Neonati sepolti nella villetta di Traversetolo, la 22enne Chiara Petrolini confessa: "Erano entrambi miei, li ho partoriti io"
La giovane risulta l'unica indagata per omicidio e occultamento di cadavere
La 22enne Chiara Petrolini ha confessato. Un cimitero di bambini nel giardino di una rispettabilissima famiglia della media borghesia. I ritrovamenti dei corpicini hanno scosso la sonnolenta provincia di Parma, dopo che - nel paesino di Vignale di Traversetolo - sono stati trovati i corpi sepolti di due neonati.
Il riserbo intorno alla vicenda è strettissimo, ma le tessere dell'inquietante mosaico iniziano ad andare al proprio posto: restituendo una panoramica che squarcia la patina di normalità intorno ad una famiglia, apparentemente, perfetta.
Anche se gli interrogativi restano ancora tanti.
Cimitero di neonati a Traversetolo
E' il 9 agosto 2024, siamo in un quartiere residenziale di Traversetolo. In una villetta di proprietà di una famiglia borghese - padre piccolo imprenditore, madre commessa - si scopre l'orrore. Un vicino di casa, secondo diverse versioni allertato dalla nonna della giovane, allerta i carabinieri. Sotto un sottile strato di terra, al confine tra i due giardini, si scorge il cadavere di un neonato.
L'anziana era stata attirata dal cane, che stava scavando in giardino, sarebbe stato l'animale a condurla ai resti, di almeno 40 settimane, ormai senza vita, avvolti in un telo e nascosti in una buca. La nonna, all’inizio, lo aveva scambiato per un animale e aveva chiamato il vicino di casa che poi aveva dato l’allarme ai carabinieri.
Ma i proprietari di casa dov'erano? La famiglia era partita per un viaggio a New York. Padre e madre con i due figli: un 17enne e la 22enne Chiara Petrolini, il cui dna sui poveri resti ha accertato la maternità del cadavere. Mentre a Traversetolo andava in scena l'orrore, la giovane postava foto sorridente sui propri social, dai grattacieli della Grande Mela.
L'autopsia avrebbe confermato che il piccolo era nato vivo, avrebbe anche pianto.
Il secondo cadavere
È di qualche settimana fa la notizia di un secondo ritrovamento: si tratterebbe di ossa, resti abbandonati prima di quelli del bimbo nato vivo.
Nonostante il silenzio degli inquirenti, pare che nel luogo dei secondi resti, i Ris siano andati a "colpo sicuro". All'interno della cronologia del cellulare della 22enne, infatti, avrebbero trovato la domanda: "Come partorire il secondo figlio". E' subito stato chiaro che l'orrore non fosse finito con il primo ritrovamento.
Il corpo risalirebbe al 2023, sono in corso gli esami preliminari. Ma Petrolini ha già ammesso che anche quel neonato sarebbe suo figlio, partorito e poi sepolto con il medesimo modus operandi.
"Ho fatto tutto da sola"
La giovane, che secondo le indagini avrebbe fatto tutto da sola, è una studentessa universitaria molto attiva nella comunità, dove frequenta l'oratorio e fa la baby sitter. La 22enne avrebbe partorito il bambino nel giardino della casa costruita dai nonni, il 7 agosto 2024, poi lo avrebbe avvolto in una coperta e adagiato in una piccola buca scavata nel terreno del giardino della villa poco lontano.
Il giorno successivo è partita per New York.
"Nessuno — spiega il procuratore Alfonso D’Avino— all’infuori della ragazza era a conoscenza della gravidanza: né familiari, né padre del bambino, né amiche o amici. La gravidanza non è stata seguita da alcuna figura professionale (ginecologo, medico di famiglia) e il parto è avvenuto nella casa familiare, al di fuori di contesti ospedalieri o sanitari".
Il padre del neonato, suo fidanzato da diversi anni, sarebbe stato all'oscuro della gravidanza e non è al momento indagato. Il fidanzato e alcune delle amiche della ragazza sono stati ascoltati dagli investigatori. Lui dice che non era al corrente della gravidanza. Dopo due anni di frequentazione i due si erano allontanati e non si erano più sentiti.
La giovane è assistita dall’avvocato Nicola Tria. È accusata di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
I familiari giurano "Non ci siamo accorti di nulla"
Chiara è stata vista in paese "fino a luglio, indossava magliette corte e abiti attillati. Era magra, la pancia non si vedeva", raccontano i residenti.
Tornati dal viaggio anche i familiari della ragazza hanno giurato di non essersi mai accorti della gravidanza.
La famiglia della ragazza, dopo il test del Dna che ha accertato il collegamento tra Chiara e il neonato ritrovato il 9 agosto, ha lasciato la frazione di Traversetolo.
La madre del fidanzato della giovane, intanto, non riesce a spiegarsi come sia stato possibile che nessuno si sia mai accorto che la ventiduenne fosse incinta.
"Ha girato tutta l'estate con la pancia scoperta - ha dichiarato la donna all'Ansa -. Non può aver fatto tutto da sola".
La signora, sotto shock, ha dichiarato che se avesse saputo della drammatica situazione, si sarebbe fatta carico del piccolo.
L'ombra della setta religiosa
Un caso di cronaca che è un pugno nello stomaco e, in virtù delle sue caratteristiche, avrebbe alimentato anche l'ipotesi dell'esistenza di una setta religiosa. Ma tale scenario, al momento, pare figlio - più che altro - di suggestioni, probabilmente legate ai dolorosi contorni della vicenda.
Il parroco del paese Don Giancarlo Reverberi dice di non aver mai sentito parlare della presenza di una setta religiosa a Traversetolo. Al momento né il sindaco, né gli inquirenti, hanno mostrato di aver dato credito a questa pista.
Il sindaco del paesino, Simone Dall’Orto, mantiene cautela nelle dichiarazioni, sottolineando lo sgomento che attraversa la comunità. Il primo cittadino conferma che la famiglia fosse insospettabile: persone benestanti, discrete, schive.
Se ne sono andati, non si sa dove siano ora. Resta la loro villetta che raccontava di una vita, soltanto sulla carta, perfetta. E che si è rivelata un cimitero di neonati.
La pesante posizione giudiziaria
Chiara è l'unica indagata (omicidio e occultamento). La 22enne resta ancora a piede libero: sembra infatti che, nelle scorse settimane, il Gip abbia respinto la richiesta di misure cautelari nei confronti della ragazza da parte della Procura di Parma, non ravvisando in quella fase, esigenze cautelari. Infatti, secondo il Gip la ragazza non poteva reiterare il reato, non è socialmente pericolosa, né può inquinare le prove. Non si ravvede nemmeno il pericolo di fuga: dopo aver partorito il 7 agosto ed ucciso il bimbo, è partita con la famiglia per gli Stati Uniti in vacanza ed è ritornata regolarmente in Italia nonostante l’inchiesta fosse già stata avviata.