Omicidio Carol Maltesi, la confessione di Fontana al pm: "Sono un vigliacco"
L'omicida interrogato per cinque ore dal pm di Busto Arsizio: "Sono pentito".
"Sono un vigliacco, mi vergogno per ciò che ho fatto e per non avervi chiamato subito". Così Davide Fontana, il 43enne di Rescaldina (Milano) reo confesso dell'omicidio di Carol Maltesi, si è rivolto al procuratore di Busto Arsizio Carlo Nocerino. A rendere note le parole dell'impiegato di banca è stato il suo avvocato difensore Stefano Paloschi.
Omicidio Carol Maltesi, la confessione di Davide Fontana
Stando a quanto ha affermato il legale, Fontana è stato ascoltato per oltre cinque ore, durante le quali gli inquirenti hanno cercato riscontri rispetto alle prove raccolte e alla dichiarazioni rilasciate sinora dall'omicida. Fontana ha risposto a tutte le domande che gli sono state poste e si è detto assolutamente pentito. Durante il colloquio avrebbe avuto un crollo emotivo.
La morte di Carol
Carol Maltesi, 26 anni, è stata uccisa da Davide Fontana a gennaio. In un crescendo di violenza, dopo averla brutalmente uccisa, il 43enne impiegato di banca di Rescaldina l'ha fatta a pezzi e ha conservato il corpo in un congelatore. Dopodiché, due mesi più tardi, ha provato a sbarazzarsene gettandolo in un dirupo in Valcamonica. I resti, notati da un passante, sono stati riconosciuti grazie ai tatuaggi che Carol aveva sul corpo.
In tutto questo tempo Fontana si è spacciato per Carol, rispondendo ai messaggi sul suo cellulare (ha fatto anche gli auguri di compleanno al padre della ragazza).
In un primo momento l'omicida reo confesso aveva parlato di un gioco erotico finito male, ma poi ha ritrattato la prima versione, sostenendo di aver ucciso Carol perché lei aveva deciso di allontanarsi da Rescaldina e andare a vivere in Veneto, per stare vicino al figlio di sei anni.