Numeri drammatici

Oggi è la giornata delle vittime sul lavoro: 681 morti nei primi otto mesi del 2025

Basilicata, Umbria e Campania restano le regioni più a rischio, la Lombardia quella con più vittime

Oggi è la giornata delle vittime sul lavoro: 681 morti nei primi otto mesi del 2025

Domenica 12 ottobre 2025 l’Italia celebra la 75ª Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, promossa dall’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro).
Un momento di memoria e consapevolezza che arriva mentre i dati continuano a mostrare un quadro di tragica continuità.

“I primi otto mesi del 2025 contano 681 vittime. È un dato stabile rispetto allo scorso anno, ma la stabilità non può essere motivo di conforto,” spiega Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre.

“Nel nostro Paese la sicurezza sul lavoro viene spesso sottovalutata. Dovrebbe invece essere considerata un investimento per la qualità della vita e la dignità dei lavoratori.”

Morti sul lavoro: la situazione regione per regione

Secondo i dati aggiornati ad agosto 2025, l’indice medio di incidenza in Italia è pari a 20,6 morti ogni milione di occupati.

Le regioni che superano del 25% la media nazionale – quindi in zona rossa – sono:

  • Basilicata,
  • Umbria,
  • Campania,
  • Sicilia,
  • Calabria.

In zona arancione rientrano:

  • Trentino-Alto Adige,
  • Puglia,
  • Veneto,
  • Liguria,
  • Sardegna,
  • Abruzzo,
  • Toscana.

Seguono le zone gialle:

  • Piemonte,
  • Marche,
  • Valle d’Aosta,
  • Emilia-Romagna.

Infine, in zona bianca:

  • Lombardia,
  • Friuli-Venezia Giulia
  • Lazio
  • Molise.

681 decessi da gennaio ad agosto 2025

Nel dettaglio, le 681 vittime totali si dividono in:

  • 493 morti in occasione di lavoro (–14 rispetto al 2024)
  • 188 in itinere, ossia nel tragitto casa-lavoro (+15 rispetto al 2024).

La Lombardia resta la regione con il numero assoluto più alto di decessi sul posto di lavoro (68, numero motivato soprattutto dalla più alta percentuale di lavoratori rispetto alle altre regioni), seguita da Veneto (53), Campania (49), Sicilia (41), Piemonte (38), Toscana (35) ed Emilia-Romagna (34).

Chi sono le vittime: età, genere e nazionalità

Over 65: la fascia più a rischio

L’incidenza di mortalità più alta riguarda gli ultrasessantacinquenni, con 66,5 morti ogni milione di occupati, seguiti dai lavoratori tra 55 e 64 anni (31,5) e da quelli tra 45 e 54 anni (21,7).
In termini assoluti, la fascia 55-64 anni conta 168 decessi, la più colpita.

Donne

Nei primi otto mesi del 2025 hanno perso la vita 58 donne, una in meno rispetto al 2024.

  • 28 sono decedute in occasione di lavoro
  • 30 in itinere

Lavoratori stranieri

Grave anche la situazione dei lavoratori stranieri, con 148 vittime (108 in occasione di lavoro e 40 in itinere).
Il loro rischio di morte è più che doppio rispetto agli italiani: 43 morti ogni milione di occupati, contro 18.

Costruzioni, manifattura e trasporti: i settori più colpiti

Il settore delle Costruzioni si conferma il più esposto con 78 decessi in occasione di lavoro.

Seguono:

  • Attività manifatturiere: 69 morti
  • Trasporti e magazzinaggio: 65
  • Commercio: 48.

Lunedì e venerdì i giorni più pericolosi

Lunedì risulta il giorno più luttuoso della settimana, con il 23,7% degli incidenti mortali, seguito dal venerdì (20,3%) e dal giovedì (16,4%).
Una distribuzione che riflette i momenti di maggiore pressione o stanchezza del ciclo lavorativo.

Denunce di infortunio: leggero calo rispetto al 2024

Le denunce totali di infortunio si attestano a 384.007, in lieve calo (–0,7%) rispetto alle 386.554 dello scorso anno.
I settori con più segnalazioni restano:

Manifatturiero: 45.565 denunce

  • Costruzioni: 24.595
  • Sanità: 23.929
  • Commercio: 21.839
  • Trasporti e magazzinaggio: 21.625.

Le lavoratrici rappresentano 137.388 denunce, mentre i lavoratori uomini 246.619.
Gli stranieri costituiscono circa un quinto dei casi totali (82.208).

Come viene calcolata l’incidenza degli infortuni

L’incidenza degli infortuni mortali rappresenta il numero di lavoratori deceduti ogni milione di occupati in una determinata area.
Questo parametro permette di confrontare in modo oggettivo il rischio tra territori con popolazioni lavorative diverse.

Una riflessione necessaria

Il quadro tracciato dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega evidenzia una emergenza strutturale, non episodica.
Nonostante gli sforzi normativi e le campagne di sensibilizzazione, ogni giorno in Italia muore almeno un lavoratore.

“La sicurezza non può essere vista come un costo – conclude Rossato – ma come l’investimento più efficace per salvare vite umane e garantire dignità al lavoro”.