Operaio scambiato per un ladro in un cantiere: in due fermati per tentato omicidio
E' stato solo grazie a un semplice cittadino che ha sentito rumori e urla, se un 34enne se l'è cavata con una prognosi di 10 giorni.
Lo credo un ladro, lo legano e lo picchiano. Invece era solo un operaio che insieme a un collega doveva recuperare degli attrezzi. E' successo a Castenaso, paesotto nel Bolognese che in pochi giorni s'è visto puntare tutti i riflettori della cronaca nazionale, essendo anche il Comune di Alessia e Giulia le due adolescenti travolte e uccise da un treno domenica alla stazione di Riccione.
Operaio scambiato per un ladro in un cantiere edile
E' stato solo grazie a un semplice cittadino che ha sentito rumori e urla all'interno di un cantiere vicino a casa, a Castenaso, ed ha chiamato i carabinieri, se un 34enne se l'è cavata con un codice di media gravità ed una prognosi di 10 giorni.
Poteva finire in tragedia. Con un collega entrambi, dipendenti dell'azienda di costruzioni operante nel cantiere, furono aggrediti da due persone sotto l'effetto di sostanze alcoliche lo scorso 22 luglio: erano entrati solo per recuperare alcuni attrezzi.
In due fermati a Verona per tentato omicidio
Uno dei due riuscì a fuggire. L'altro invece è stato catturato, legato mani e piedi con un filo di ferro e poi trovato dai carabinieri in stato di incoscienza per le percosse subite.
I responsabili dell'aggressione, due tunisini di 35 e 37 anni, ex dipendenti della stessa azienda, sono stati fermati a Verona e sono ora in stato di arresto in custodia cautelare con l'accusa di tentato omicidio aggravato.
Anche se erano stati licenziati dalla ditta, continuavano a vivere nel cantiere e ai carabinieri hanno detto d’aver scambiato in due ex colleghi, che non conoscevano, per ladri.
Come riporta Prima Verona, lo smartphone del malcapitato era sparito durante l'aggressione ed è stato ritrovato nascosto nella tasca di uno dei due (ed è stato restituito alla vittima). I due si erano dati alla fuga e hanno lasciato Bologna, i Carabinieri li hanno rintracciati in provincia di Verona e sono stati sottoposti a un provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Bologna. Al momento, il 35enne e il 37enne, sottoposti alla misura cautelare emessa dal Gip al termine dell'udienza di convalida, si trovano in carcere a Verona.