lite domestica fuori controllo

Napoli, 35enne muore dopo essere stato colpito con il taser dai carabinieri. E’ il quarto caso in due mesi

Dopo gli episodi di Olbia, Genova e Reggio Emilia. Si riaccende la polemica sull’uso dell’arma elettrica

Napoli, 35enne muore dopo essere stato colpito con il taser dai carabinieri. E’ il quarto caso in due mesi

A Napoli, un uomo di 35 anni è morto dopo essere stato colpito con la pistola a impulsi elettrici, nota come taser, durante un intervento dei carabinieri per una lite familiare. L’episodio è avvenuto nella mattinata di lunedì 6 ottobre 2025, intorno alle 8:40, in via Fornelli, nel quartiere Chiaia.

Napoli, 35enne muore dopo essere stato colpito con il taser dai carabinieri
Taser

Napoli, 35enne muore dopo essere stato colpito con il taser

Secondo una prima ricostruzione, i militari sono arrivati sul posto dopo una segnalazione al 112 per una violenta lite in un appartamento dove si trovavano una donna, la figlia e il trentacinquenne. Quando i carabinieri hanno bussato alla porta, l’uomo — nudo e in evidente stato di agitazione — avrebbe aperto improvvisamente aggredendo gli agenti.

In un primo momento i militari hanno tentato di contenerlo utilizzando lo spray al peperoncino, ma senza esito. A quel punto è stato impiegato il taser, ma anche in questo caso l’uomo ha continuato a dimenarsi e a opporre resistenza. Solo l’arrivo di altri carabinieri ha permesso di bloccarlo definitivamente, mentre veniva richiesto l’intervento del 118.

Il trentacinquenne, un cittadino italiano di origini africane, è stato preso in carico dai sanitari, ma è deceduto durante il trasporto in ambulanza verso l’ospedale. Il magistrato di turno ha disposto il sequestro della salma e un’autopsia per stabilire se il decesso sia collegato all’uso dello storditore elettrico o ad altre cause.

Altri tre decessi

Quello di Napoli è il quarto caso in meno di due mesi in cui una persona perde la vita dopo l’utilizzo del taser da parte delle forze dell’ordine.

Ad agosto, a Olbia, era morto Gianpaolo Demartis, 57 anni, colpito e poi deceduto per arresto cardiaco durante il trasporto in ambulanza. Sempre nello stesso mese, a Sant’Olcese (Genova), era deceduto Elton Bani, 47 anni, di origine albanese, anche lui dopo essere stato colpito con la pistola elettrica.

A settembre, invece, è toccato a Claudio Citro, 42 anni, residente a Reggio Emilia e originario di Salerno, morto dopo un intervento della polizia.

Il dibattito politico

Le morti di agosto avevano già acceso una forte polemica sull’uso del taser, tra chi lo considera uno strumento indispensabile per la sicurezza e chi ne denuncia i rischi. Allora, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva difeso l’adozione della pistola elettrica, sostenendo che “si tratta di un mezzo imprescindibile, fornito agli agenti per evitare il ricorso alle armi da fuoco”.

Il Viminale aveva aggiunto:

“Le regole di ingaggio prevedono che venga utilizzato solo di fronte a soggetti violenti e aggressivi che rappresentano un concreto pericolo per i presenti. La sicurezza dei cittadini è la priorità e, dalle prime ricostruzioni, i carabinieri si sono trovati esattamente in questa situazione. Per questo vanno respinte le polemiche pretestuose e infondate contro le forze di polizia, cui va la gratitudine del Governo”.

Napoli, 35enne muore dopo essere stato colpito con il taser dai carabinieri
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Come funziona il taser

Il taser è un’arma a impulsi elettrici pensata come alternativa non letale alle armi da fuoco. Agisce inviando una scarica che immobilizza temporaneamente un soggetto, consentendo agli agenti di intervenire senza pericolo per sé o per altri.

Il protocollo operativo prevede cinque fasi: individuazione della minaccia, dichiarazione dell’intenzione di utilizzare il taser, esposizione dell’arma, “scossa di avvertimento” (warning arc) senza contatto, lancio dei dardi conduttivi.

La scarica elettrica non può superare i 5 secondi e ha una potenza di circa 50.000 volt a basso amperaggio. I dardi, collegati da fili lunghi fino a 7 metri, trasmettono l’impulso che causa la paralisi temporanea dei muscoli.

Ogni pistola è dotata di una memoria digitale che registra tempi e modalità d’uso, non modificabile dagli operatori, e di un visore che mostra il conto alla rovescia dell’energia residua.

Le regole d’impiego e i limiti

Le forze dell’ordine non possono utilizzare il taser durante manifestazioni, sit-in o contesti di ordine pubblico, dove è vietato per legge. Come lo spray al peperoncino, può essere impiegato solo in circostanze specifiche: quando una persona rappresenta un pericolo immediato per sé o per gli altri, oppure si trova in uno stato di forte alterazione che impedisce il dialogo.

Secondo il sindacato di polizia Coisp, gli agenti devono anche valutare la condizione fisica e la vulnerabilità della persona, considerando i rischi legati a eventuali cadute o patologie pregresse. Tuttavia, sottolineano gli operatori, “queste valutazioni avvengono in pochi secondi, spesso in situazioni di pericolo reale”.

I rischi per la salute

Nonostante sia definito “non letale”, il taser non è privo di rischi. Le scariche possono provocare aritmie cardiache, soprattutto in soggetti con problemi al cuore o sotto l’effetto di sostanze stimolanti come la cocaina. In presenza di un pacemaker, l’impulso elettrico può temporaneamente interrompere il battito cardiaco per diversi secondi.

Gli studi disponibili — in gran parte provenienti dagli Stati Uniti, dove l’arma è in uso da anni — indicano che la corrente viene in gran parte dissipata attraverso pelle e tessuti, ma che un rischio minimo di morte cardiaca rimane.

Già nel 2007, il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura aveva espresso preoccupazione, definendo l’uso del taser “potenzialmente mortale e associabile a pratiche di tortura”, in particolare per il modello X26.

Anche Amnesty International chiede da tempo studi indipendenti sui rischi dell’arma, segnalando che in Nord America si contano oltre mille decessi legati direttamente o indirettamente al suo utilizzo, nel 90% dei casi su persone disarmate.