Da Prima Merate

Omicidio Sharon Verzeni, c'era anche un coltello nel garage sequestrato a Terno d'Isola

I carabinieri hanno messo i sigilli alla serranda di un box, all'interno del quale pare sia stata rinvenuta una brandina

Omicidio Sharon Verzeni, c'era anche un coltello nel garage sequestrato a Terno d'Isola
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Siamo di fronte a una svolta nell'omicidio di Sharon Verzeni a Terno d'Isola? Difficile dirlo, ma una novità importante c'è. Come raccona Prima Merate, i Carabinieri hanno messo i sigilli alla serranda di uno dei garage di un condominio di via Castegnate, a pochi metri di distanza dal luogo della tragica aggressione ai danni della 33enne.

Omicidio di Terno d'Isola, possibile svolta

Non è passato inosservato, nella mattinata di ieri, lunedì 5 agosto 2024, l'intervento dei Carabinieri nel vano garage di un condominio di via Castegnate a Terno, a pochi metri di distanza dal luogo in cui Sharon Verzeni è stata uccisa nella notte tra lunedì e martedì della scorsa settimana.

Il garage sotto sequestro

I militari hanno infatti messo i sigilli alla serranda di un box, all'interno del quale pare sia stata rinvenuta una brandina. Il fatto che possa trattarsi di un nascondiglio utilizzato dall'assassino della 33enne è una pista che i Carabinieri non vogliono escludere, di qui la decisione della Procura di sottoporre a sequestro il garage in attesa di indagini approfondite.

Sequestrati diversi coltelli dagli inquirenti

Dopo il sequestro del garage, l'unica novità filtrata dagli ambienti investigativi nelle ultime ore è il fatto che più coltelli sono stati sequestrati nei giorni scorsi in diversi luoghi del paese, dagli inquirenti.

Di certo anche dal garage della palazzina che sorge di fronte al luogo dell'omicidio, nel box a cui ora sono stati messi i sigilli (e dove sembra dormissero più persone straniere).

Il giallo della morte di Sharon Verzeni

La morte di Sharon Verzeni, accoltellata nella notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio 2024 a Terno d'Isola, provincia di Bergamo, in via Castegnate, è un vero giallo.

 

La giovane donna, ai soccorritori che ha chiamato con le sue ultime forze, ha detto di essere stata accoltellata. Dopo essere stata trasportata d'urgenza all'ospedale Papa Giovanni, è spirata in breve tempo: troppo gravi le ferite riportate.

Il luogo dell'omicidio

Sharon: trovata accoltellata di notte in strada

Originaria di Bottanuco (dove sabato mattina si sono svolti i funerali e dove la sua famiglia è molto conosciuta perché il padre Bruno ha lavorato per molti anni all'anagrafe comunale e fa il volontario al bar dell'oratorio), Sharon era un'estetista (ha lavorato a Bergamo in Borgo Santa Caterina), ma da qualche tempo lavorava come cameriera in una gelateria di Brembate.

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Da qualche anno viveva a Terno d'Isola con il compagno, che è stato sentito e pare estraneo all'accaduto.

Sharon, come ha ricostruito il padre nelle ore immediatamente successive alla tragedia, era solita fare passeggiate serali su consiglio del dietologo. E proprio durante una di queste è stata aggredita. Ma da chi?

I soccorsi e la morte

Dopo aver chiamato lei stessa i soccorsi col proprio cellulare, è stata trovata poco prima dell'una con ferite al torace e alla schiena, dopo che aveva perso molto sangue.

A trovarla esanime e a chiamare di nuovo il 112, una coppia che arrivava in macchina lungo via Castegnate, che è un senso unico. Sembra che a vederla accasciarsi sia stata anche una residente dalla finestra, ma è un dettaglio ancora non certo e non si sa se eventualmente anche quest'ultima abbia chiamato il 112.

Sul posto è intervenuta la Croce rossa di Bonate Sotto ed è stata trasportata in codice rosso all'ospedale Papa Giovanni XXII di Bergamo, dove si trovava ricoverata in prognosi riservata fino al decesso a causa della sua grave situazione clinica.

Il luogo dell'accoltellamento

Non è riuscita a dare indicazioni su quanto successo: il suo quadro clinico si è rapidamente aggravato, per telefono non è riuscita nemmeno a dire al 118 la via in cui si trovava, prima di perdere i sensi.

Al vaglio immagini delle telecamere

I militari della Compagnia di Zogno hanno chiesto al Comune le immagini delle telecamere di videosorveglianza pubblica, per cercare di ricostruire l'accaduto, hanno anche perlustrato invano l'area alla ricerca dell'arma del delitto.

Le telecamere comunali finora non hanno restituito elementi determinanti: solo due confuse "ombre" immortalate a pochi metri di distanza rispetto al luogo del delitto nella zona della piazza centrale del paese.

I carabinieri hanno cercato a lungo il coltello (definito "strutturato" dall'autopsia, qualsiasi cosa voglia dire), pensando potesse essere stato buttato in zona dall'assassino. A tal proposito, il sindaco Gianluca Sala, il giorno dopo il delitto aveva diramato sui social del Comune un invito a non gettare la spazzatura. Ma niente.

Il compagno non è sospettato

Il compagno della vittima, Sergio Ruocco (elettricista originario di Seriate), non è sospettato. L'uomo, nei minuti in cui la compagna veniva uccisa, si trovava a casa. Non ha rilasciato dichiarazioni, così come la famiglia della 33enne, ma a fornire un suo ritratto ci ha pensato il suo datore di lavoro, Claudio Fiorendi, titolare della ditta dove l'uomo lavora come elettricista:

"Da vent’anni lavora con noi, non è mai mancato un giorno ed è una persona affidabile. Un datore di lavoro vorrebbe avere tutti operai come lui".

Si è detto anche che Sergio e Sharon seguissero un corso prematrimoniale in vista delle nozze. Di sicuro al riconoscimento in camera mortuaria il compagno c'è andato insieme ai genitori di lei, segno di indiscussa fiducia.

I sigilli alla casa

Come riporta Prima Merate, la Procura di Bergamo, per consentire ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo di svolgere le indagini in queste ore, ha messo i sigilli all'ingresso dell'abitazione in cui la vittima abitava con il compagno.

Sigilli casa di Sharon

La dimora si trova a circa 700 metri di distanza dal luogo in cui è avvenuto l'accoltellamento.

Le ipotesi: un vero giallo

Nessuna pista, al momento, viene esclusa.

Ma il discrimine è: si è trattato di un fatto casuale oppure no?

Sharon è stata ammazzata in maniera tanto violenta e repentina da presupporre, di primo acchito, un movente forte. Insomma un fatto deliberato e magari anche preordinato. Eppure sinora le indagini sulla vita della vittima ne hanno riconsegnato un'immagine specchiata. Gli inquirenti hanno sentito, parenti, colleghi e amici della ragazza, vicina anche alla chiesa di Scientology: nulla che potesse far pensare a qualcuno in grado, ma soprattutto motivato a compiere quanto accaduto.

Una rapina finita in tragedia del resto non avrebbe senso: alla ragazza non è stato portato via nulla, nemmeno il cellulare con cui ha chiamato lei stessa i soccorsi. E questo dettaglio potrebbe essere significativo: se qualcuno voleva ammazzarla e poi coprire le proprie tracce, per prima cosa si sarebbe impossessato del telefonino.

Al momento la pista del folle sembrerebbe, insomma, quella più gettonata: sarebbe una coincidenza incredibile, ma purtroppo possibile.

Ovvero, Sharon è uscita serenamente per una passeggiata e ha incontrato per caso la morte, forse aggredita da uno squilibrato senza una particolare ragione.

Il percorso di Sharon:

Un movente insomma legato alla follia di un singolo, piuttosto che il piano di qualcuno che conoscendo le sue abitudini, l'ha aspettata in un punto centralissimo del paese, piuttosto che attenderla in un altra zona ben più isolata, lungo i 700 metri di distanza fino all'abitazione in estrema periferia.

Il fatto che, in base all'autopsia, sia stata colta di sorpresa, sembrerebbe confermarlo: tre coltellate su quattro sono arrivate da tergo e la ragazza forse aveva nelle orecchie le cuffiette attaccate al cellulare per ascoltare musica e non s'è accorta dell'arrivo dell'assassino.

E sembrerebbe escluso anche un movente sessuale, un tentativo di stupro degenerato in assassinio: nella via non si è sentito nulla di nulla, men che meno un approccio o il tentativo di usare violenza nei confronti della 33enne.

Probabilmente la svolta in questa indagine difficilissima arriverà dal DNA: è possibile che l'assassino abbia lasciato traccia di sè sul corpo o sui vestiti di Sharon, quella sarebbe la sua firma inequivocabile.

Il resto è tutto da prendere con le pinze. Come ad esempio la testimonianza di una residente che avrebbe sentito un urlo e una macchina partire sgommando o le dicerie social riguardo a un pregiudicato che "sarebbe" (il condizionale è d'obbligo) stato visto passare in zona un'ora dopo il delitto.

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