Omicidio Carol Maltesi, per il killer Davide Fontana rigettata la richiesta di rito abbreviato
Il 43enne di Rescaldina sarà giudicato con rito immediato, prima udienza il 24 ottobre 2022.
La richiesta del rito abbreviato è stata rigettata. Davide Fontana, 43 anni, accusato dell'efferato omicidio di Carol Maltesi, verrà giudicato con rito immediato, la prima udienza si terrà il prossimo 24 ottobre 2022. Il 43enne, che ha prima ucciso e poi fatto a pezzi la 26enne, mettendo i resti del corpo in alcuni sacchi e gettandoli poi in un dirupo in Valcamonica, ora rischia l'ergastolo.
Omicidio Carol Maltesi, niente rito abbreviato per Davide Fontana
Aveva avanzato la richiesta di un procedimento penale abbreviato, attraverso il quale, rinunciando alla cosiddetta fase di "dibattimento", avrebbe potuto ottenere un considerevole sconto di pena e una riduzione della durata del processo. Per Davide Fontana, 43enne impiegato di banca di Rescaldina, tuttavia, non ci sarà questa opzione.
Il Gup di Busto Arsizio (Varese) ha rigettato la sua richiesta di rito abbreviato ed ora si procederà regolarmente con rito immediato, la prima udienza si terrà tra dieci giorni, il prossimo lunedì, 24 ottobre 2022, proprio davanti alla Corte d'assise di Busto Arsizio. Il 43enne di Rescaldina verrà giudicato per l'omicidio di Carol Maltesi, il cui caso, alcuni mesi fa, aveva particolarmente scioccato l'opinione pubblica nazionale.
Davide Fontana, che ora rischia l'ergastolo, presente in aula al momento del no al rito abbreviato, ha rilasciato una dichiarazione spontanea:
"Sono pentito, non riesco a guardare in faccia i genitori di Carol, ma non ho premeditato nulla".
Accusato dell'assassinio di Carol Maltesi
L'accusa a carico di Davide Fontana, come detto, riguarda l'assassinio di Carol Maltesi, giovane attrice hard di 26 anni, originaria di Rescaldina, conosciuta col nome d'arte di Charlotte Angie, madre di un bambino di 6 anni.
Una storia macabra che era venuta a galla a partire dal 20 marzo scorso quando, dopo la segnalazione di un cittadino, a Borno (Brescia), erano stati rinvenuti dei sacchi neri dentro i quali si trovavano pezzi di cadavere umano.
Da subito erano scattate le indagini in una doppia direzione. La prima, ovviamente, quella per cercare di risalire all'identità della vittima, scoperto poi che apparteneva ad una donna: gli inquirenti, in tal senso, avevano una completa descrizione di una serie di tatuaggi presenti sul corpo, soluzione che si è rivelata fondamentale perché tantissimi cittadini, anche di altre regioni, hanno subito segnalato che quei tattoo appartenessero proprio a Carol Maltesi, alias Charlotte Angie.
Nella notte tra il 28 e il 29 marzo scorsi, invece, l'individuazione del presunto assassino: ad ucciderla sarebbe stato proprio Davide Fontana, 43 anni, suo amico e vicino di casa, presentatosi spontaneamente alla caserma dei Carabinieri di Brescia. Dopo un iniziale tentennamento, il 43enne ha ceduto, confessando l’omicidio e l’occultamento del cadavere avvenuto a gennaio 2022, prima riponendolo in un congelatore nella casa della stessa vittima e poi, una volta fatto a pezzi, gettandolo nel dirupo di montagna.
Omicidio premeditato?
Dalle successive indagini dei carabinieri, si è scoperto poi che Carol Maltesi e Davide Fontana avessero addirittura una relazione. A quel punto tutte le attenzioni si sono concentrate sul movente dell'omicidio: abbandonata la pista di un gioco hard finito male, ha preso sempre più vigore l'ipotesi che Fontana avesse compiuto il gesto estremo in modo intenzionale poiché non voleva che Carol Maltesi tornasse dal figlio di 6 anni.
Carol aveva aveva abitato in provincia di Verona dove, prima di tentare una carriera nel mondo dell'hard, aveva lavorato come commessa in un centro commerciale all’interno di un negozio di scarpe: era lì che voleva tornare per avvicinarsi al figlio di 6 anni che ora vive assieme al papà (il suo ex compagno) in un comune della Bassa veronese. Proprio il desiderio della ragazza di voler lasciare il paese milanese di Rescaldina per poter vivere in provincia di Verona assieme al suo bambino avrebbe innescato la morbosa gelosia e possessività del 43enne Davide Fontana.
Il giudice per le indagini preliminari di Brescia, Angela Corvi lo ha scritto nell'ordinanza che convalida il fermo del 43enne.
"Poiché non poteva accettare di vivere senza la ragazza che tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022, gli aveva comunicato che intendeva lasciare Rescaldina e trasferirsi fra il Veronese, dove risiede il figlioletto di 6 anni, e Praga".
Dopo averla uccisa, Fontana rispondeva ai messaggi per conto di Carol
Tra l'omicidio e il ritrovamento del cadavere, poi, sono trascorsi due lunghissimi mesi nei quali Fontana si è spacciato per Carol, rispondendo addirittura ai messaggi sul suo cellulare.
I primi sospetti che le fosse successo qualcosa di grave erano venuti all’ex compagno dato che la giovane non si era nemmeno presentata a casa sua (in un paese della Bassa Veronese) in occasione del compleanno del figlio di 6 anni. Cosa che non era mai successa in passato dato che Carol era molto legata al bambino, tanto che avrebbe voluto portarlo con sé ad Amsterdam, dove sognava di tornare un giorno.
Ma, naturalmente, non poteva rispondere né essere presente. Chi chattava su WhatsApp era infatti Fontana, che fingeva di essere la ragazza. E aveva avuto anche una serie di colloqui con il padre di lei, a cui aveva anche fatto gli auguri per il compleanno, come ha raccontato l'uomo.