settimana dopo?
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Ha un nome e un volto il pensionato fatto a pezzi e buttato nell'Adigetto in alcuni sacchetti della spazzatura. Si tratta di Shefki Kurti, 72 anni. Ma la vicenda è ancora avvolta nel mistero. Tanti gli interrogativi ancora al centro delle indagini. Perché i familiari hanno denunciato la scomparsa dell'uomo soltanto una settimana dopo la sua sparizione? E perché chi l'ha ucciso e fatto a pezzi ha gettato i resti in un canale, quando anche i sassi sanno che la siccità sta rendendo a livelli minimi le acque?

Pensionato ucciso e gettato a pezzi nel canale: i tanti dubbi

Come racconta Prima Rovigo, i  Carabinieri hanno posto sotto sequestro l'abitazione di via Ghirardini in centro a Badia Polesine in cui abitava Shefki Kurti, il 72enne ucciso, fatto a pezzi e poi buttato nel canale Adigetto. Il motivo? Ci sono molti aspetti ancora da analizzare e la tragedia è avvolta nel mistero.

Il giallo si era "aperto" il 27 luglio 2022, quando dal canale era riemersa una gamba dell'uomo. Via via sono stati recuperati anche gli altri arti, che hanno permesso nei giorni seguenti l'identificazione del cadavere.  A quel punto i Carabinieri hanno perquisito l'abitazione alla ricerca di indizi utili a ricostruire l'accaduto.

Scomparsa mai denunciata

Secondo quanto emerso, la famiglia non aveva notizie del 72enne da giorni. Dal 24 luglio, per essere precisi, giorno in cui Kurti si sarebbe allontanato da casa in seguito a un litigio con la moglie (che al momento, insieme ad altri familiari, sarebbe l'ultima ad averlo visto  in vita).

Lo stesso giorno il figlio aveva chiamato i Carabinieri per informarli dell'allontanamento del padre. Ma non è stata una vera e propria denuncia. Che invece  è stata formalizzata solo dopo il ritrovamento dell'ultimo arto nel canale, il primo di agosto. Inequivocabile, ai fini del riconoscimento, un segno particolare sulla gamba, forse un tatuaggio.

Rimane anche il dubbio su come chi ha gettato il cadavere non abbia ragionato sul fatto che con la siccità che sta colpendo il nostro Paese, un canale non era il posto migliore per occultare i resti dell'uomo, che evidentemente sarebbero emersi in pochissimo tempo, data la carenza di acqua.

L'anziano e la moglie erano arrivati in Italia negli anni Novanta, tra i primi albanesi ad arrivare nel Polesine. Prima avevano trovato casa a Villanova del Ghebbo, dove lui aveva iniziato a lavorare come manovale. Poi i due si erano trasferiti a Badia Polesine. La coppia ha avuto due figli, Alketa e Arben.

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