da prima firenze

Oltre 60 telefonate al giorno per controllare la ex, poi le sfonda la porta di casa: 28enne arrestato

Un anno da incubo per la vittima: l'aggressore dovrà rispondere, oltre che di stalking, anche della violazione di domicilio, aggravata dall’aver commesso il fatto con violenza sulle cose

Oltre 60 telefonate al giorno per controllare la ex, poi le sfonda la porta di casa: 28enne arrestato
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La violenza sulle donne, che nei casi più drammatici può sfociare in femminicidio, passa (anche) dal controllo e dall'ossessione del carnefice.

La cronaca restituisce casi quotidiani di uomini incapaci di rassegnarsi che mettono in atto comportamenti persecutori contro le ex compagne, fra cui telefonate continuative. Come a Siena, dove un 28enne è stato arrestato dopo un anno di stalking alla ex fidanzata: fino a 60 telefonate al giorno per controllarla. 

Siena, perseguita la ex: fino a 60 telefonate al giorno per controllarla

Messaggi, telefonate a qualsiasi ora del giorno e della notte. L’obiettivo per lui, un ragazzo di 28 anni di Siena, era controllare dove fosse l’ex fidanzata. Per lei invece l’incubo è durato per oltre un anno fino all’arresto per stalking di lunedì scorso, 25 novembre 2024, proprio in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Come riporta Prima Firenze, fino a 60 le telefonate al giorno per verificare dove e con chi fosse, facendole improvvisate sul posto di lavoro o in altri luoghi, ovunque si trovasse, inviandole messaggi con avvertimenti e minacce.

Non solo ma il 28enne, si sarebbe appostato per controllare i movimenti dell’ex, arrivando fino a inseguirla con la macchina. Una sera la ragazza si è addirittura trovata l’auto danneggiata con gli pneumatici tagliati, parte della carrozzeria rovinata e gli sportelli scardinati.

Sfonda la porta di casa

L’apice è arrivato l’ottobre scorso, quando l’uomo, al rifiuto della 27enne di aprirgli la porta di casa, avrebbe sfondato il portone e divelto le altre porte interne, dietro alle quali la vittima si era barricata. Dopo quest’ultimo episodio la donna, non riuscendo più a tollerare altro, si è rivolta alla Polizia. Il 28enne dovrà rispondere, oltre che di stalking, anche della violazione di domicilio, aggravata dall’aver commesso il fatto con violenza sulle cose.

A Verona un caso analogo

Nella tarda serata dello scorso mercoledì 20 novembre 2024, una pattuglia della Stazione di Zevio, provincia di Verona, durante il servizio perlustrativo, è intervenuta nell’abitazione di una cittadina vittima di stalking da parte del suo ex compagno. Erano mesi che l'ex, un 26enne che non aveva accettato la decisione di interrompere la loro storia, la tempestava di telefonate, addirittura oltre 100 al giorno, oppure si presentava fuori casa sua o sul luogo di lavoro, offendendola e di fatto procurandole un fondato timore per la propria incolumità.

Mercoledì scorso l’ennesimo episodio. Quando i Militari sono intervenuti a casa della vittima, l’ex compagno lì presente, in grave stato di alterazione verosimilmente dovuta all’abuso di sostanze alcoliche, ha tentato in ogni modo di avvicinarsi all'ex, incurante della presenza dei Carabinieri.

Al termine della breve colluttazione, i militari sono tuttavia riusciti a fermarlo e, contestualmente, ad arrestarlo. Lo stalker, un italiano 26enne residente nel veronese, come da direttive della Procura della Repubblica scaligera, è stato tradotto presso la casa circondariale di Verona Montorio. Giovedì scorso 21 novembre 2024, dopo la convalida dell’arresto, è stato sottoposto alla misura coercitiva del divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto elettronico. Ci si augura, considerando alcuni recenti episodi di cronaca, che lo strumento si riveli efficace e funzionante.

La nonna di Giulia Cecchettin: "200 telefonate al giorno"

Analogie, drammatiche, anche con il femminicidio di Giulia Cecchettin. Il tema del controllo e dell'ossessione è infatti centrale anche nelle modalità comportamentali di Filippo Turetta, reo confesso a processo per l'omicidio della giovane.

Turetta a processo

La nonna di Giulia, Carla Gatto, presente alle udienze, per smontare la tesi della difesa che negava persecuzione e premeditazione da parte dell'imputato, ha rivelato:

"Due, trecento telefonate al giorno non era un atto persecutorio? Uno non vive, sarebbe da spegnere il cellulare e non riaccenderlo più".

Giulia Cecchettin

Purtroppo, nelle relazioni tossiche, come dimostrano questi tre casi di cronaca, vi sono elementi ricorrenti: campanelli d'allarme a cui fare attenzione. Come scriveva Giulia, allo stesso Turetta, sfinita della sue persecuzioni, tre giorni prima di essere massacrata:

"Pippo sei ossessionato signore! Sei uno psicopatico! Che cosa devo fare? Lasciarti dirmi quando fare che cosa e controllarmi? Io sinceramente non lo trovo corretto, ok? Quindi io mi sto comportando solo di conseguenza a come ti comporti tu. Perché mi stai cominciando a fare paura".

 

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