Un dubbio lecito

Paradisi fiscali: centinaia di risparmiatori hanno investito 21 milioni di euro e non potevano. Truffati o truffatori?

La Guardia di Finanza di Milano ha incastrato i loro "aguzzini": li avevano convinti a effettuare investimenti in fondi mobiliari costituiti alle Isole Bermuda e nel Lichtenstein.

Paradisi fiscali: centinaia di risparmiatori hanno investito 21 milioni di euro e non potevano. Truffati o truffatori?
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Truffatori o truffati? Un dubbio lecito perché in questo caso di parla di versamenti di denaro in  paradisi fiscali, ossia di rifugi dalla tassazione sui redditi, annoverabile talvolta come tecnica di elusione del fisco. Il tentativo di farla franca di 1500 risparmiatori, tuttavia, gli si è completamente ritorto contro perché sono diventati vittima di una truffa finanziaria svelata dagli investigatori della Guardia di finanza.

Truffati o truffatori?

Risulta difficile capire da che parte della medaglia stanno perché da una parte sono rimasti vittima di una truffa finanziaria, ma dall'altra, aver investito soldi in un paradiso fiscale li pone dalla stessa parte di chi li ha incastrati.

Come raccontato da Prima Milano, undici indagati tra la Svizzera, Roma e Pesaro sono stati accusati di aver raggirato quasi 1.500 investitori convincendoli fraudolentemente a effettuare investimenti in fondi mobiliari costituiti alle Isole Bermuda e nel Lichtenstein.

Una vicenda messa in luce dalla Guardia di Finanza di Milano che ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo, propedeutico alla confisca, per oltre 21 milioni di euro nei confronti di undici indagati.

Polizze assicurative su fondi privi di liquidità

Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano, con il coordinamento del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e la direzione del sostituto procuratore Luigi Furno hanno consentito di ricostruire l’impianto truffaldino posto in essere dagli indagati: avevano indotto gli investitori a impiegare le proprie risorse finanziarie, direttamente o attraverso la sottoscrizione di polizze assicurative del tipo unit linked emesse da compagnie estere, in fondi gestiti da società di investimento a capitale variabile maltesi, che si sono rivelati nel tempo privi di liquidità.

Società finanziarie con sede a Malta completamente smantellate

L’attività investigativa, condotta con la collaborazione del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, ha permesso di riscontrare che il collocamento delle polizze è avvenuto attraverso una rete di distributori assicurativi italiani tra loro collegati, alcuni dei quali oggi non più esistenti per effetto di operazioni societarie  intervenute nel corso degli anni.

All’esito delle indagini, è emerso inoltre che la rete di società finanziarie con sede in territorio maltese è stata completamente smantellata e il denaro degli investitori non è stato utilizzato per alimentare i fondi in questione essendo stato, invece, instradato verso l’Italia, transitando anche da conti elvetici a beneficio dei medesimi soggetti “collocatori” delle polizze assicurative, autori della frode.

"L’odierna attività di servizio conferma, ancora una volta, il ruolo della Guardia di Finanza – dicono dal Comando Provinciale –, quale unico Corpo di polizia, a servizio del Paese, con competenza generale in materia economico-finanziaria, a tutela degli interessi dei cittadini contro ogni forma di illecito e indebito arricchimento".

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