Allerta in via Larga

Pacco bomba a Milano con messaggio in arabo: "Scoppierà tra tre minuti"

Da chiarire l'obiettivo del presunto atto intimidatorio: la compagnia navale Moby che aveva prestato allo Stato delle navi quarantena per ospitare i migranti, o il consolato del Libano.

Pacco bomba a Milano con messaggio in arabo: "Scoppierà tra tre minuti"
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Un pacco bomba a Milano, in pieno centro, a due passi dalla sede dell'Università Statale. Durante la mattinata di venerdì 9 settembre 2022, in via Larga è stato trovato un pacco sospetto, che ha richiesto l'intervento degli artificieri. Sul presunto ordigno c'erano una scritta in arabo e un numero di cellulare.

Pacco bomba in centro Milano

Come racconta Prima Milano, è  stato fatto brillare dagli artificieri il pacco sospetto che stamattina ha fatto scattare l'allarme bomba nel centro di Milano, in via Larga.

IL LUOGO DEL RITROVAMENTO:

L'allerta è scattata attorno alle 8.40, quando un passante ha notato il lato di un marciapiede annerito. Un edicolante della zona pochi istanti prima aveva visto una fiammata e sentito dei piccoli scoppi. E così è scattata la chiamata alla Polizia, che è intervenuta prontamente sul posto.

Il ritrovamento

Gli artificieri intervenuti in via Larga hanno ritrovato un pacco con all'interno due ordigni composti da batterie e temporizzatore.

Uno aveva già preso fuoco prima del tempo previsto per la detonazione: non è esploso ma ha fatto una fiammata, sporcando il marciapiede. L’altro, invece, era sul punto di esplodere ed è stato fatto brillare in seguito dagli artificieri.

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Il messaggio

I due pacchi avevano al loro interno molte batterie avvolte da scotch e sopra, secondo la Digos, una scritta in arabo: “Scatta tra 3 minuti” e un numero di telefono. Le batterie ritrovate all’interno dei due pacchi erano ricaricabili 18650 da 3.7 volt, come quelle utilizzate anche per le sigarette elettroniche.

L'obiettivo

Rimane da chiarire quale fosse l'obiettivo di quello che si presume fosse un atto intimidatorio. Possibile che si trattasse della compagnia navale Moby - che ha una sede proprio nella zona del ritrovamento - che aveva prestato allo Stato delle navi quarantena per ospitare i migranti, o il Consolato del Libano, presente nello stesso palazzo al civico 26, ma che non ha mai ricevuto minacce.

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