Niente rito abbreviato: il figlio di Grillo rischia fino a 12 anni per stupro
Il figlio del garante M5s e i tre amici hanno rinunciato al procedimento ordinario.
Ciro Grillo e gli amici, accusati di stupro, rinunciano al rito abbreviato. Una scelta a suo modo coraggiosa, dato che il rito abbreviato prevede in caso di condanna uno sconto di un terzo della pena. Ma che lascia intendere la volontà da parte degli imputati di andare a fondo della vicenda.
Accusati di stupro: il figlio di Grillo e gli amici rinunciano al rito abbreviato
La vicenda è oramai nota a tutti. Ciro Grillo e tre amici (Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia) sono accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese. Il presunto stupro sarebbe avvenuto il 17 luglio 2018 nell'abitazione del "guru" del Movimento Cinque Stelle. Ma i quattro si sono sempre professati innocenti e vogliono proseguire su questa linea. Due di loro, da quanto si apprende, avrebbero preferito la linea del rito abbreviato, ma a seguito di una serie di incontri con i rispettivi legali, la scelta è stata di proseguire tutti sulla stessa strada.
La scelta sarà comunicata ufficialmente lunedì al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tempo Pausania Caterina Interlandi. Con un rischio importante per gli imputati: possono prendere sino a 12 anni di carcere.
I fatti
Secondo l'ipotesi della Procura sarda, quella notte i quattro avrebbero abusato della ragazza (all'epoca dei fatti 19enne, come Grillo e gli amici), che dopo essersi ripresa ha sporto denuncia. In casa con loro c'era anche un'amica, Roberta, che però dormiva sul divano e non si sarebbe accorta di nulla. Nemmeno dei video e delle fotografie oscene scattate dai ragazzi.
I quattro si sono sempre dichiarati innocenti. La loro versione - univoca - parla di una serata con fiumi di alcool, terminata con un rapporto di gruppo consenziente. E la scelta del rito ordinario va proprio in questa direzione: ribadire la propria estraneità alle accuse mosse al gruppo.
Rito abbreviato, cosa cambia
Il giudizio abbreviato è un procedimento speciale che consente di ottenere uno sconto di pena in caso di condanna. Il motivo è che con questa scelta l'imputato decide di non “affaticare” la macchina della giustizia, prediligendo una via rapida per giungere alla conclusione del procedimento.
Rientra tra i procedimenti speciali previsti dal Codice di procedura penale. Con il giudizio abbreviato l’imputato sceglie di essere giudicato saltando l’istruttoria dibattimentale, cioè quel momento in cui le prove si formano nel contraddittorio tra le parti (pubblico ministero e avvocato) davanti al giudice. In pratica, il processo avviene esclusivamente sulla scorta dei risultati che emergono dalle indagini condotte dalla Procura della Repubblica. A richiederlo può essere soltanto l'imputato e non l'accusa.
Nel caso specifico, la violenza sessuale di gruppo è un reato che prevede dai sei ai dodici anni di carcere (con il "codice rosso" la pena è stata in seguito aumentata da 8 a 14 anni, ma il resto è precedente all'entrata in vigore della legge, seppur di pochi giorni).