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Partite dalla Libia le due imbarcazioni affondate, tra le 27 vittime una bimba di appena un anno, 60 salvati

Mentre l'opposizione parla di "fallimento delle politiche di Meloni sui migranti", Salvini critica gli "ultrà dell'accoglienza"

Partite dalla Libia le due imbarcazioni affondate, tra le 27 vittime una bimba di appena un anno, 60 salvati
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Un’altra tragedia ha colpito il Mediterraneo centrale. Nella giornata del 13 agosto 2025, a circa 13 miglia a sud-ovest di Lampedusa, un barchino sovraccarico di migranti si è capovolto, provocando almeno 27 morti e un numero di dispersi compreso tra 30 e 40. Fra le vittime si contano anche una neonata di circa un anno e almeno tre minori.

Secondo le prime ricostruzioni, i migranti erano partiti da Zawiya, in Libia, a bordo di due imbarcazioni. La traversata è iniziata con il naufragio della prima barca, che è affondata quasi subito. I passeggeri sono stati trasferiti sulla seconda imbarcazione, già sovraccarica, che poco dopo si è rovesciata, forse a causa delle onde e della perdita di equilibrio dei passeggeri.

Soccorso difficile tra onde e correnti

Le operazioni di ricerca e salvataggio sono state condotte in condizioni meteo-marine complesse. La Guardia Costiera e la Guardia di Finanza hanno lavorato tra onde insidiose e forti correnti che rendevano rischioso ogni tentativo di recupero.

In totale sono state salvate 61 persone. Quattro di loro, subito dopo lo sbarco a Lampedusa, sono state trasportate al poliambulatorio dell’isola per accertamenti: le loro condizioni non risultano gravi.

Otto corpi sono stati recuperati per primi e trasportati alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana. Fra loro, oltre alla neonata, tre adolescenti, due uomini e due donne.

Indagine per naufragio colposo

La Procura di Agrigento, sotto la direzione del procuratore Giovanni Di Leo, ha aperto un fascicolo per naufragio colposo. L’inchiesta riguarda l’incidente avvenuto a 14 miglia da Lampedusa, dove entrambe le imbarcazioni coinvolte hanno avuto la stessa tragica sorte.

Dati allarmanti: il 2025 segna già un bilancio pesante

Il naufragio si inserisce in un quadro già gravissimo. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), dal 1° gennaio al 9 agosto di quest’anno nel Mediterraneo centrale sono morte almeno 370 persone, mentre circa 300 risultano ancora disperse.

Nello stesso periodo, più di 14.000 migranti sono stati intercettati in mare e riportati in Libia. Il rapporto dell’OIM precisa che tra loro ci sono oltre 12.000 uomini, circa 1.300 donne, più di 450 minori e 145 persone senza dati anagrafici disponibili.

La rotta che collega le coste nordafricane all’Italia resta una delle più pericolose al mondo: barche inadatte alla navigazione, sovraccarico di persone e la gestione criminale dei trafficanti rendono il viaggio un rischio mortale.

Le parole del governo

La premier Giorgia Meloni, in una nota ufficiale, ha parlato di "forte sgomento e compassione" per la tragedia e ha denunciato "l’inumano cinismo dei trafficanti di esseri umani".

Ha ribadito l’impegno del governo a "prevenire le partenze irregolari e gestire i flussi migratori" e ha sottolineato che "il soccorso, pur necessario, non basta a risolvere le cause del problema".

Le accuse delle opposizioni

Dall’opposizione, le reazioni sono state durissime. Angelo Bonelli (Europa Verde) ha espresso cordoglio per le vittime e vicinanza ai superstiti, ma ha anche accusato il governo di "ostacolare le operazioni di soccorso con leggi ingiuste e disumane" che "sequestrano le navi e gli aerei delle Ong, impedendo interventi tempestivi".

Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi e Sinistra) ha accusato l’esecutivo di non organizzare un servizio di ricerca e soccorso europeo e italiano nel Mediterraneo centrale e di criminalizzare le Ong.

"Quando tornate a casa stasera, evitate di guardarvi allo specchio: anche i morti di oggi sono sulla vostra coscienza".

Dolores Bevilacqua (M5S) ha definito il governo fallimentare anche sul suo storico cavallo di battaglia elettorale, il blocco navale, ricordando che gli sbarchi non si sono fermati, con una media di 6-7 mila al mese dalla primavera.

Riccardo Magi (PiùEuropa) ha parlato di "fallimento delle politiche di Meloni su tutta la linea", dagli accordi con la Libia ai Centri di permanenza in Albania, definendo criminale l’idea di gestione dei flussi.

Chiara Braga (Partito Democratico) ha aggiunto che il Piano Mattei "non ha prodotto effetti" e che i rapporti con Almasri sono stati inutili.

Matteo Renzi (Italia Viva) ha ironizzato chiedendosi se la premier "avrà la faccia tosta di accusare le opposizioni di sciacallaggio", ricordando che lei stessa ha rimandato a casa il trafficante Almasri dopo il suo arresto.

In tutta risposta arrivano le dichiarazioni del vicepremier e leader del Carroccio, Matteo Salvini:

"I morti di Lampedusa mi addolorano profondamente. Oltre alla commozione e alle preghiere, dobbiamo combattere i trafficanti, veri e soli responsabili di questa ennesima tragedia, insieme agli ultrà dell’accoglienza".

Un mare che continua a inghiottire vite

Il naufragio di Lampedusa è l’ennesima testimonianza della pericolosità della rotta del Mediterraneo centrale e della disperazione di chi la affronta. Nonostante la presenza di dispositivi internazionali di soccorso, la combinazione di mezzi inadeguati, condizioni del mare e reti criminali continua a trasformare questo tratto di mare in una tomba a cielo aperto.