Neonati sepolti in giardino a Traversetolo: "Lucida, fredda e priva di compassione". Perché Chiara Petrolini andrà in carcere
Il Riesame ha accolto l’appello della Procura, ritenendo insufficiente la misura cautelare adottata in precedenza, ovvero i domiciliari
"Una ragazza normale, gioiosa, benvoluta", così la difesa di Chiara Petrolini - accusata di aver dato alla luce due figli e averli soppressi e sepolti nel giardino di casa, a Traversetolo, provincia di Parma.
Di tutt'altro tenore il quadro restituito dai giudici del tribunale del Riesame di Bologna:
"Eccezionali capacità sia di nascondimento dei propri misfatti sia di mistificazione e dissimulazione. Mancanza di partecipazione e di compassione".
L'elenco delle caratteristiche della personalità della giovane è nelle motivazioni dell'ordinanza che, dopo l'udienza del 15 ottobre 2024, ha disposto il carcere per la 21enne (misura non esecutiva fino alla Cassazione).
Neonati sepolti: Chiara Petrolini andrà in carcere
Il tribunale del riesame di Bologna ha disposto la custodia cautelare in carcere, e non ai domiciliari, per Chiara Petrolini. La 21enne indagata dalla procura di Parma e accusata dell’omicidio e della soppressione dei cadaveri di due neonati da lei partoriti a un anno di distanza.
La difesa di Chiara Petrolini ha delineato il profilo di una giovane donna "normale", serena e benvoluta dalla comunità, apprezzata per il suo ruolo di baby sitter e educatrice in parrocchia e nei centri estivi. Tuttavia, il quadro tratteggiato dai giudici del tribunale del Riesame di Bologna è decisamente più cupo e impietoso.
Secondo quanto riferito dalla Procura di Parma, le motivazioni della decisione dei giudici dipingono una personalità distante dall'immagine rassicurante fornita dalla difesa. Le espressioni utilizzate colpiscono per la loro durezza: si parla di "estrema lucidità, inusitata freddezza esecutiva, sconcertante assenza di scrupoli o remore e una mancanza apparente di qualsiasi ripensamento, oltre che di sfrontatezza".
Non mancano accuse più dirette, come la "totale inaffidabilità nelle relazioni personali, anche intime", e l’attribuzione di "eccezionali capacità di nascondere i propri misfatti e di mistificazione e dissimulazione, unite a una mancanza di partecipazione emotiva e compassione".
Questi elementi emergono nelle motivazioni che hanno portato il Riesame, dopo l’udienza del 15 ottobre, a disporre la custodia cautelare in carcere per la ventunenne, accusata di aver ucciso e seppellito i suoi due figli appena nati nel giardino della villetta di Vignale di Traversetolo, a maggio 2023 e ad agosto 2024. Poi è partita con la famiglia per un viaggio a New York.
Per ora, l’ordinanza non è esecutiva fino alla pronuncia della Cassazione, ma rappresenta un ulteriore passo in una vicenda che ha scosso profondamente l’opinione pubblica. La ragazza, dal 20 settembre, si trova agli arresti domiciliari presso un’abitazione diversa, sotto la supervisione dei genitori.
Nessuno si è accorto di nulla
Il Riesame ha accolto l’appello della Procura, rappresentata dal procuratore Alfonso D'Avino e dalla pm Francesca Arienti, ritenendo insufficiente la misura cautelare adottata in precedenza. La corte ha rilevato che i due omicidi, così come i relativi parti, si sono svolti all'interno delle mura domestiche, con i genitori presenti, i quali non sarebbero stati in grado di esercitare un controllo efficace per prevenire ulteriori episodi analoghi. I giudici hanno osservato che, nonostante la loro presenza, nessuno si è accorto del parto avvenuto il 7 agosto 2024 né del successivo occultamento del neonato.
"Non volevano rovinarsi la vacanza"
Un dettaglio particolarmente significativo, contenuto nelle motivazioni, è legato alla reazione dei genitori della giovane quando, il 9 agosto, furono informati del ritrovamento di un neonato morto nella loro abitazione. Invece di rientrare immediatamente dalle vacanze all’estero, preferirono proseguire il viaggio, sostenendo di non voler "rovinare una vacanza così lontana e pianificata da tempo", come dichiarato dalla madre stessa.
Infermità mentale, la mossa della difesa
Sul fronte della difesa, l’avvocato Nicola Tria ha per la prima volta sollevato la questione dell’infermità mentale della sua assistita. Una relazione preliminare di uno psichiatra, presentata durante l’udienza, ha evidenziato una "condizione psicopatologica legata a disturbi della personalità", che, secondo il medico, potrebbe influire sulla capacità di intendere e di volere della giovane. Tuttavia, i giudici hanno sottolineato che nessuna delle persone vicine all’indagata avrebbe mai notato segnali di problemi psichiatrici.
Il tema dell’infermità mentale, probabilmente, sarà centrale nel futuro processo. Nel frattempo, gli inquirenti attendono gli esiti delle consulenze tecniche. Il medico legale ha confermato che il neonato trovato morto ad agosto aveva respirato ed è deceduto per dissanguamento. Per il bimbo nato nel 2023, invece, le analisi sui resti non consentono, al momento, di formulare certezze definitive.