dopo la bimba alle elementari

Palermo, aule gelide in università: studentessa collassa per ipotermia

Secondo caso siciliano, in pochi giorni. Prima della ragazza è toccato a una bimba di quinta elementare

Palermo, aule gelide in università: studentessa collassa per ipotermia
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Un secondo caso di ipotermia in locali scolastici consumatosi in Sicilia. Una ragazza, all'Università di Palermo, ha avuto un grave malore in seguito alle temperature gelide in aula: un'ambulanza ha soccorso la giovane, portata in ospedale con le labbra ormai nere per il freddo e gli arti completamente intorpiditi. "Ho rischiato di morire", commenta dopo il vergognoso episodio. Soltanto pochi giorni prima, sempre a Palermo, medesimo copione in una scuola elementare: ad andare in ipotermia una bimba di quinta.

Università di Palermo: studentessa in ipotermia, portata via in ambulanza

E' accaduto all'Università di Palermo, una giovane - che da una settimana stava frequentando, presso l'ateneo, un corso di specializzazione per diventare insegnante di sostegno - ha accusato un grave malore a causa della gelide temperature in aula, dove da almeno due settimane i riscaldamenti risultano rotti. La ragazza ha spiegato di aver sentito una nausea fortissima e mani e gambe intorpidite. Le sue labbra sono diventate nere.

I compagni di corso la aiutano come possono, coprendola con le loro giacche, e chiamano l'ambulanza. La ragazza chiede di essere portata all’ospedale di Alcamo, il suo paese d’origine. Lì arriva la conferma: ipotermia. Da almeno due settimane nell’aula dell’università di Palermo non funzionano i riscaldamenti. Lei e gli altri studenti hanno segnalato il problema ma nessuno avrebbe loro risposto.

La studentessa, che soffre di una grave miocardite, ha spiegato al Corriere:

"Più che un corso universitario, facevamo un corso di sopravvivenza. Abbiamo iniziato a settembre: frequenza obbligatoria. Abbiamo pure pagato 3.700 euro. Almeno ci avessero assicurato le condizioni minime per restare vivi. In autunno è andato tutto bene, ma quando è arrivato il freddo sono cominciati i problemi. Per far fronte al gelo ci vestivamo come per andare a sciare: io mettevo due paia di calze di pile, pantaloni pesanti, maglioni, pellicciotto e sciarpa. Per scaldarci le mani andavamo in bagno e usavamo l’asciugatore con l’aria calda. Tenevamo stufette sotto ai banchi e plaid in grembo. Per avere un po’ di sollievo uscivamo dall’aula, il tepore del sole era meglio del gelo dell’aula".

Gli studenti, a seguito dell'evento, hanno protestato per le condizioni dell’aula in cui da quindici giorni assistevano alle lezioni, per poi essere trasferiti in una stanza riscaldata.

Bimba di quinta elementare in ipotermia a scuola

Soltanto pochi giorni fa, il 24 gennaio 2023, a Rigano, provincia di Palermo, un caso analogo: a star male, sempre per il freddo, è stata una bambina di quinta elementare della scuola Emanuela Loi.

La piccola, considerando il fatto che nell'istituto non funzionasse il riscaldamento a causa di un guasto ai termosifoni, ha cominciato a sentirsi male e a tremare, con le gambe che le si sono intorpidite. Subito è stata contattata un'ambulanza che, giunta sul posto, ha evidenziato lo stato di ipotermia della minore. A confermare il principio di assideramento sono stati proprio i sanitari del 118.

E' stata la preside Rosaria Corona a raccontare quanto accaduto in una circolare:

"Una bambina della classe quinta, a seguito di malore ed evidente tremore e intorpidimento delle gambe durante il normale svolgimento delle attività didattiche, è stata condotta in ospedale dagli operatori del 118, tempestivamente chiamati, e il genitore riferisce che i medici abbiano appurato che si sia trattato di un principio di ipotermia".

La dirigente scolastica ha poi posto l'attenzione sul guasto ai termosifoni, andati in tilt per colpa di una perdita nelle fognature. L'intervento di riparazione è ora urgentissimo: il tubo di scarico che si trova tra il piano di fondazione e il solaio al piano terra deve essere riparato al più presto perché lì il ristagno di acque nere maleodoranti ha trasformato i locali in un ricettacolo di mosche, scarafaggi e zanzare.

"Questo mette in grave pericolo la salute degli studenti e delle studentesse che in queste giornate invernali sono costretti a trascorrere ore a scuola con temperature non adeguate - si legge ancora nella circolare della dirigente scolastica - C'è il rischio, inoltre, che la costante fuoriuscita di acqua possa irrimediabilmente danneggiare le fondazioni dell’edificio".

Sulla riparazione dell'impianto anche il prefetto aveva sollecitato l'amministrazione comunale:

"Ma nessun intervento è stato realizzato - precisa la preside - Il Coime, a seguito di sopralluogo, ha più volte comunicato che è impossibilitato ad effettuare l’intervento richiesto trattandosi di intervento su locale confinato. Per via della difficoltà nella perlustrazione, è impossibile fare un preventivo. Dunque i relativi costi dell'intervento di riparazione non sono noti e resta inteso che sono da ribaltare completamente al Comune di Palermo".

Sul caso è intervenuto anche Roberto Lagalla, sindaco di Palermo:

"E' motivo di dispiacere il malore accorso alla piccola alunna dell'istituto Emanuela Loi a causa del freddo determinato da un guasto improvviso dell'impianto di riscaldamento e che l'amministrazione sta provvedendo rapidamente a riparare e che già da domani riporterà a normalità la situazione. La situazione nelle scuole è nota, ritardi di manutenzione  e quindi con problemi gestionali non banali. L'amministrazione sta provvedendo a risolverli sia erogando direttamente somme in favore degli istituti scolastici sia nell'ambito di un accordo-quadro con lo Stato che a seguito dell'approvazione del bilancio questa amministrazione è stata in grado di avviare".

Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla

Sul piede di guerra la famiglia della minore:

"La cosa non può finire così — spiega il legale della famiglia Giulio Catalano —. Valuteremo se ci sono responsabilità civili, ma anche penali. Le istituzioni locali hanno parlato di un guasto improvviso, cosa falsa perché la storia va avanti da un anno".

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