La sentenza di primo grado

Omicidio Saman Abbas: ergastolo per i genitori, 14 anni per lo zio che fece scoprire il cadavere

Assolti da tutti i reati invece i due cugini

Omicidio Saman Abbas: ergastolo per i genitori, 14 anni per lo zio che fece scoprire il cadavere
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Nella mattinata di martedì, 19 dicembre 2023, in Corte d'Assise a Reggio Emilia (Emilia Romagna), è stata emessa la sentenza di primo grado relativa alla morte di Saman Abbas, 18enne pakistana uccisa a Novellara per aver rifiutato il matrimonio combinato ad aprile 2021. Il padre Shabbar e la madre Nazia (al momento latitante) sono stati condannati all'ergastolo, mentre lo zio Danish a 14 anni di reclusione. Assolti invece i due cugini Ikraz Ijam e Nomanulhaq Nomanulhaq.

Omicidio Saman Abbas: condannati i genitori e lo zio, assolti i cugini

Come raccontato da Prima Reggio Emilia, dopo quattro ore in camera di consiglio, i giudici hanno deliberato: per l'omicidio di Saman Abbas sono stati condannati all'ergastolo i genitori Shabbar e Nazia (quest'ultima ancora latitante) e a 14 anni lo zio Danish, mentre i cugini Ikraz Ijam e Nomanulhaq Nomanulhaq sono stati assolti.


Il processo sul caso della 18enne pakistana, scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) il 30 aprile 2021, il cui cadavere è stato trovato il 18 novembre 2022, ha avuto inizio l'8 settembre 2023, dopo che il padre Shabbar, accusato di omicidio volontario e soppressione del cadavere insieme allo zio Danish, ai cugini e alla madre Nazia, è stato estradato in Italia dal Pakistan a fine agosto.

Il padre nega l'omicidio

"Il fenomeno dei matrimoni forzati non riguarda la mia famiglia" ha detto Shabbar Abbas nell'ultima udienza prima della sentenza. Fa dichiarazioni spontanee: "Mia figlia - ha detto - era il mio sangue e il mio cuore". Nega l'omicidio e quanto ricostruito dal processo.

"Ho sentito di un matrimonio combinato - ha affermato - anche questo non è vero, no, lei era contenta, molto contenta".

Shabbar Abbas

I motivi della sentenza

Alla fine, però i genitori di Saman sono stati condannati dalla Corte di Assise per il reato di omicidio con un'unica aggravante, ma assolti dalla soppressione di cadavere per non aver commesso il fatto.

Lo zio Danish, invece, indicato dalla Procura come l'esecutore materiale del delitto, è stato condannato per omicidio, ma senza aggravanti, e per soppressione di cadavere, poi gli sono state concesse le attenuanti generiche ed è stato dunque ammesso al rito abbreviato (che aveva chiesto ma non era stato accettato proprio perché in presenza di quelle aggravanti non era possibile), con la riduzione di un terzo della pena.

"Molto meno di quanto ha chiesto la Procura, ciò nonostante farò appello - dichiara l'avvocato Liborio Cataliotti, difensore di Danish Hasnain come riportato da SkyTg24 - Accetto la condanna per aver disperso, sottratto o occultato il cadavere, del resto lo ha fatto ritrovare, però impugnerò per la condanna per omicidio. Tutte le richiesto sono state accolte, non quella che mi sta più a cuore, quella del concorso dell'omicidio, però esiste anche il secondo grado di giudizio".

Tutti gli imputati sono stati assolti perché il fatto non sussiste dall'accusa di sequestro di persona. I due cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz sono stati assolti da tutti i reati e liberati.

"È un momento di commozione, siamo tutti molto soddisfatti - afferma l'avvocato Maria Grazia Petrelli che difende il cugino Ikram Ijaz come riporta SkyTg24 - È una sentenza che speravamo, ci credevamo ed è arrivata. Ikram si è sempre proclamato innocente e ce l'abbiamo fatta a provare la sua innocenza. Sarà liberato entro sera".

I giudici, come spiegato nelle motivazioni, hanno ricostruito nel merito il delitto in modo diverso rispetto all'accusa, che aveva chiesto due ergastoli per i genitori e 30 anni per Danish Hasnain e i cugini. Sembra essere caduta l'idea che l'omicidio sia stato il frutto di un piano organizzato da tempo, compreso lo scavo della buca in cui Saman è stata trovata un anno e mezzo dopo la morte. Per la Procura, inoltre, i genitori e i cugini avrebbero seppellito la ragazza per nasconderne il corpo, invece i due cugini sono stati assolti per non aver commesso il fatto.

Nessun risarcimento, poi, è stato concesso al fratello e al fidanzato di Saman Abbas, costituiti entrambi parte civile. Risarcimenti sono stati concessi, invece, alle associazioni sulla violenza contro le donne (25mila euro ciascuno), a quelle islamiche (10mila euro), all'Unione Comuni bassa reggiana (30mila) e al Comune di Novellara (50mila).

Novellara si farà carico del funerale di Saman

"La condanna dei genitori - afferma a Sky Tg 24 la sindaca di Novellara, Elena Carletti - segna comunque un passo importantissimo perché individua nella famiglia e nei genitori i primi responsabili di una dinamica tragica e atroce che purtroppo ha riguardato Saman, ma investe tantissime altre ragazze".

C'è la sua fotografia davanti al casolare dove è stata sepolta per un anno e mezzo, a pochi passi da casa, nella campagna di Novellara.

"Ha definito la famiglia praticamente come un nucleo armonioso e felice fino all'arrivo dei servizi sociali - ha aggiunto la sindaca - La verità è che invece ha restituito l'idea di una cultura radicatissima e che parte da un concetto distorto dell'onore, del sangue e di quanto questi matrimoni forzati si basino proprio su un tema di ricchezza dello sposo, di possedimenti terreni".

Il ricordo di Saman, l'impegno del Comune di Novellara, il sindaco rinnova anche la disponibilità a farsi carico del funerale:

"Siamo in attesa che le decisioni vengano prese dal fratello".

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