Palermo, la violenza come strumento di virilità per “esseri” senza palle: l’Irriverente commento di Simone Di Matteo
Uno degli stupratori di Palermo asserirebbe che la vittima fosse consenziente: c'è un limite alla bestialità della modernità?
Questa settimana avrei tanto voluto parlarvi di una malsana abitudine che caratterizza la nostra sconclusionata società moderna a cui di civile non è rimasto proprio un bel niente e nella quale l’amore è sulla bocca di tutti ma nel cuore di pochissime persone: lavare i panni sporchi in famiglia per poi, subito dopo, stenderli sui social network, in televisione o in pubblica piazza. Un’usanza, chiamiamola così, che lascia il proprio privato alla mercé di chiunque ritiene di poterne trarre un qualche vantaggio perché, in fondo, come ripeteva in continuazione Anna Maria Barbera, la mia amata Sconsy, “il mondo va avanti mentre noi siamo rimasti alla piazza: farci vedere e farci i ca**i degli altri”. Un po’ ciò che è successo di recente con il naufragato matrimonio tra Cristina Seymandi e il suo ex fidanzato Massimo Segre nel momento in cui quest’ultimo ha deciso di elencare alla controparte i presunti tradimenti di cui sarebbe stato vittima, al cospetto di una cinquantina di invitati sbigottiti che hanno per giunta ripreso l’accaduto. Ma di questo, forse, me ne occuperò più in là.
Oggi, invece, è doveroso per me focalizzarmi sull’ultima vicenda aberrante dei giorni nostri, l’ennesimo capitolo buio a cui solo un’estinzione di massa può porre rimedio, uno di quei fatti di cronaca nera consumatosi a Palermo che rimane, senza troppi giri di parole, figlia di una contemporaneità devota esclusivamente alla violenza.
Uno degli stupratori di Palermo: “Era consenziente” - L’ultimo affronto della bestialità odierna
Doveva essere una sera d’estate come milioni di altre sere quella tra il 6 e il 7 luglio scorso per una giovane diciannovenne di Palermo. Una donna con un futuro all’orizzonte che l’attendeva e che ora, inevitabilmente, non sarà più lo stesso. Una ragazza come milioni di altre ragazze che aveva (e mi auguro si tenga ancora stretti) tanti sogni in tasca da realizzare. Sfortunatamente, però, gli eventi si sono evoluti in una maniera che nessuno, in primis lei, avrebbe mai immaginato.
Nel bel mezzo della notte si è ritrovata da sola, nelle mani di “esseri” (non saprei in che altro modo definirli) che, probabilmente a loro agio in una realtà che li ha cresciuti a pane e denigrazione dell’altrui integrità e dignità, hanno ben pensato, almeno stando alle prime ricostruzioni fatte dagli inquirenti, di adescarla, stordirla tra fiumi di alcool e tiri di canna, portarla in un cantiere isolato, violentarla ripetutamente a turno e riprendere la scena nemmeno si stesse assistendo alla prima di Savages di Oliver Stone. Insomma, una violenza di massa in piena regola i cui autori sarebbero l’ex fidanzato della vittima Angelo Flores (22 anni), il quale l’avrebbe avvicinata per primo e avrebbe addirittura premeditato il tutto, Gabriele Di Trapani (19 anni), Christian Barone (19 anni), Christian Maronia (19 anni), Samuele La Grassa, Elio Arnao (20 anni) e per concludere perfino un minorenne (all’epoca dei fatti), lo stesso che, in seguito alla scarcerazione e all’ingresso in comunità, passa tranquillamente e senza ovvie ragioni le sue giornate su TikTok al grido di “c’è qualche ragazza che vuole uscire con noi?”.
Ragazzini, né più né meno, capaci da dar vita ad una scena talmente raccapricciante da far quasi invidia ai peggiori fuori-legge della Storia. Stupratori che, dopo aver fatto stra-abusato di una ragazzina indifesa perché, chissà, magari la violenza è l’unico mezzo di virilità a disposizione per uomini così, hanno avuto il coraggio di pavoneggiarsi tra loro del misfatto compiuto e che, una volta scoperti, hanno deciso di nascondersi dietro il velo pietoso dell’”era consenziente”. Certo, talmente consenziente, sebbene fosse in evidente stato di ebrezza come testimoniano le immagini di alcune telecamere, di quello che stava subendo da implorare pietà. Qui, i soli ad essere consenzienti e consapevoli di ciò che facevano (tanto averlo filmato e commentato) sono stati i fautori dell’ennesima pagina di inciviltà che nessuno avrebbe voluto leggere e di un crimine in cui è stata violata qualunque cosa potesse essere violata e a cui dobbiamo dire BASTA! Oggi più che mai sono necessarie leggi più dure e pene esemplari. Dov’è lo Stato, il garante della tutela dei suoi cittadini, in situazioni del genere?! A cosa serve se poi non si dimostra in grado di assolvere quei compiti che è stato chiamato a portare a compimento?!
Il mio cuore e la mia morale non reggono più tutto questo, perché non c’è tutela per gli innocenti. Anzi, quest’ultimi vengono addirittura fatti passare per carnefici. E neanche a dirlo, è a tal proposito che mi chiedo come possa una delle madri degli aguzzini in questione far passare la ragazza per “una poco di buono”. E se fosse stata sua figlia? O peggio, se fosse toccata proprio a lei la medesima sorte? Il compito di un genitore, non dimentichiamocelo, è quello di EDUCARE i figli alla NON violenza (cosa che non mi pare venga fatta a dovere ultimamente) e non giustificare la loro (di violenza), altrimenti si finisce inesorabilmente per fallire non una ma per ben due volte: una in qualità donna/uomo, l’altra in qualità di madre/padre. Per questo ritengo che, in questo caso, non debba esserci nessuna clemenza, né per gli imputati né per chi li ha cresciuti. Altro che galera, ci vorrebbe la castrazione chimica!
Fa bene Ermal Meta ad augurare ai famosi “100 cani sopra una gatta” (è così che hanno amato definirsi) di imbattersi in 100 lupi perché, per citare testualmente Angelo Flores, “la carne è carne”, ma la donna non è una bestia da macello, e lui e i suoi compari uomini non lo erano prima, non lo sono adesso e di certo non lo saranno in futuro!!!